20 dicembre 2020

Jessie Burton – Il miniaturista – a cura di Marcello Sgarbi


Jessie Burton –
Il miniaturista (Edizioni Bompiani)


Pagine: 464

Formato: Brossura

ISBN 9788845283949


Questo è un libro che stupisce perché, dopo un avvio da motore diesel, la narrazione acquista ritmo e avvince, fino a incatenare in maniera sorprendente.                         Sullo sfondo dell’Olanda del Seicento, luogo ed epoca in cui l’autrice inglese - anche attrice - ambienta il romanzo, si dipana la storia di Nella Oortman: un’umile ragazza di campagna che, dal piccolo villaggio in cui viveva, si ritrova nella grande Amsterdam per sposare Johannes Brandt, facoltoso mercante.                   Sembrerebbe una vicenda come tante altre e invece, mentre ci si addentra nel racconto, si scoprono personaggi magnificamente tratteggiati e segreti a volte inconfessabili.                                                                                                                     Marin Brandt, l’altera sorella di Johannes, Cornelia, la curiosa governante e Otto, il servitore fedele, custodiscono nel cuore molto più di quanto non dicano le loro parole. E su tutto e tutti sembra che a tessere la tela della vita siano gli enigmatici messaggi del miniaturista, quasi fosse una Cassandra risorta dalla mitologia greca. Ma il romanzo, calato nella realtà del protestantesimo calvinista, tipico dell’Europa del Nord, offre anche un’altra chiave di lettura: una riflessione sulla fede.                                                                                                                                        Dopo averlo letto, non si può fare a meno di chiedersi: in che cosa e in chi credo veramente?

Per amore si rischiava tutto: era uno stato di beatitudine mai privo di perle di sgomento.

L’immagine di Johannes e Jack le è ronzata nella testa per giorni, come una falena che sbatta continuamente le ali. È riuscita a farla smettere di volare grazie alla forza di volontà. L’ha intontita e le ha staccato le ali. Ma la falena non è scomparsa.

Quanta infelicità uno deve aver accumulato, dentro di sé, per desiderare la morte di un uomo?

Il vento forte di gennaio le trapassa la giacca, affilato come gli artigli di un gatto.

Nella ha un cappuccio in testa, e una gonna alla buona addosso che le ha prestato Cornelia. Per affrontare la prova si è messa in maschera, come se il travestimento potesse proteggerla dalla verità. Anche Johannes è in costume. Per dimostrare che uno è quello che indossa, gli hanno messo un vestito di raso color argento che non c’entra nulla con la sua persona, e una piuma spocchiosa sul cappello che lui non avrebbe mai portato. La ragazza coglie lampi dell’abito tra una spalla e l’altra, una manica lucente come un’armatura sullo sfondo nero e grigio della folla.


© Marcello Sgarbi 

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