26 aprile 2022

“CAREZZE” BIANCA BEGHIN a cura di Maria Marchese

 


CAREZZE” BIANCA BEGHIN a cura di Maria Marchese

L’elemento più delicato sarà il primo a cadere. “

Arthur Bloch, “Corollario di Klipstein alla Legge della gravità selettiva” , La legge di Murphy, 1977

Nell’opera “CAREZZE” , Bianca Beghin annichila l'ineluttabilità: l'autrice solleva, dai “doveri quotidiani” , l’esistenza, polverizzando la scontentezza.

Raccoglie, indi, dalla sua memoria, un suolo caro, evanescente, che involve e la storia di una terra e la storia dei sandali, che l'hanno amata; linee curviformi e frugali caratterizzano quello spazio di tutti, coronato da sorgivi raggi.

L’autrice veneta, però, lo rende, poi, un privilegiato loco natìo, da cui gemmano, come carezzevoli pensieri, due levità.



Lo smeraldino riserbo, infatti, muta, oppure gemma, in una diade di umane e delicate pienezze, che si flettono, leggermente, sovrapponendosi; esse celebrano, così, un gesto di appartenenza, di crescita e protezione.

La pittrice imporpora il verde manto originario, dapprima, di passione e riflessioni, e esso digrada, allora, in una violacea presenza, che vibra al richiamo del corpo e dell’anima. Questa si abbandona, indi, volgendo in odorosa di alba, nella verità del proprio altre ego.

Bianca Beghin li ricongiunge, alfine, al cosmo universale, preservandone, invero, la vita.

La fragilità, che, secondo Bloch, decreta, normalmente, la fine, diventa, tra le mani di Bianca Beghin, fermezza inviolabile.

L’opera rappresenta un elogio visivo alla follia, laddove quest’ultima diviene verità: l’autrice veneta fugge, così, dall’ovvietà, per ricamare una grazia eterna.

Il pennello sorrade la grevità del suolo, naturalmente, preservandone l'odorosa rudezza, ‘sì che la significanza di quel ricordo rimanga incontaminata. L’opera è presente, assieme a “CATARSI” , alla collettiva spagnola “FRAMMENTI DELL’IO” , inaugurata il 27 Gennaio 2022, presso Quo Immobiliaria, nella città di Alicante. La parte organizzativa e quella curatoriale dell’evento sono state seguite dallo storico dell’arte Valeriano Venneri e dalla poetessa e curatrice comasca Maria Marchese.


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