IL DIO DI HEGEL Riflessioni di filosofia del diritto a cura di Vincenzo Capodiferro
IL
DIO DI HEGEL
Riflessioni
di filosofia del diritto
Il
Dio di Hegel è un Assoluto che si incarna nello Stato dominatore,
non solo sui suoi sudditi-pedine, ma sugli altri Stati servi. Il
rapporto tra gli stati, infatti, è selvaggio, è come lo status
naturae
hobbesiano dominato dalla fatidica guerra: bellum
omnium contra omnes.
Si sviluppa proprio come nel rapporto tra le autocoscienze, nella
lotta tra vincitore-vinto e servo-padrone che più si trasformano
vicendevolmente. L’idea darviniana di lotta proveniva dalle
aberrazioni di Hobbes e Malthus. L’Assoluto si incarna nello Stato
forte. Questa perniciosa concezione ha avuto delle conseguenze
inconfondibili: Hegel è il padre e maestro del nazismo e del
comunismo. Marx ha applicato alla lettera il suo metodo, pur avendone
rifiutato il panlogismo. La riforma dello Stato Corporativo fascista,
voluta dal Gentile, si ispira direttamente ad Hegel. Alla lotta tra
gli spiriti del popolo, cioè trai fantasmi della guerra succede la
lotta di classe, a questa succede la lotta hitleriana tra le razze ed
oggi siamo alla lotta tra le civiltà. Alla basa c’è sempre questo
mastodontico Hegel. L’Assoluto si incarna nello Spirito del Popolo
dominate e nello Spirito del Mondo. E dove si trova L’Assoluto in
questa assurda concezione panteistica che giustificherebbe perfino -
perché no? - i totalitarismi e gli stermini di massa del Novecento?
Sia nello Stato dominante che nello Stato dominato. Lo storicismo
hegeliano si rifà naturalmente a concezioni medievali, alla teoria
della Traslatio
Imperii
di Ottone di Frisinga, che a sua volta si rifà alle profezie
millenaristiche medievali, allo storicismo gioachimita, ripreso in
parte dal nostro Vico, alle profezie di Daniele. Il Dio di Hegel è
lo Stato. Lo Stato è «l’ingresso di Dio nel mondo». Il Dio di
Hegel è un Dio guerrafondaio, un Moloch che divora bambini tra le
sue fiamme ardenti. Chi potrà salvarsi? Anania, Azaria e Misaele!
Egli certamente non è Dio! Aveva ragione Pascal: il
Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe non è il Dio dei filosofi.
Questo Dio è il Dio di questo mondo di Paolo, colui che tentò il
Cristo dal pinnacolo del Tempio, facendogli vedere tutti i regni
della terra. Tutti i regni della terra sono suoi, perché egli non ha
il regno celeste. Giustamente Hobbes lo aveva chiamato col suo vero
nome: Leviatano, un demonio. Hegel confonde la Divina Provvidenza con
questo diavolo dominatore. Ma che Dio è questo? Si serve dei suoi
burattini, della massa che è gregge e dei suoi eroi, come Cesare,
Napoleone, Carlo Magno, Gengis Khan, Tamerlano, Ottone Magno, Carlo V
e perché non ci mettiamo pure Hitler, Stalin e compagnia bella?
Napoleone prima viene usato da questo Dio crudele e poi viene
scaraventato a Sant’Elena? E si converte? Perché mai Napoleone
avrebbe dovuto convertirsi se aveva fatto la volontà di Dio? Come
mai il Manzoni avrebbe sprecato un’ode per la sua conversione? E
quale libertà ci può essere nel progresso della storia? Libertà di
chi? Regno antico, regno romano, regno cristiano e germanico… Hegel
è il profeta del Terzo Reich. Hegel e Nietzsche rifiutano il Cristo:
il Dio debole. Vogliono un Dio forte, bellicoso. Benedetto
il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie
dita alla battaglia. Essi
vogliono quel Yavhè conduttore di eserciti. Da buoni discendenti
degli antichi Germani essi vogliono un Dio guerriero, come Odino che
porta gli eroi nel Valalla. Nietzsche adora Dioniso, l’Odino greco.
Odino è il Furore, l’eroico furore di Bruno che ricorda le
baccanali degli invasati di Dioniso. Ecco un esercito di drogati come
quello di Hitler, pervasi di pervitin, il nuovo Bacco! Così fanno le
guerre-lampo! Non si può accettare un Dio crocefisso? L’unico uomo
in cui Dio si è incarnato è nel Cristo! Il resto sono tutti
anticristi, incarnazioni di Arimane. Wotan
id est Furor.
