LA RECENSIONE DELLA MOSTRA "SINOPIE" di Fiorella Pittau da parte della CURATRICE DELLA MOSTRA Maria Marchese:
"SINOPIE"
“Sulla carta disegno poco, il mio disegno lo faccio nella terra: fatti gli schizzi e fissate le intuizioni, passo subito alla realizzazione concreta” . (Arnoldo Pomodoro)
Attraverso SINOPIE, Fiorella Pittau avvicinerà l’interesse dell'astante, adunandolo entro i passi di una percorrenza, che si dirimerà nel delicato seppur intenso digradare di uno spicilegio psico /nemorale.
L'artista ivi si rivela come un aedo boschivo e dona vita ad una canopia artistica, vindice di un ritorno alle origini.
Ella porta alla luce delle preziosità figurate, che addovano l’intuizione primieva in una rubesta ma composta condizione terrigeno/soprasensibile.
Una sfera ossimorica, questa, che trova concretezza in una spontanea ma intellettualmente raffinata frugalità, utile perché l’esteta possa trasmettere situazioni fortemente simboliche e pregne di valori precipui.
Questa settimana avremo modo di respirare l’effluvio di un corimbo essenziale e inusuale: queste intuitive sinopie ne rappresentano l’infiorescenza.
L’esteta coglie, nel proprio bosco cognitivo, situazioni che, improvvise, ivi si affacciano; con altrettanta immediatezza, poi, le trasla sulla tela, facendo uso di materiali che possano alleviare la distanza tra lo spettatore e il contenuto sostanziale in esse e da esse profuso.
Il bosco involve il risolversi dell’anima, del sacro, dell’ignoto e del selvaggio che, inconsapevoli, vi interagiscono.
Fiorella Pittau tesaurizza, quindi, la dicotomia esistente tra oscurità e luce, effigiandola come terreno iniziatico.
L’albero stesso, che ricorre sovente come tema madre nelle opere dell’artista, eleva la liaison tra terra e cielo.
L’autrice grossetana altresì serba, caramente, l’immagine della donna e ne alligna il nucleo nel senso del femminino sacro: ella diviene mater generatrice, odorosa di terra e valori precipui, custode di doti artistiche e femminilità nonché portatrice di saggezza.
Tra la ramaglia dell’inconscio prendono forma queste pregevoli essenze figurate, tracciate, dalla mano dell’artista, con la ricercata terra di Sinope: essa esprime qui la passione per la vita, quale fil rouge che, nelle opere, trova magione e quiete.
“Ogni intuizione superiore alla conoscenza sensibile deve sempre venire fissata dallo spirito in un simbolo, vale a dire in un’immagine sensibile che lo renda afferrabile e che sintetizzi in sé le condizioni atte a rievocare, ove occorra, l’intuizione originaria; così il simbolo trasforma quest’ultima in un possesso stabile dello spirito, revocabile e trasmissibile” . (Piero Martinetti)
Il simbolo diviene, nelle speculazioni figurate di Fiorella Pittau, cigno ed emette un canto che conduce nella condizione del pensiero, del ricordo, del gioco fiabesco e di una pacifica provocazione.
“La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono” . (Albert Einstein)
Fiorella Pittau divelle le catene create dalla mente razionale, per spaziare nei respiri dell’intueor: in esso vi addova il bambino interiore.
Quest’ultimo porta con sé naturalezza e spontaneità.
Così, la capace artista fa del ritorno all’origine una forma dissertativa figurata originale e sinottica, che possiede l’intensità nonché lo spessore intellettivo e spirituale capaci di incuriosire e catturare l’attenzione dello spettatore.
Maria Marchese
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