“L’AVVENTURA DEL SIGNOR BONAVENTURA” Nino Postiglione (1948-2013), pioniere delle radio libere in Italia a cura di Vincenzo Capodiferro


L’AVVENTURA DEL SIGNOR BONAVENTURA”

Nino Postiglione (1948-2013), pioniere delle radio libere in Italia


Bonaventura Postiglione, detto Nino, è nato a Potenza il 25 maggio del 1948 e vi è morto il giorno dell’Immacolata Concezione del 2013. Bonaventura Postiglione, chiamato così in omaggio al Beato Bonaventura da Potenza (1651-1711), frate conventuale, è stato il pioniere, in Italia delle Radio Libere. Questo primato è stato riconosciuto ufficialmente dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate): sappiamo che le radio libere in Italia sono state liberalizzate solo con una sentenza della Corte Costituzionale del 28 luglio 1976.

Nino aveva una forza d’animo erculea. Aveva fondato “Radio Diffusione”, insieme alla moglie Palmina Tortorelli, già nel 1973, a Potenza: poi l’emittente prende il nome di “Radio Potenza Centrale” nel 1975. Ancora oggi trasmette ed è molto ascoltata, non solo in Basilicata, ma in molte regioni del Sud. È stato comunque il primo ad iscrivere una ditta di radiodiffusione alla Camera di Commercio di Potenza nel 1973.

Nino era un radioamatore passionale. Si spostava sui colli di Potenza, con la sua A 112, con tutte le apparecchiature FM, trasmettendo regolarmente e spostandosi spesso per non essere rintracciato dai Carabinieri. Perciò lo chiamavano l’”istrione”. I suoi segnali pirata si infilavano nella rete RAI. Dopo la sentenza di liberalizzazione ha svolto brillantemente il ruolo di imprenditore radio-televisivo, oggi ereditato dai figli, Pino e Antonio e dal nipote, Nino, come lui.

Diversi comuni, del Sud e del Nord, tra cui Cittiglio, in provincia di Varese, hanno intitolato strade e piazze a questo grande uomo. Anche la sala stampa della Regione Basilicata è stata dedicata a lui.

Radio Potenza Centrale era la radio di tutti, la vox populi, ma anche la vox clamantis di un profeta, di un sognatore, i cui sogni si sono avverati, un po’ più tardi. Freud diceva: - Forse c’è qualcosa di peggio dei sogni svaniti, perdere la voglia di sognare ancora! Era la radio della passione, ma anche della ragione: perché raccontava i fatti con acume, quasi naturalistico, alla Zola. Ed in Basilicata siamo nella terra che gravita sul Verismo di Verga, con i suoi vinti ineluttabili, con il progresso-fiumara, con le ostriche familistiche e per di più siamo negli anni Settanta in una terra eleatica, rimasta ancora a “Cristo si è fermato ad Eboli”.

La radio aveva un’importanza fondamentale. Tutti aspettavano con ansia il “comunicato”, dai tempi del fascismo. Noi eravamo bambini ed allora cominciavano ad uscire le televisioni in bianco e nero. Non c’era in tutte le case e si riunivano la sera nei vicinati. C’era solo una cabina telefonica in piazza per tutto il paese, a gettoni. Immaginate che fila c’era! Già da allora si diceva: «Radio Potenza Centrale è una potenza di radio». Noi eravamo studenti al Liceo Classico del Seminario di Potenza negli anni Ottanta e già ascoltavamo con ansia la nostra radio: Radio Potenza Centrale! Poi Nino aveva rilevato Telecento e si era cominciato ad ingrandire.

