21 maggio 2020

LA MIA MUSICA a cura di Roberto Bertazzoni


LA MIA MUSICA

Nasce sicuramente da una sensazione, un'emozione che poi, lentamente, si allarga. E l'interesse per questa piccola cosa si espande poi per cerchi concentrici che crea un sasso buttato in uno stagno.
Senti una sorta di connessione interiore, speciale, per quello che hai coperto ed è entrato in te. D'improvviso. Come è successo a me.
Ero bambino quando sentii nascere questo entusiasmo crescente, la necessità di mettermi in relazione con la dimensione della musica.
Presto è diventata passione e non mi ha più lasciato. È diventata il senso e il centro della mia vita. In lei ho riposto tutti i miei pensieri, le mie paure, le ansie, i progetti, le gioie e le speranze.
Ricordo che, per un certo periodo, mi chiudevo tutti i pomeriggi in camera e spegnevo la luce. Oppure coprivo la finestra con un telo per creare l'oscurità. E lì, seduto a terra su di un tappeto, rimanevo a occhi chiusi ascoltando, per ore, la musica ad alto volume.
Lei entrava dentro di me, mi avvolgeva, mi circondava e mi stordiva. Era quello il mio “sballo”.
Ciò che più desideravo era sentirmi parte dei suoni, come a un nutrimento al quale era impossibile rinunciare.
La musica è anche un percorso di studio, un processo di apprendimento che devi saper organizzare, soprattutto quando ti concentri su uno strumento. Ma ci sono dei momenti, mentre suoni, che non si riescono a descrivere con le parole.
Quello che si esprime diventa una poesia fatta di suono; la tua fragilità e la tua forza interiori si espandono attraverso di essa, raccogliendosi nell'essenza del suono stesso.
Tra noi si usa dire: suoni come sei. Ed è proprio così. Se tengo un concerto e non mi sento a posto con me stesso, non sarò in connessione neppure con il mio strumento e i suoi suoni.
C'è quindi una strettissima relazione tra quello che hai dentro, in quel preciso momento, e il modo in cui si manifesta il suono.
Esso è il tuo pensiero che agisce per primo e, soltanto dopo, esisterà la musica.
Suonare con passione significa riuscire a mettere tutto te stesso proprio dentro quel suono. E il suono sarai tu e diventerai persino riconoscibile.
Quel suono ti permetterà di elaborare e disegnare il tuo mondo interiore, facendoti capire chi eri e chi sei.
Ti confronterai con i tuoi valori, capirai quello che vuoi nella tua vita.
Il mio suono dei diciotto anni è diverso da quello di adesso, in quanto oggi sono diverso e ho fatto altre esperienze.
Avere intelligenza, sensibilità, passione e la capacità di riconoscere i propri limiti, facendoli diventare anche la propria forza: forse proprio qui, a mio parere, sta la grandezza della musica.

© Roberto Bertazzoni

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