In fondo in fondo i filosofi tedeschi adorano questa loro
antichissima divinità ascosa. L’adora certamente Hegel, l’adora
Nietzsche, col suo Dioniso, l’adora Schopenhauer colla sua cieca,
frenetica, assurda Volontà, l’adora Heidegger in questo Essere che
si rivela e si asconde, chiama e non chiama all’autenticità,
l’adorano Groddeck e Freud nel loro Es spietato. Meno che Darwin
col suo Hanuman! La teoria eroica hegeliana è simile a quella
orientale degli avatar. Qui giustamente possiamo dire che si adempie
la profezia hegeliana: bisogna accettare l’essere così come si
manifesta nello stato di cose in quel momento. Dobbiamo accettare un
Hitler, uno Stalin, figli della provvidenza. Così fece anche
Heidegger. Qui non c’è morale, non c’è bene, né male.
L’oltre-uomo nietzschiano è l’uomo cosmico hegeliano: sono la
stessa figura, dei demoni incarnati che guidano l’umanità. Il
gregge umano è solo un esercito da comandare. Qui si adempie la
profezia hegeliana: ogni popolo ha il suo spirito e questo spirito
degli antichi Germani si manifesta nella cultura, società,
religione, e storia tedesca. Feuerbach segue le lezioni di Hegel,
viene ammaliato da Hegel. Impara in due settimane ciò che non aveva
capito studiando per anni! Ma da chi veramente è ispirato questo
Hegel, che Schopenhauer e Kierkegaard accusano di ciarlataneria.
Nella successione dei regni storico-universali, la libertà
progredisce: in quello orientale è libero solo uno, in quello romano
e greco alessandrino, sono liberi alcuni, in quello cristiano e
germanico tutti sono liberi. Ma che libertà c’è se fa tutto Dio?
Che bisogno c’era di crocifiggersi, se fa tutto lui? Anche qui c’è
un Odino che per egoismo si sacrifica a se stesso, s’appende ad un
albero, l’Ygdrasill, per nove giorni, si cava un occhio per avere
la sapienza del tutto. Il vangelo dice: cavati un occhio se ti è
occasione di scandalo. Cioè l’auto-accecamento deriva dalla
conoscenza del peccato, il discernimento. ma qui il male non esiste,
“la banalità del male” … Dio non può sbagliare. Il bene e il
male esiste per noi, poveri mortali, pedine dell’Assoluto, ma non
per Dio, né per i suoi highlander che manda sulla terra. Noi uomini
a questo punto abbiamo il dovere morale di non seguire più questi
uomini cosmici, di ribellarci a questo Dio, di dire a questo Dio: tu
vuoi fare la guerra, vuoi giocare alla guerra? Fallo tu? Noi siamo
delle pedine e va bene, ma ci siamo rotti di fare le tue battaglie,
adesso non ne possiamo più! E durante la Guerra Fredda l’Assoluto
dove si è incarnato? Naturalmente nell’America fedele, non nella
Russia comunista ed atea! Il Dio di Hegel è un Dio della guerra, un
Marte: «Dalle guerre risultano non soltanto rafforzati i popoli, ma
nazioni che sono in discordia in sé, acquistano, mediante guerre
all’esterno, pace all’interno. Certamene, dalla guerra proviene
la malsicurezza della proprietà, ma questa malsicurezza delle cose è
null’altro che il movimento, il quale è necessario …». Hegel
avrebbe portato in altri tempi ad una guerra nucleare, alla
distruzione del cosmo. Va bene che se fosse rimasto vivo Roosevelt
non avrebbe mai permesso lo sgancio della bomba atomica! La guerra
purifica i popoli, è l’igiene del mondo. La guerra permette
all’Assoluto il passaggio cosmico da un fantasma all’altro. I
futuristi diranno lo stesso! Non è stato difficile così ad un
Feuerbach e un Marx passare così prontamente dal panteismo
all’ateismo, con un Dio così!? Già il maestro aveva detto: la
religione è alienazione, è rappresentazione. Dio lo cogliamo
pienamente solo con la filosofia! E figurati: tot
capita tot sententiae!
Figurati se i filosofi possono mettersi d’accordo sull’idea di
Dio! Già nel medioevo ci avevano provato e ventiquattro filosofi
avevano dato ventiquattro definizioni diverse di Dio. Il vero Dio è
quello di Kierkegaard, non quello di Hegel, è quello di Tommaso, la
cui filosofia è stata definitivamente corrotta da quella tedesca,
che da Kant in poi si è sempre di più allontanata dal cristianesimo
originario. Dio sarebbe uno sterminatore di popoli, un terminator.
Mussolini, Hitler, Stalin, Franco, Polpot, Mao… sono tutti
manichini manichei dell’Assoluto, che fanno per lui il lavoro
sporco del super-darvinismo accelerato.
Vincenzo
Capodiferro
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