Nei vicinati, sotto, nelle stalle, nei “catoi” (καθά οικός, sotto casa) c’erano ancora gli animali, galline, maiali, asini, che condividevano la vita con gli animali superiori, o razionali, che abitavano sopra (ανά οικός: il sopra e il sotto). I Sassi di Matera erano tutte stalle, almeno fino ai tempi del Vangelo secondo Matteo di Pasolini. Io ricordo che negli anni Ottanta, quando vinse il Partito Socialista con la spiga, i contadini per contentezza gettavano il grano per le strade. E le galline correvano a beccarlo. Da adolescenti davamo una mano nelle camere del lavoro ad aiutare questi contadini. Alle elezioni, erano analfabeti e dicevano loro: – Metti croce su croce! Per far votare la DC.

In “100 anni di radio e 70 di televisione: un magico viaggio tra suoni, parole e immagini”, certamente la voce di Nino Postiglione risuona nel silenzio. Come diceva Euripide: - Gridi chi ha voce più forte del silenzio! Questa voce che si erge dal silenzio sta emergendo pian piano: - Ai posteri l’ardua sentenza! Manzoni docet. E i posteri pian piano stanno riconoscendo. Basta dare un’occhiata a tutte le vie che si stanno dedicando a quest’uomo, che ha dedicato tutta la sua vita alla radio, alla comunicazione, a dar voce agli ultimi.

Ecco la testimonianza che ci dà di Lui Antonio Luppino, di Sapri: «Io sono Tonino Luppino, io sono giornalista, storico spider radiofonico, pirata e pioniere delle radio libere in Campania, perché sono di Sapri, in provincia di Salerno: ebbene anch’io sono uno dei pionieri di questa fantastica stagione di libertà di espressione che onorò in quel periodo, cioè, dal 1973 al 1983-1984. La libertà di espressine è sancita dagli articoli 21 e 41 della nostra costituzione repubblicana, nata dai valori della Resistenza. Abbiamo fatto tante battaglie, siamo entrati nella storia della radio io e Nino Postiglione, che è stato il primo pioniere dell’etere in Italia! Mi spiego. Devi sapere, carissimo, che io sono oggi consigliere nazionale della REA (Radio-televisioni europee associate) che conta in tutta l’Italia ben 425 radio tv piccole e medie e c’è anche qualche network. Io ho scoperto, dopo una dettagliata indagine conoscitiva, un documento, che siamo riusciti a trovare grazie all’aiuto dei figli di Nino Postiglione, presso la Camera di Commercio di Potenza. Perché Nino è il primo pioniere dell’etere, perché questo documento lo comprova: è un documento datato 26 gennaio 1973, e quindi, grazie a noi della REA, Nino Postiglione, che è volato in cielo nel 2013, è il primo pioniere dell’etere, perché fondò la prima radio libera, nella sua amata città, Potenza, che si chiamava “Radio Potenza Centrale Uno”, nel 1973. Questa, poi, diventò “Radio Potenza Centrale” - una potenza di radio! - come egli amava dire. A tutt’oggi è la radio più ascoltata in tutta la Basilicata ed una delle più seguite in tutto il Mezzogiorno d’Italia. Quindi che cosa è successo, che grazie a questa nostra indagine conoscitiva del mese di maggio del 2021, Bonaventura Postiglione, detto Nino da Potenza, ha tolto lo scettro a Radio Milano International, del 1975 ed anche a Radio Parma, del 1974. Quindi io mi sono subito affrettato, dopo questa sensazionale scoperta, a pubblicizzare il tutto a livello nazionale, e soprattutto sull’enciclopedia internazionale Wikipedia, dove ho aggiornato il tutto. Comunque la prima radio libera italiana è nata nel Sud d’Italia, in Basilicata, a Potenza. Io ho conosciuto Nino Postiglione nel 2011 a Villammare, dove su mia iniziativa intitolammo una piazza alle radio libere nel 1976, per ricordare la rivoluzionaria e storica sentenza della Corte Costituzionale del 28 luglio 1976, n. 202, che liberalizzò l’etere. Finì il monopolio di Radio RAI. Pirati dell’etere, clandestini, uscimmo quindi allo scoperto! Il 1976 per noi, pionieri dell’etere, è una data importante. Ad oggi sono ben quaranta gli enti locali che hanno onorato le radio libere, con l’intitolazione di piazze, piazzette, larghi, aree verdi. Noi abbiamo festeggiato lo scorso anno, nel 2023, a Sapri, i cinquant’anni delle radio libere - 1973-2023 - sono venuti anche i figli di Nino Postiglione, Giuseppe e Antonio, a Sapri. È stata una grande festa e abbiamo ricordato quei momenti meravigliosi, quella stagione, appunto di libertà di espressione degli anni Settanta. Abbiamo onorato Nino, perché Nino ad oggi è il primo pioniere dell’etere. Noi continuiamo ad invitare i sindaci ad onorare le radio libere, con l’intitolazione di piazze, piazzette, aree verdi, larghi. Siamo arrivati a quaranta, ma speriamo di arrivare almeno a cento. Abbiamo inoltrato a molti sindaci, non soltanto della provincia di Potenza e di Matera, ma di tutto il Sud ed anche al Nord, la nostra richiesta di intitolazione, corredata da una bozza di delibera. Molte province l’anno scorso hanno ricordato i cinquant’anni delle radio libere, tra cui Salerno, Potenza e Matera, ed anche il consiglio comunale di Napoli, su nostra proposta. C’è anche il IX municipio di Roma».

