19 ottobre 2023

Jeffery Deaver Il collezionista di ossa a cura di Marcello Sgarbi


Jeffery Deaver

Il collezionista di ossa – (Rizzoli BUR)


Formato: Brossura

ISBN: 9788817066914

Pagine: 448


Il personaggio più noto fra quelli creati da Jeffery Deaver, insigne giallista, è senza dubbio Lincoln Rhyme. Merito anche, bisogna riconoscere, del volto che gli ha dato Denzel Washington nella trasposizione cinematografica di questo che è il primo volume della serie dedicata al perspicace criminalista newyorkese.

Rhyme, tetraplegico a causa di un incidente avvenuto durante il sopralluogo di un’indagine, anche se in grado di muovere unicamente la testa e l’anulare sinistro, orchestra con acume e maestria tutti i passaggi per stanare un serial killer dal singolare modus operandi. L’assassino seriale, infatti, non si eccita tanto con il sangue delle sue vittime, quanto piuttosto con le loro ossa.

In una caccia che porterà il criminalista e il suo entourage – nel quale spicca la sua collaboratrice e compagna, l’agente Amelia Sachs – alla scoperta della New York storica, quella legata alla sua fondazione e sconosciuta ai più, a fare la differenza con altri investigatori è la sagacia con cui Lincoln Rhyme sa interpretare gli indizi.

Fra le righe, poi, questo trascinante thriller è anche un’indagine sulla vita e sulla morte tout court: leggere per credere.

Personalmente, in un’ideale classifica di gradimento, fra i gialli della serie che vede protagonista il criminalista americano metto alla pari Il collezionista di ossa e Lo scheletro che balla, seguiti da La sedia vuota e La scimmia di pietra. Chi ha visto il film sa già tutto, a chi invece una storia incalzante e avvincente vuole leggerla consiglio questa prima indagine di Lincoln Rhyme. E se poi volete scoprire un eccezionale thriller “non Rhyme” di Deaver, cercate in libreria Pietà per gli insonni.

Più il mondo diventa stanco e sciupato, rifletté Rhyme, più giovani sembrano i suoi abitanti.

Questo Banks sembra in gamba, pensò Rhyme, l’unica cosa di cui soffre è di giovinezza, qualcosa da cui potrebbe anche non guarire. Lincoln Rhyme, personalmente, era convinto di non essere mai stato giovane.

Era alta e possedeva quella bellezza equina e scontrosa delle donne che ti fissano dalle pagine delle riviste di moda.

Amelia si scostò dalla fronte un ricciolo ribelle di capelli rossi e prese la cuffia dal tavolo. Giunta in prossimità delle scale, si fermò e gli rivolse un’occhiata bruciante, rammentando a Rhyme che non c’è nulla di più freddo che il sorriso gelido di una bella donna.

© Marcello Sgarbi

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