02 luglio 2019

IL MONUMENTO Angelo Ivan Leone

IL MONUMENTO Angelo Ivan Leone   Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti), Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a morte. La condanna fu commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli fu messo in libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri 8 anni fu attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring ebbe l’impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che - anzi - gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli... un monumento. A tale affermazione rispose Piero Calamandrei con questa famosa epigrafe (recante la data del 4.12.1952), dettata per una lapide "ad ignominia", collocata nell’atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l’avvenuta scarcerazione del criminale nazista.   Epigrafe di PIERO CALAMANDREI Lo avrai camerata Kesselring il monumento che pretendi da noi italiani ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi. Non coi sassi affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio non colla terra dei cimiteri dove i nostri compagni giovinetti riposano in serenità non colla neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono non colla primavera di queste valli che ti videro fuggire. Ma soltanto col silenzio dei torturati Più duro d’ogni macigno soltanto con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità e non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo. Su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai morti e vivi collo stesso impegno popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre RESISTENZA

2 commenti:

  1. Una vicenda che hai saputo tratteggiare con affabile ironia e che ci fa riflettere sul cinismo di quanti carnefici siano passati indenni attraverso la storia. Oggi pare che quelle memorie siano sul punto di essere sepolte sotto cumuli di indifferenza e sarcasmo, come se tutti quei morti non meritassero un ricordo imperituro. Sulle loro ceneri è risorta, come Araba fenice, questa nostra Italia, oggi sberleffo del mondo intero.

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  2. Una vicenda che hai saputo tratteggiare con affabile ironia e che ci fa riflettere sul cinismo di quanti carnefici siano passati indenni attraverso la storia. Oggi pare che quelle memorie stiano per essere sepolte sotto cumuli di indifferenza e sarcasmo, come se tutti quei morti non meritassero un ricordo imperituro. Sulle loro ceneri è risorta, come Araba fenice, questa nostra Italia, oggi sberleffo del mondo intero.

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