Nino Postiglione, come Antonio Luppino, e tanti altri, è stato un attivista di quella grande rivoluzione europea, che agitò il nostro mondo per un decennio, dal 1968 al 1978, e paragonabile per la sua mole solo alla rivoluzione del 1948. Ancora oggi si dice: - È successo un Quarantotto! Come l’89 aveva prodotto il bonapartismo, il 48 aveva prodotto l’imperialismo, il 17 aveva prodotto il totalitarismo. Borghesia capta ferum victorem coepit. Però queste rivoluzioni sono servite: hanno lasciato quei valori di cui anche noi oggi ancora godiamo. Tra questi c’è la libertà. Nino Postiglione vive intensamente quel periodo foriero dal 1968 al 1977. Allora era un giovane intellettuale, un rivoluzionario ardito, un sentimentale, fino al ristabilimento dell’ordine sociale degli anni Ottanta: un periodo di ribollimento sociale, economico. Il 1968 è l’ultima rivoluzione europea. Ci sono i rivoluzionari di destra e quelli di sinistra.

Si avvera sempre la dialettica hegeliana: i servi diventano peggio dei padroni, i deportati deportatori, gli oppressi oppressori. Assistiamo a queste scene di guerra tutti i giorni. Quello che faceva dire Machiavelli al capo del tumulto dei Ciompi: «Spogliateci tutti ignudi: voi ci vedrete simili; rivestite noi delle vesti loro ed eglino delle nostre: noi senza dubbio nobili ed eglino ignobili parranno; perché solo la povertà e le ricchezze ci disagguagliano». Bisogna stare attenti alla terza tentazione di Cristo: il Potere. Ha corrotto anche rivoluzionari veri, come Stalin, lo stesso Mussolini, socialista. I rivoluzionari sono sempre soli e incompresi. Li segue la folla per fare i fatti suoi e poi li crocifigge. La folla passa facilmente da “Osanna” a “Crucifige”!

Tra i rivoluzionari di sinistra in quegli anni ricordiamo sempre con affetto don Mimi Pittella. Era un uomo straordinario, un medico sempre a servizio della gente. Lo chiamavano il “servo di Dio”. Aveva costruito strade e ponti. Aveva fondato una clinica a servizio del popolo. Quante volte anche noi ci siamo recati a bussare alla sua porta: era sempre aperta, anche per i nemici. Amicis et ne paucis pateat etiam fictis. Girando nelle case di campagna, il suo quadro era accanto al crocifisso. Che grande uomo!

In questi cento anni di radio e televisione, ho voluto raccontarvi l’”avventura del signor Bonaventura” Postiglione, un eroe della pace, un grande rivoluzionario che in Italia per primo ha inaugurato la stagione delle radio libere.


Vincenzo Capodiferro

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