12 dicembre 2022

William Stabile, poeta dall’umanità sfilacciata a cura di Teresa Armenti

 


William Stabile, poeta dall’umanità sfilacciata


William porta i suoi versi in giro per il mondo.

Dovunque va, lascia la sua impronta, con la sua umanità sfilacciata, ferita, delusa per un amore negato. Trova protezione all’ombra di un pioppo che sorride al vento, mentre fissa lo sguardo sulla rossa peonia, che gli fa rivivere per un attimo brividi di cuori che si sfiorano e di mani intrecciate sul ciglio dell’abisso. Mentre attende che il cielo si schiarisca, di notte si lascia cullare dal concerto dei grilli. In Brasile, in compagnia del grande poeta Olavo Bilac, cammina calpestando il marciapiede, da cui affiora la radice che si allunga in tanti solchi. Un balcone illuminato gli fa desiderare il ritorno in famiglia, per sedersi intorno alla tavola imbandita e incontrarsi. Un salto nei luoghi vissuti da suo padre, ma intorno c’è solo abbandono, desolazione e tanta tristezza: non c’è più il bel roseto, il prato non è coltivato e nei muri della casa sono apparse le crepe. A questa vista, il suo cuore non palpita, la sua penna diventa muta, incapace di esprimere i sentimenti di riconciliazione.

La vista del girasole che difende i confini del terreno lo scuote dal torpore e lo incita a proseguire il cammino, senza porsi domande. A Kalami, la perla nera di Corfù, si inebria di amore mentre ascolta le palpebre delle onde sfiorare la spiaggia. Il suo cuore ritrova serenità e pace paradisiaca a Marina d’Albori. Il poeta diventa pittore: con rapide pennellate ci presenta la torre merlata, il pino, il cactus e l’oleandro, mentre il pensiero naufraga nelle molteplici traiettorie dei piedi di un bimbo sulla sabbia. Molte poesie di William Stabile sono postate sul sito letterario Lucaniart Magazine.


Teresa Armenti

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