03 aprile 2023

PRESENTATO A BIANDRONNO “LUCANITÀ SARACENA”


PRESENTATO A BIANDRONNO “LUCANITÀ SARACENA”

Grande affluenza della popolazione castellana al Nord


È stato presentato a Biandronno, in provincia di Varese, presso l’oratorio della parrocchia dei Santi Erasmo e Teodoro a Cassinetta, sabato, 25 marzo scorso, alle ore 16.00, il libro “Lucanità Saracena. Tra poesia e fotografia” degli autori Prospero e Valerio Cascini, edito da Monetti, Battipaglia 2023. 


Sono intervenuti il sindaco di Biandronno Massimo Porotti, il sindaco di Albizzate, Mirko Zorzo, gli autori Prospero Cascini, Preside in pensione, e Valerio Cascini, avvocato, residente in Torino, cugini, entrambi originari di Castelsaraceno, in provincia di Potenza, l’editore Salvatore Monetti. A moderare il professore Vincenzo Capodiferro, del Liceo Artistico di Varese. Hanno letto in vernacolo i versi la professoressa Angelica De Mare, Mariella Cirigliano, Marisa Titolo e mastro Rosario Cirigliano, detto di Scupolo, che abita da anni a Travedona Monate. Gli autori ci hanno regalato questo dolce spaccato di poesia in vernacolo ed in italiano, inframezzata da foto storiche, che ci ricordano il paesello di origine, arroccato alle falde del poggio Castelveglio. “Di orrendevole aspetto, di angusto orizzonte!” lo diceva Gaetano Arcieri. Eppure da quegli angusti orizzonti sono nati uomini che si sono fatti strada, come ci ricorda lo stemma del paese che rappresenta un forzuto che sradica due alberi, come l’Orlando furioso, con la scritta: “Fortes invicta roboris prodigia”. Oggi il paese è famoso per il ponte tibetano più lungo del mondo, e per la poesia naturalmente. Ecco come ce lo descrivono le professoresse Teresa Armenti e Iannella Ida nel loro libro La Chiesa Madre: "Santo Spirito", edito a Solofra nel 2005: il paese «occupa una superficie di kmq 74.144, con un’altimetria che va da un minimo di 702 m… ad un massimo di 1900 m… L’orizzonte di Castelsaraceno si allarga solo a nord-est verso un’ampia ed irregolare vallata, da dove nei mesi estivi il sole sorge con una esplosione di luci; è limitato ad est da una linea orizzontale di serre, da cui emergono il Tuppetto ed il monte Asprella; a sud dal superbo e maestoso Alpi, poco più lontano dal minaccioso Armizzone, seguito dall’Armizzoncello; verso ovest da Pietra Marina e da Castelveglio, che impediscono la visione dei tramonti; a nord dal gigantesco massiccio del Raparo, che protegge in parte il paese dalla furia dei venti boreali… L’antico centro abitato è abbarbicato ad uno sperone roccioso “La Tempa”… Le abitazioni, strette una all’altra, sono appoggiate sulla roccia degradante e fanno un tutt’uno con essa… Col passare dei secoli l’antico nucleo si è ampliato fino alle pendici di Castelveglio e si è distinto in ‘Ngapo a terra e ‘Mbera a terra… negli ultimi tempi il paese ha cambiato aspetto: si è esteso in forma irregolare verso sud-ovest nelle zone Castagnara, S. Antonio, Guercio-Piave, Mangiova … Un’ampia piazza congiunge la parte inferiore con la parte superiore e su un lato di essa sorge l’antico palazzo baronale; leggermente più in basso la Chiesa Madre domina le case sottostanti e la vallata del Racanello». Guardandolo di lontano a notte fonda a volte pare una chitarra scordata. Il primo monte ad occidente, la madre, e il secondo a settentrione, il padre, proteggono il paese in modo che l’orizzonte si allarga solo ad oriente, verso un’amena vallata. Ed infatti, attratta da questo paesello allegro, come un bambinello cullato da due monti della Lucania: l’Alpi ed il Raparo, la madre e il padre; come una pietra preziosa incastonata nella corona delle cime dell’Appennino, è pervenuta a Biandronno una folta folla ad onorare i suoi vati. È stata una serata meravigliosa, un fervido incontro, accompagnato dalla fisarmonica dell’artista e scrittore Enea Biumi.


Vincenzo Capodiferro

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