IL FOGLIO
LETTERARIO & EDIZIONI IL FOGLIO
Editoria
Onesta dal 1999
E' ORGOGLIOSO
DI PRESENTARE
“UN LAVORO TITANICO, CHE
ALL'ACCURATEZZA DEI GIUDIZI E ALLA SAPOROSA VIVACITA' DELLA SCRITTURA UNISCE UNA
RICCHEZZA E COMPLETEZZA DELL'INFORMAZIONE VERAMENTE UNICHE. OPERA DEFINITIVA SUL
WESTERN ITALIANO”
SPAGHETTI WESTERN
Volume
4
Gli anni del crepuscolo e,
al tempo stesso, della rinascita. Il volume prende le mosse laddove ci aveva
lasciato la precedente opera: dal 1973. Sono gli anni in cui prende piede il
poliziesco all'italiana, presto chiamato con accezione negativa “il
poliziottesco”, ma sono anche gli anni della c.d. New Hollywood e del
revisionismo western americano. Si decostruisce il mito, l'epopea western si
tinge di violenza, di un'ingiustizia che si libera in un pianto infinito
soffocato nel sangue. Sono gli anni in cui l'urlo dell'oriente giunge fino
all'occidente, col suo carico di film di arti marziali sdoganati da Hong Kong
grazie alle fortune di Bruce Lee. Il western italiano tenta di esorcizzare la
crisi buttandosi sulla commedia, quindi sul barzelletta western e persino
tentare un matrimonio impossibile col cinema delle arti marziali. Un declino da
cui, a metà anni settanta, riesce a destarsi per effetto di un lotto di western
disperati, incastonati in scenografie decadenti, intrise di fango e avvolte
dalla nebbia. È il canto del cigno del western all'italiana che regala
capolavori quali I Quattro dell'Apocalisse, Keoma, California e
Mannaja. Matteo Mancini presenta l'evoluzione del cinema di genere, non solo
western, guardando anche oltreoceano e lo fa fino agli ultimi successi di
Quentin Tarantino, in una lunga galoppata che inizia alla maniera di tutte le
favole con il più scontato degli inizi: C'era una volta in
Italia...
Ultimo volume di una vera e
propria enciclopedia dedicata al western all'italiana e, più in generale, al
cinema di genere italiano. Matteo Mancini parte dalla nascente New Hollywood,
dal revisionismo indiano e dalla decostruzione del mito operato da registi quali
Sam Peckinpah, per mostrare lo sviluppo del genere in Italia, ma anche nel
mondo, dall'America alla Turchia, passando per il Messico e il Brasile. Dagli
anni della proliferazione del barzelletta western, figlio dei successi del
sorrisi & cazzotti portato ai vertici delle classifiche incassi da
Trinità, ai tentativi di Sergio Leone, ormai in veste di produttore, di
chiudere col mito in un'ottica agrodolce proiettata al nuovo che avanza con
Il Mio Nome è Nessuno e Un Genio, Due Compari, un Pollo. Una
perdita di identità che porta dapprima al demenziale quindi ai tentativi di
contaminazione con il cinema delle arti marziali proveniente da Hong Kong fino a
ritrovare una nuova graffiante dimensione col western crepuscolare dei vari I
Quattro dell'Apocalisse, Keoma, California e Mannaja, dove torna la violenza
in atmosfere decadenti dominate da fango, pioggia e nebbia. Da qui la crisi
generale degli anni ottanta, sia in Italia che negli Stati Uniti, prima del
risveglio sulla scia dei successi di Balla coi Lupi di Kevin Costner e
Gli Spietati di Clint Eastwood, tra i tentativi di rilancio di Enzo G.
Castellari e Terence Hill fino agli omaggi western di Quentin Tarantino e degli
altri registi internazionali.
Matteo Mancini,
nasce lo stesso giorno di Gianni Garko,
il celebre interprete di Sartana di Anthony Ascott, ma in anno diverso.
Classe 1981, vive da sempre calato in un contesto cinematografico, risiedendo
sopra all'appartamento un tempo utilizzato quale ufficio arruolamento
controfigure e comparse per gli studios Cosmopolitan di Tirrenia (PI), nati
nell'ottica del regime quale risposta italiana a Hollywood. Laureato in legge
con una tesi sulla repressione penale del doping, si divide tra numerose
passioni, dalla critica cinematografica, alla saggistica sportiva (cura il blog
dedicato all'ippica settore ostacoli ippicaostacoli.blogspot.com),
passando per la scrittura creativa. Oltre ai quattro volumi Spaghetti Western
(2012-19), ha pubblicato le antologie La Lunga Ascesa dal Mare delle
Tenebre (2010) e Sulle Rive del Crepuscolo (2011) con Gds Edizioni,
ha curato l'antologia I Bastardi senza Storia (2012) e scritto il saggio
sportivo I Re Senza Corona della Formula 1 (2017) per il Foglio.
Finalista di svariati concorsi narrativi, è stato menzionato nel Premio
Hypnos (della Hypnos Edizioni), selezionato nel 2017 al FIPILI Horror
Festival quale cosceneggiatore del cortometraggio thriller Non Urlare,
oltre che premiato da personaggi quali Carlo Lucarelli, Biagio Proietti,
Edoardo Montolli e altri. Ha collaborato con Pietro Guarriello per la rivista
Zotique, con Gordiano Lupi nella realizzazione dei volume Bruno Mattei
l'Ultimo Artigiano (2012) e Soprassediamo! Franco & Ciccio Story
(2014) e con l'attrice Miss Italia Daniela Giordano per il volume
Io, Daniela (2018). Appassionato lettore, potete leggere le sue
recensioni su giurista81.blogspot.com.
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