20 maggio 2019

Lavorat(t)ivaMente. La medaglia del rovescio a cura di Angelo Ivan Leone

Lavorat(t)ivaMente. La medaglia del rovescio 

Lavorat(t)ivaMente. La medaglia del rovescio. La questione ambientale nel mondo del capitale: l’umanità schiacciata dalle contraddizioni del progresso


È difficile parlare delle contraddizioni intrinseche del capitalismo e del nostro modello di sviluppo occidentale fondato sull’economia liberale senza cadere nella solita e vuota retorica.
Il problema tuttavia esiste e sarebbe stupido ignorarlo anche perché esso coinvolge realmente tutte le popolazioni del globo andando a toccare la stessa sopravvivenza della razza umana sulla Terra.

Il selvaggio disboscamento di foreste

come nel caso dell’Amazzonia, gli iceberg che si staccano dal polo a causa dell’effetto serra con il conseguente surriscaldamento della temperatura del pianeta e le innumerevoli specie di animali in estinzione quando già non estinte che alterano il normale equilibrio biologico globale, sono solo alcune delle conseguenze catastrofiche che porta il trionfante capitalismo occidentale.

Questi crimini contro l’umanità sono sotto gli occhi di tutti

ed è assurdo non prendere atto di una situazione che si va facendo di anno in anno sempre più pericolosa. Purtroppo siamo alle solite, come spesso accade, molta gente fa finta di non vedere rifacendosi alla politica dello struzzo che da noi in meridione potrebbe benissimo essere preso come animale-emblema per un’involuzione plurisecolare.
Certo, almeno in questo caso, non siamo i soli a far finta di non vedere, ma questo non ci fa onore anche perché si dovrebbe essere nemici, a prescindere, della filosofia del mal comune mezzo gaudio. Qualcosa a livello mondiale lo si è cominciato a smuovere. In tempi relativamente recenti, grazie alla stesura e all’approvazione da parte di molte nazioni del Protocollo di Kyoto della convezione sui cambiamenti climatici, datato 1992. Purtroppo non figurano tra gli stati aderenti a questa regolamentazione del problema ecologia alcune “piccole” nazioni come gli Usa, ai quali forse interessa di più l’egemonia sul mondo che la salvaguardia dello stesso.
La defezione statunitense è grave e diventa intollerabile quando si pensa che la strapotenza americana è anche una strapotente fonte di inquinamento grazie ai colossali impianti industriali esistenti, si pensi alla Silicoon-valley. Cosicché il protocollo di Kyoto rimane una carta dalle lodevoli intenzioni a cui i garanti del mondo libero, come si autodefiniscono gli americani, danno un carattere meramente formale se non del tutto illusorio.
Da queste grandi questioni che necessitano probabilmente di tempi abbastanza lunghi per essere risolte possiamo e dobbiamo scendere ai nostri problemi locali di rapporto con la natura, cercando di diffondere quanto più possibile la cultura di rispetto e di tutela dell’ambiente in cui le passate amministrazioni non hanno certamente brillato, e che in molti strati del nostro tessuto sociale è sentita ancora come un qualcosa di superfluo che magari al massimo può fare tendenza.

Per quanto poi riguarda il capitalismo,

si dirà che esso non è solo distruzione, e questo è indubbio, ma ogni tanto dovremmo anche ricordarci dell’ammonimento lanciato 2 secoli fa dal grande Nuvola Rossa all’uomo bianco
“alla fine vi accorgerete che non potrete mangiare i vostri inutilissimi soldi”.
Inutili, magari no, ma di certo immangiabili.
(C) Angelo Ivan Leone
[immagine di copertina tratta da ifeelgood.it]

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