UN
PAPA CONTRO L’ERGASTOLO
Grazie
Francesco di continuare a dare voce e luce agli uomini ombra (così
si chiamano gli ergastolani fra di loro). E di avere abolito la pena
dell’ergastolo nella Città del Vaticano, definendola “Pena di
morte mascherata”. Purtroppo, i politici italiani non ti danno
retta; forse perché sono poco cristiani e continuano a fare orecchie
da mercante. Grazie Francesco perché nell'incontro del 14 settembre
in Piazza San Pietro, con tutti coloro che operano all'interno delle
carceri, ancora una volta ti sei scagliato contro la pena
dell’ergastolo con queste parole: “L'ergastolo
non è la soluzione dei problemi, ma un problema da risolvere".
Francesco,
ti ho scritto diverse volte e in una delle mie ultime lettere ti
avevo detto che il carcere non rieduca nessuno, ti fa diventare solo
una brutta persona. E se fai il “bravo” è solo perché sei
diventato più cinico di quando sei entrato. Ti avevo scritto che è
difficile spiegare cosa accade nella testa di un ergastolano quando
in lui non c’è più futuro, perché il suo domani è un domani
senza più sogni, progetti e speranze. L’unica ragione per pensare
al futuro è il fine pena, ma noi ergastolani non lo abbiamo, perché
gli uomini della nostra società ormai non ci vedono più come umani,
ma come mostri, forse perché lo sono un po’ anche loro.
Ti
avevo mandato anche questa preghiera che rendo di nuovo pubblica
sperando che qualche politico la legga e si decida a fare qualcosa
per abolire finalmente la pena dell’ergastolo.
Preghiera
degli ergastolani
Dio,
siamo i cattivi, i maledetti e i colpevoli per sempre: siamo gli
ergastolani, quelli che devono vivere nel nulla e marcire in una
cella per tutta la vita.
Dio,
nelle carceri italiane ci sono uomini che sono solo ombre, che vedono
scorrere il tempo senza di loro e che vivono aspettando di morire.
Dio,
molti ergastolani, dopo tanti anni di carcere, camminano, respirano e
sembrano vivi ma in realtà sono già morti.
Dio,
l’ergastolano non vive, pensa di sopravvivere e, in realtà, non fa
neppure quello, perché l’ergastolo lo tiene solo in vita, ma
questa non è vita.
Dio,
nessun “umano” o “disumano” meriterebbe di vivere una
punizione senza fine, tutti dovrebbero aver diritto di sapere quando
finisce la propria pena.
Dio,
nessun’altra specie vivente tiene un suo simile dentro una gabbia
per tutta la vita; una pena che non finisce mai non ha nulla di umano
e fa passare la voglia di vivere.
Dio,
dillo tu agli “umani” che gli ergastolani non hanno paura della
morte perché la loro vita non è poi così diversa dalla morte.
Dio,
dillo tu agli “umani” che la pena dovrebbe essere buona e non
cattiva, che dovrebbe risarcire e non vendicare.
Dio,
dillo tu agli “umani” che una pena che ruba il futuro per sempre
leva anche il rimorso per qualsiasi male uno abbia commesso.
Dio,
dillo tu agli “umani” che solo il perdono suscita nei cattivi il
senso di colpa, mentre le punizioni crudeli e senza futuro fanno
sentire innocenti anche i peggiori criminali.
Dio,
dillo tu agli “umani” che dopo tanti anni di carcere non si
punisce più la persona che ha commesso il crimine, ma si punisce
un’altra persona che con quel crimine non c’entra più nulla.
Dio,
come fa a rieducare una pena che non finisce mai? E poi che senso
avrebbe morire in cella rieducati? Dio, pensiamo che a te importi più
che si possa ritornare rieducati fra gli uomini, a portare buone
parole, che un rieducato morto, di cui neanche tu forse sapresti cosa
farne...
Dio,
dillo tu agli “umani” che l’ergastolo è una vera e propria
tortura, che umilia la vita e il suo creatore.
Dio,
dillo tu agli “umani” che la miglior difesa contro l’odio è
l’amore e la miglior vendetta è il perdono.
Dio,
non so pregare, ma ti prego lo stesso: se proprio non puoi aiutarci,
o se gli umani non ti danno retta, facci almeno morire presto.
Carmelo
Musumeci
Settembre
2019
www.carmelomusumeci.com
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