09 novembre 2022

IL GOVERNO MELONI E IL CARO ENERGIA di Antonio Laurenzano

 


IL GOVERNO MELONI E IL CARO ENERGIA

di Antonio Laurenzano

Siamo nella tempesta ma siamo la nave più bella del mondo, supereremo le onde che si infrangono su di noi.” Le parole del premier Giorgia Meloni nell’ intervento alla Camera in occasione della fiducia al Governo rappresentano la stella polare della manovra economica 2023: realismo e ottimismo per contrastare la frenata dell’economia e finanziare le misure per il contrasto ai prezzi dell’energia.

Va in questa direzione la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NaDEF) approvata dal Consiglio dei Ministri che, rivedendo e integrando quella deliberata lo scorso settembre dal Governo Draghi, ha aggiornato le previsioni macroeconomiche e tendenziali di finanza pubblica con i relativi parametri (Pil, rapporto deficit-Pil, debito pubblico-Pil). La Nadef rappresenta il passo preliminare della “manovra di bilancio”, la sua cornice, alla quale seguirà la presentazione a Bruxelles del Documento programmatico di bilancio (Dpb) con indicazione del saldo di bilancio, delle misure contenute nella manovra e delle correlazioni con le raccomandazioni formulate dalle istituzioni europee. Punto d’arrivo sarà la legge di Bilancio, con approvazione del Parlamento entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio. E’ una manovra che punta su oltre 30 miliardi, finanziata per 21 miliardi in deficit, con un disavanzo per il 2023 al 4,5% del Pil (3,6% nel 2024 e 3,3% nel 2025). Uno scostamento di bilancio di circa 11 miliardi rispetto al 3,9% di indebitamento netto previsto per l’anno prossimo dal quadro programmatico precedente.

Questo incremento di deficit, misura espansiva anti-recessione, sarà il pilastro principale per il finanziamento della manovra che dovrebbe contare anche sulla riscrittura della tassa sugli extra profitti e su una consistente spending review ministeriale per un totale di circa 10 miliardi che porterebbero quindi il tetto di bilancio a 31 miliardi, il 75% dei quali destinati al caro energia. Alle misure non legate alla emergenza energetica resterà un quarto della manovra per gestire in primis il dossier previdenziale complicato dalla spesa per le indicizzazioni pensionistiche e dall’esigenza di evitare il ritorno pieno alla legge Fornero. La “linea responsabile” rivendicata dal Ministro dell’Economia consolida la discesa del rapporto debito/Pil calcolato per quest’anno al 145,7% con una previsione di riduzione al 144,6% per il prossimo, al 142,3% per il 2024 e al 141% nel 2025.

Il tutto però resta condizionato dai rischi di una recessione temuta da più parti a livello globale ed europeo. Una nota di prudenza è venuta da Giorgetti: “Siamo consapevoli che fare previsioni a lungo termine in questo momento può essere un esercizio di pura accademia.” In un contesto economico di grande incertezza, nella legge di Bilancio troveranno spazio anche interventi collegati al programma di governo. In campo fiscale grande attesa per l’ampliamento della Flat tax per gli autonomi con l’aumento da 65 mila a 85 mila euro della soglia di ricavi e compensi entro la quale si potrà optare per la tassa piatta, con aliquota del 15%. In cantiere anche un primo round di correttivi al reddito di cittadinanza e al Superbonus con riduzione al 90% per condomini e villette (un risparmio fiscale di circa 20 miliardi per i prossimi cinque anni).

La politica economica che il Governo ha adottato si basa sull’esigenza di rispondere all’impennata dell’inflazione e all’impatto del caro energia sui bilanci delle famiglie, specialmente quelle più fragili, e di garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese italiane nel contesto europeo e a livello globale, anche in considerazione dei corposi interventi recentemente annunciati da altri Paesi membri dell’Ue ed extra europei. Un forte impegno sarà anche dedicato all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e delle riforme da cui dipendono ingenti investimenti per rilanciare la crescita sostenibile dell’economia italiana e per scongiurare un attacco al nostro debito pubblico, la bomba a orologeria che occorre disinnescare il più rapidamente possibile. Alta spesa, alte tasse, alto deficit, alto debito: è la vera sfida politica sui conti pubblici. La fida di sempre che, come ha ammonito più volte il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, si vince con “la ristrutturazione delle poste di bilancio dal lato delle spese e dal lato delle entrate” per garantire l’equilibrio dei conti pubblici e sottrarci alla sempre incombente ghigliottina dei mercati finanziari. Al Governo Meloni la risposta. Si chiedono scelte serie proiettate nel futuro. Non misure tampone, ma finalmente una rigorosa politica di risanamento della finanza pubblica e di sviluppo sostenibile della nostra economia.


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