06 giugno 2018

GOES TO THE MOVIES di Stephen King a cura di Miriam Ballerini


GOES TO THE MOVIES
di Stephen King

© 2009 Sperling & Kupfer – Sperling Paperback
ISBN 978-88-6061-538-1 86-I-09 Pag. 540 €12,66

Il libro è una raccolta di cinque racconti presi da altrettante raccolte. La loro particolarità è che, di ognuno di loro, è stato fatto un film.
Non è una novità, molti romanzi e racconti di King sono stati utilizzati per realizzare dei film o delle serie, alcuni davvero memorabili, ricordiamo ad esempio “Il miglio verde” per citare un film, e “The dome” riferito a una serie.
Prima di leggere ogni racconto in questione troviamo una pagina in cui lo scrittore ci mette a parte della sua opinione e accenna alcuni retroscena autobiografici.
“1408” è il primo racconto, il film ha mantenuto lo stesso titolo. Letto e visto entrambi.
Si tratta di un racconto su una camera infestata il cui numero, se sommato, dà tredici.
“Il compressore” è il secondo racconto, che, nel film, è diventato “The mangler – La macchina infernale”. Anche in questo caso, letto e visto.
King, prima di diventare uno scrittore affermato, lavorò in una lavanderia. La macchina per stirare le lenzuola, per lui, è diventata una sorta di sbuffante vampiro.
“Uomini bassi in soprabito giallo”, è diventato nel film “Cuori in atlantide”. Ho solo letto la storia. Uno dei racconti più belli di King. Prende ed è assolutamente perfetto.
“Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank”, diventato “Le ali della libertà” è uno dei lavori meravigliosi diventato un superbo film. Letto e visto, ed entrambi trovati di un livello eccelso.
Infine, dal racconto “I figli del grano” è nato il film “Grano rosso sangue”. Entrambi piuttosto orrorifici e che funzionano.
Al termine del libro troviamo le dieci versioni cinematografiche preferite da King e, di seguito, la filmografia completa.
Dice King: “I miei libri sono tutti emotivi. Lo so che mi definiscono uno scrittore horror, e io non ho mai fatto obiezioni a questa etichetta, ma non l'ho neppure davvero accettata. A me interessa aggredire le emozioni dei lettori, scipparle. Non credo che i libri debbano essere una questione intellettuale. Il mio lavoro è quello di farvi bruciare la cena mentre leggete. Se poi spegnete la luce e avete paura che si sia qualcosa sotto il letto, bene”.

© Miriam Ballerini

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