Vice versā e versā vice, Alessandra Mangano e Axl a cura di Maria Marchese

 


Vice versā e versā vice, Alessandra Mangano e Axl

a cura di Maria Marchese

Alessandra Mangano nasce nel 1968, a Milano, città in cui vive e lavora, mentre Axl viene alla luce qualche anno dopo, nel periodo adolescenziale.

Alessandra Mangano ha la pelle profumata di saporosi colori e odorosi dettagli della città di Taormina: essi sono penetrati, addentro, al punto tale da incidere il suo profondo; la cara terra, con cui ha condiviso momenti indispensabili, fin da bambina, scorre, liquefatta in mille sfumature, concrete e impalpabili, come acqua, che dilava la roccia e foggia la sua figura.

All’età di 10 anni, Axl sfiora Alessandra Mangano, inconsapevolmente: i polverizzati umori del pastello fascinano la mano e la fantasia, mescidando, così, lo studio, il diletto e la sinestesia di un immaginario reale.

Alessandra Mangano fanciulla inizia a raccontarsi attraverso la poesia: sale e miele quotidiani, ivi, si alternano, e la nera china disegna e i loro profili, che danzano tra “ginocchia sbucciate” e deliri dell’anima, e Axl.

Alessandra Mangano e Axl si incontrano, nuovamente, in maniera inconscia, quindi, in un momento, in cui Ale aveva divorato la vita e, ancora, la sbranava, prima che l’esistenza potesse farlo con lei.

Alessandra Mangano e Axl: asprezza e leggerezza, fare a pugni e all’amore, medesimamente, romanzo e sinossi, segno minimale o horror vacui, fìlo di voce, oppure, lirismo…

Mentre, in lei, la parola e una naturale predisposizione per l’arte si avvicendano, come inconsapevoli presenze, nel frattempo, consegue la maturità artistica e si specializza, poi, in Arredamento di Interni.

Alessandra e Axl, negli anni, si carezzano, consolano, schiaffeggiano, ignorano, percepiscono appena, scarabocchiano, scrivono, dipingono…

Alessandra sperimenta e risolve se stessa, compiendo un profondo cammino riflessivo, in cui la ferita ha portato alla cura: ha riempito l’aspra soglia con creature animali e non, con inespressi volti, con perizia e intuizione, con aria e odori, con rito e preghiera e… Amore.

La mano di Alessandra Mangano elargisce, su un supporto materico, nel 2018, l’opera “Il giardino” , guidata dall’intuito di Axl e, d’emblèe, nel 2020, Alessandra Mangano – Axl pubblica “Il giardino del cuore” .

Quel giorno rappresenta, quindi, una certa consapevolezza: il plesso solare, ossia il cuore, aveva inebriato la tela e, nel contempo, la carta, mettendo Alessandra Mangano di fronte ad Axl, occhi negli occhi.

Nel 2021 Alessandra Mangano – Axl partecipa, come artista, ad una prima, significativa esperienza collettiva, a Milano.

Matura, poi, numerose esperienze espositive, tra Italia e estero, finché, nel Settembre 2022, riedita “Il Giardino del Cuore” e, nel mese di Ottobre, inaugura “Vice versa” , la sua prima performance d’arte personale, a Pavia: questo binomio suggella le nozze tra la tra Alessandra Mangano e Axl , tra “nera china e colore” , presenti, da sempre, in sembianze diverse, nella sua vita, battezzando, infine, ufficialmente e consciamente, Alessandra Mangano – Axl.

Il giardino e Alessandra Mangano – Axl

“Perché agitarsi tanto? Non andrai in cielo prima d’essere tu stesso un cielo vivente.”

Angelus Silesius

Il poeta e mistico tedesco, vissuto tra il 1600 e il 1700, parla dell’azzurrità nubuvaga come uno spazio fisico e interiore, che coincidono, tra loro e con una beatitudine paradisiaca, anelata.

“Il giardino” , come raccontato precedentemente, “esplode” , nel momento in cui Axl guida il palmo di Alessandra Mangano: le dita colgono, allora, l’apice di lavacro esistenziale, scegliendo un candido drappo, per depositare la neo-nata vita. Preservando, quindi, incontaminata e nivea la pagina, l’autrice, ormai individuo apolide, vi celebra, nel centro, una paradisea.

Il termine italiano “paradiso” proviene dal latino ecclesiastico paradīsus, a sua volta, adattamento, dal greco biblico paràdeisos, nell’intenzione di rendere il termine ebraico גן (gan, “giardino”) ovvero “giardino” , ma anche frutteto.

Questa parola “rimbalza” , tra memorie di radici ancestrali, tra confini geografici e idiomi, avviluppando, a sé, molteplici sfumature; assume, altresì, le forme del “luogo recintato” , dalla parola iranica pairidaeza, cioè “luogo cinto” . Che cos’è un giardino se non un parco cinto e separato dal resto? In medio oriente ancora si vedono frutteti recintati stagliarsi nel paesaggio.

Senofonte riporta un aneddoto socratico, in cui si racconta lo stupore di Lisandro, recatosi da Ciro per portare doni, nel vedere “la bellezza degli alberi, piantati a distanza regolare in filari dritti, con angoli ben disegnati, e dei molti e gradevoli profumi che li accompagnavano” ; manifestò, così, ammirazione verso colui che progettò, per l’amico, tutto ciò. Ancor più rimase esterrefatto, quando apprese che Ciro stesso era l’ “archè técton” di quel inusuale scorcio di mondo, avendo provveduto, pure, in prima persona , a piantare molti fusti. Guardando, indi, le pregiate vesti di Ciro, nonché il nobile e curato aspetto, Lisandro stentò a credergli. Ciro rispose: “Lisandro, ti meravigli di questo? Ti giuro su Mitra che, quando sto bene, non mi siedo mai a cena prima di aver sudato per essermi dedicato all’addestramento militare o ai lavori agricoli, o per essermi dato da fare in qualche cosa.»

Alessandra Mangano, come Ciro, ha lavorato intensamente, istante per istante, dall’alba al tramonto, per poter mirare, paga, in ultimo, il proprio rarefatto e, quanto mai, tangibile e pregiato “eden” .



Tutto, ivi, coincide: la bestiola alata e il cuore, legno e arterie, rosso e blu, lapislazzuli e rubini, fiori e gemme… uno sbòccio primievo, laddove una saggezza antica è divinazione conoscitiva lungimirante, espressa in una visione estetica attuale e sognante. L’occhio dell’artista rivisita, in maniera personale, ogni elemento della composizione, incidendolo, in maniera chirurgica, con l’oscuro inchiostro, per poi raddolcirne il senso attraverso frantumate note cromatiche.

La paradisea muta, “spezzandosi” , come il sacro pane, e liquefacendosi, come il purpureo vino, transustanziati, dall’artista, in una votiva eucaristia personale e universale.

La gratitudine, come la sacralità, sono insite, nel temperamento dell’artista: “fonde”, quindi, l’oro del “Graal” e inostra l’opera, in ultimo, con la liquida anima di quel caro bene.


“Il giardino del cuore”

Alessandra Mangano – Axl, poesie

Prefazione di Maria Marchese

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Alessandra Mangano - Axl

https://www.alexmangano.com/

Cit. Senofonte, Economico, IV, 20-24; traduzione di Livia De Martinis, in Senofonte Tutti gli scritti socratici. Milano, Bompiani, 2013


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