18 marzo 2024

MARIA GOGLIA (1910-1996): “AL DI QUA DEL MURO” a cura di Vincenzo Capodiferro


MARIA GOGLIA (1910-1996): “AL DI QUA DEL MURO”

In una sublime interpretazione teatrale di Gaetano Giovi


Suor Maria Goglia (1910-1996), originaria di Vitulano, delle Suore Compassioniste, Serve di Maria, nel difficile periodo dal settembre del 1943 al giugno del 1944, si adoperò tantissimo per prestare soccorso a tanti ebrei perseguitati, soldati sbandati, oppositori antifascisti nell’Urbe, Roma, allora dichiarata “Città Aperta”. Oltre sessanta ebrei, e centinaia di altri, militari che non prestarono giuramento a Mussolini, furono salvati nel Convento di via Torlonia - a due passi dal comando tedesco - di cui ella allora era madre superiora. Ultimamente è stato scritto un bel saggio su questa nobile figura da fra Davide Fernando Panella, “Suor Maria Goglia. Elmetto e Soggolo”, Edizioni Realtà Sannita, 2022. Suor Maria era stata insignita della medaglia d’oro al valor militare dopo la guerra e proclamata giusta tra le nazioni nel 2024. Suor Maria Goglia, una sannita forte ed audace, come quell’antico popolo, è stata una campionessa della carità. Suor Maria è stata una santa coraggiosa. Il male, in qualunque sua manifestazione, anche nella “banalità” di una shoah, è figlio della colpa (stipendium peccati mors). Ma Dio è grande nella sua misericordia. Un solo atto d’amore verso Dio ha tanto valore ai suoi occhi, che egli stimerebbe ben poca cosa il ripagarlo con il dono di tutta la creazione. L’amore non è altro che una scintilla di Dio nell’uomo. L’odio deriva dall’amore. Come diceva Sceler, ed aveva ragione: non si può aver odiato senza aver prima amato, a meno che non si è pazzi! Satana, come Hitler, hanno dimenticato l’amore. Satana diceva a santa Caterina: «Io sono quel pervertito che mi sono privato volontariamente dell’amore di Dio». Nella donna, poi, che per natura è atta alla maternità, alla procreazione (prosecuzione della creazione originaria), l’amore ha un significato profondissimo. Diceva Madame de Staël: «Se per l’uomo l’amore è un semplice episodio della sua vita, per la donna è tutta intera la storia della sua esistenza». La storia di suor Maria è stata una storia d’amore. E quanto più si capisce l’amore quando regna l’odio! È facile amare quando tutte le cose van bene! Ma quando si deve rischiare anche la propria vita, per amare! La maggior parte si ritira. Non c’è cosa più grandiosa che dare la propria vita per chi si ama. Così ha fatto anche il Cristo. Così ha fatto Suor Maria! 


È stata un’eroina. E pensiamo anche all’amore deluso della guerra, lo spettacolo doloroso di tanti giovani che non potevano erigere la fronte coi fiori d’arancio. Quante donne aspettavano i loro mariti indarno tornare dalla guerra? E quante giovani videro per sempre tramontare la speranza del loro matrimonio? Solo poche, dopo tanta attesa correvano incontro ai fidanzati, reduci dal fronte o dai campi di prigionia. Suor Maria ha salvato tante di queste famiglie logorate dalla guerra. O quante donne avrebbero vestito gramaglie di lutto! Con grande umiltà suor Maria non si è mai vantata di aver compiuto opere inaudite. Sono stati i testimoni, testimoni del suo materno amore. La grandiosa figura di suor Maria Goglia è stata interpretata intensamente da Gaetano Giovi, nato a Varese nel 1951, laureatosi all’Università di Pavia nel 1979, medico di base fino al 2001, specializzatosi in psicoterapia nel 2003. La sua passione: il teatro! È attore e drammaturgo, regista e comparsa. Gaetano è tutto! Formatosi dai Salesiani, conserva la tempra del Bosco (Giovanni). Amoroso e paterno verso i giovani, che aiuta spesso nelle sue sedute, nella sua compagnia ospita, tra le altre la professoressa di lettere Chiara Merlotti, scrittrice, attrice e componente del direttivo dell’associazione culturale Varese Può. Proprio Chiara Merlotti interpreta mirabilmente questa nobile figura di suor Maria: il titolo del dramma è “Al di qua del muro”, liberamente tratto da libro di Padre Davide, Fernando Panella: “Suor Mara Goglia. Elmetto e soggolo”. Personaggi principali: Chiara Merlotti, suor Maria e Gaetano Giovi, padre Fiorenzo. Atto unico: durata 70 minuti. Leggiamo dalla descrizione:
«L’8 settembre del 1943 le truppe tedesche occupano Roma e pongono il loro quartier generale a Villa Torlonia… In quel moment nel convento delle Suore Compassioniste di Maria, di via Torlonia, suor Maria Goglia sostituisce come vicaria la madre superiora, assente per motivi di salute. Un semplice muro separa il giardino delle suore da quello del comando tedesco. Nonostante questa vicinanza dal settembre 1943 al giugno 1944, suor Maria darà rifugio a famiglie di ebrei e militari, mandando a rischio la sua vita e quella delle 14 consorelle che si trovano in quel convento a via Torlonia. Insignita di croce al valor militare, ma unicamente per il suo aiuto alla resistenza, solo nel 2019 verrà riconosciuta la sua opera a favore degli ebrei con una lapide sulla sua casa natale di Vitulano, a ben 23 anni dalla sua morte e il 6 marzo 2024 è stata proclamata giusta tra le nazioni…». Uno scrittore cercò di compendiare tutta la sua scienza in un libro, ma non poté. Volle compendiare tutto il libro in un capitolo, ma non poté. Il capitolo in un rigo, ma non poté. Il rigo in una parola, ma non poté. Dio ha potuto compendiare tutto in una parola: Amore! E i suoi amanti hanno fatto lo stesso. Così ha fatto suor Maria.

Vincenzo Capodiferro


Foto: Gaetano Giovi. Chiara Merlotti, nelle vesti di suor Maria

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