MEMME BEVILATTE SALVATA DA TERESA Una storia di salvezza e speranza durante l’occupazione tedesca, di Italo Arcuri a cura di Vincenzo Capodiferro
Una
storia di salvezza e speranza durante l’occupazione tedesca, di
Italo Arcuri
“Memme
Bevilatte salvata da Teresa” è una storia vera, raccontata e
documentata dal giornalista e scrittore Italo Arcuri, pubblicata
dalla Casa Editrice Emia, Morlupo 2018. Italo Arcuri nasce a
Sant’Agata di Esaro, in provincia di Cosenza, nel 1967. Trai suoi
lavori ricordiamo: La
città alla rovescia
(2000); Il
corpo di Matteotti
(2013); Il
rifiuto
(2016); Ambrogio
Donini e la storia delle idee
(2016); Minute
di passaggi di tempo
(2017). Teresa Giovannucci era nata a Fratte Rosa il 29 luglio del
1912. Faceva la domestica nella casa del rabbino Marco Vivanti e di
Silvia Terracina, che era maestra a Roma. Quando anche Mussolini
aderisce al programma nefasto e genocida nazista con le Leggi
Razziali nel 1938 e successive persecuzioni, tutta la famiglia
Vivanti, con le figlie Enrica ed Emma, madre di Memme, con il marito
Alessandro Dell’Ariccia, ed altri si trasferiscono presso la casa
di Riano. Teresa aveva sposato Pietro Antonini. Il vero nome di Memme
era Miriam Dell’Ariccia. Era nata il 29 ottobre del 1941. Otto
ebrei rimangono in un retrobottega nascosto della casa di Teresa
dall’ottobre del 1943 fino al 6 giugno del 1944, quando Riano viene
liberata dagli americani. Teresa e Pietro nel giugno del 1993 sono
nominati “Giusti tra le nazioni”. Italo Arcuri con un taglio
particolarissimo che sta tra il giornalista, lo storico ed il
romanziere, ci racconta un fatto avvincente, ma vero, toccante, di
questa bambina, Memme. Memme come Mosè, viene salvata dalle acque.
Mosè è sia il salvato che il salvatore: colui che salva il popolo
dalla schiavitù d’Egitto. È una piccola goccia che si perde nel
mare della Shoah: «Shoah in ebraico significa catastrofe,
desertificazione, distruzione. È un termine sgradevole e ripugnante,
che rimane chiuso ed insensibile persino nella pronuncia. Ha però un
significato ben preciso, che ha a che fare con la persecuzione
nazista del popolo ebraico già a partire dall’inizio del 1937….
Esseri umani. Uomini, donne eliminati, cancellati dalla faccia della
terra solo perché “ebrei”.
Cinque-milioni-ottocento-sessanta-mila». Così ci descrive Italo in
poche, ma significative battute, questo fenomeno ripugnante. Ma ogni
goccia è preziosa per arricchire il mare della memoria: per non
dimenticare! Questo ricordo è opportuno soprattutto oggi, quando i
venti di destra soffiano da est e come turbini travolgono l’Europa.
Tornano i nazionalismi. Tornano le guerre di religione. Così notava
il grande Bobbio prima di morire. Ed è proprio così. La Storia
molte volte soffre di uno strano complesso, che potremmo definire di
Cassandra, la profetessa della Verità: quando dice il vero non viene
creduta, quando, invece, accadono le catastrofi tutti insorgono
contro di lei: maestra di sventure! uccello del malaugurio! Ecco
l’impotenza della storia: è la volontà di impotenza, non la
volontà di potenza che ci guida. Il popolo si rende impotente di
fronte alle trasformazioni storiche. La storia di Memme si intreccia
con la storia d’Italia e con la storia del Mondo, potremmo dire
l’onto-storico si fonde col filo-storico. Durante la guerra torna
in Italia la propaggine dello spauracchio di una irrisolta,
irrisolvibile Questione Meridionale. Nord e Sud sono divisi, proprio
come oggi: il Sud giallo, il Nord Verde-blu. La nuova bandiera
d’Italia (giallo-verde-blu) rispetta profondamente questa divisione
storica. Per diciannove mesi, dal settembre del 1943 all’aprile del
1945, l’Italia rimane divisa: il Nord subisce l’occupazione
tedesca coi repubblichini di Salò, il Sud rimane in mano dei
badogliani. Al Nord si assiste alla stagione aurea della Resistenza
armata. La Resistenza inizia col delitto Matteotti e finisce col 25
aprile. Viviamo una nuova stagione del Risorgimento: l’Italia deve
essere liberata! La storia di Memme si staglia proprio in questo
periodo particolarissimo. Riano si trova nella zona di confine. Verrà
liberata solo nel tardo ’44. “Memme Bevilatte salvata da Teresa”
ci offre uno spaccato interessantissimo e ci mostra un’Italia dal
doppio volto, madre e matrigna, come una natura leopardiana: una
madre persecutrice ed una madre salvatrice. «Il libro» di Arcuri
«racconta,» - come si legge nel primo capitolo - «allo stesso
tempo – e paradossalmente – di un odio e di un amore, di un
disprezzo e di un affetto, di un rifiuto e di una tolleranza. L’odio,
il disprezzo e il rifiuto di chi ha dichiarato e mosso guerra agli
ebrei e il coraggio di chi, eroicamente, a questa proclamazione di
guerra, ha saputo opporre, sempre e soltanto, amore, affetto e
tolleranza». L’Italia stessa è una mamma, nutrice ricca di latte,
che ha nutrito generazioni e generazioni. La patria è madre e padre.
Donne e uomini come Teresa, salvando Memme, salvano l’Italia dal
duro giudizio della Storia. Per questo dobbiamo ammirare questi eroi,
che provengono dal popolo. «Pietro muore il 4 luglio 1990, Teresa
sette anni dopo, il 22 novembre 1997. Marito e moglie, fianco a
fianco, sono seppelliti nel cimitero di Riano». «Memme
Bevilatte,
ovvero Miriam Dell’Ariccia, classe 1941, ha tre figli e sei nipoti,
ed è tra noi a testimoniare la sua storia e quella di Teresa e
Pietro».
Vincenzo
Capodiferro
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