Mutevoli paesaggi Mostra di Federico Guerri a cura di Marco Salvario
Mutevoli
paesaggi
Mostra
di Federico Guerri
a
cura di Marco Salvario
Weber
& Weber – Via San Tommaso 7, Torino
31
maggio – 14 settembre 2019
Nella
pittura di Federico Guerri, artista affermato e in grado di regalare
emozioni come pochi altri, ben si nota l’impostazione che ha avuto
sulla sua tecnica lo studio come scultore. Di affascinante maestria,
infatti, sono la cura e la pulizia del tratto e del disegno, al punto
di non usare il colore in quanto aggiunta inutile e superflua. Tutto
nelle opere è linea, curva, tonalità di grigio. Quello che in
artista meno esperto sembrerebbe la base del lavoro, in Guerri
diventa realizzazione completa e finita, che nulla in più necessità.
Fino
al 14 settembre, la galleria Weber & Weber, ha ospitato nei suoi
spazi raffinati ed eleganti una serie di lavori inediti di questo
validissimo artista.
Non
è facile commentare le opere di Guerri, mentre tanto semplice e
immediato è mettersi davanti ad esse e perdersi nel dedalo ordinato
dei loro movimenti. No, non è facile neppure questo, perché
riuscire a trovare la distanza giusta con la tela, è una separazione
fondamentale tra chi vuole privilegiare la visione d’insieme nel
suo pieno respiro e chi si perde nella ricerca di dettagli, che
spesso sono autentici preziosi cammei.
Ogni
lavoro è il risultato di una creazione spontanea e di un lavoro di
una precisione e di un’attenzione che credo di potere definire
senza timore di smentita, maniacale. La capacità di visione e
controllo della realizzazione da parte dell’artista è
sorprendente.
Davanti
a noi c’è un frammento finito, completo, e che pure è parte di
una realtà fantastica enorme, universale. Il tassello di un grande
mosaico, uno squarcio di un mondo triste, malato, decadente, che era
proiettato verso il cielo e ora si ripiega su se stesso. Lo slancio
vitale è finito, le trionfanti metropoli sono assediate dalla natura
che riprende i suoi spazi. Siamo stati i costruttori di utopistiche
torri di Babele che ci stanno franando addosso.
Ognuno
è libero di forzare il messaggio ricevuto ornandolo di significati
anti capitalisti, ecologisti, o di pura crisi morale. Io non lo farò
e mi fermo alla denuncia di una decadenza descritta con dolore,
angoscia e senza indulgenza. Il messaggio che io ho ricevuto, è un
disperato grido di allarme. Attenti, guardate a dove l’umanità sta
precipitando! E il punto di non ritorno potrebbe già essere stato
superato.
Siccome
mi rendo benissimo conto che il formato delle mie figure non può
rendere neanche in parte idea di cosa contengano le opere di Federico
Guerri, spero che il dettaglio che allego possa, per quanto in minima
parte, rendergli giustizia.
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