22 maggio 2023

MARIA CLARA GATTI L'attesa a cura di Donata Pacchetti


MARIA CLARA GATTI 

L'attesa


Raramente l’arte e la creatività seguono strade prevedibili; amano spesso riposare all’ombra della vita e lasciare che il quotidiano scorra indisturbato, si nutrono di sguardi, di parole, di riflessioni, di emozioni e poi, piano piano, si risvegliano, per plasmare la materia con le forme ed i colori. 

È sempre stata su due binari la vita di Maria Clara Gatti, da un lato gli studi scientifici, la scienza, la sete di capire, di scoprire, di conoscere e dall’altro la voglia di creare, di colorare, di toccare e di lasciare un’impronta. È come se sin dalla sua infanzia un filo rosso legato all’arte non l’avesse mai abbandonata. Sin da bambina il suo girovagare, il suo curiosare e il suo perdersi fra la natura hanno cercato in un foglio, nei colori o nella materia qualcosa da dire. Poi, quando la vita sembrava ormai andare in direzione opposta, un incontro sul lavoro con Oreste Quattrini ha portato Maria Clara nel suo studio a imparare a scolpire.  Da lì a frequentare il serale del liceo artistico il passo fu breve. 

È quindi bello e significativo che la statua esposta in questa sede sia proprio L’Attesa: una donna in piedi con lo sguardo sospeso e il vento fra i capelli. Una scultura che, se da un lato evoca l’amore di Maria Clara per Arturo Martini, per Casorati, Campigli e il gruppo del Novecento, dall’altro traduce il suo pensiero ed il suo sentire con mezzi e toni ben precisi.  È la consistenza grossolana della creta refrattaria ad appassionare l’artista e sono i colori di ossidi di ferro e manganese a modulare delicatamente la luce e i suoi riflessi. I volumi, stilizzati ma decisi, acquistano forza e consistenza grazie ad una sinergia di pieni e vuoti in dialogo con lo spazio. Ma è soprattutto lo sguardo che colloca L’Attesa in una sfera spazio-temporale sospesa, quasi magica ed evocativa, mentre alle spalle il soffio del vento, simbolica presenza delle forze avverse della vita, le scompiglia i capelli, senza turbare la sua forza interiore, senza mai riuscire a spezzare quell’eterno filo rosso che magicamente lega l’artista all’opera e Maria Clara alla sua arte, al suo passato, al suo presente e al suo cammino verso il futuro.

 Donata Pacchetti

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