05 dicembre 2015

Paratissima di Marco Salvario - terza e ultima parte

 PARATISSIMA - TERZA E ULTIMA PARTE

Meng Yangyang

La Cina ottiene una sua area espositiva a Paratissima e la gestisce e occupa con l’autorevolezza e la forza commerciale che mostra in ogni settore. Non so a voi, ma a me questa nazione con quasi un miliardo e mezzo di abitanti, affascina e spaventa. Sono così tanti che conviene andarci d’accordo.
Mi soffermo su Meng Yangyang, nata nel 1983. Il suo pennello sa suggerire e precisare dettagli con un’abilità quasi diabolica. Nuovo impressionismo? Sembra di non vedere, ma di vivere un ricordo, un sogno, un’idea.
Corpi adagiati sulla sabbia. Un’idea di mare, serenità, quiete, sereno abbandono. Stanchezza dopo una gita, forse una festa, oppure riposo dopo una lunga settimana di studio o di lavoro. Figli di una borghesia omologata eppure capace di ritrovarsi insieme, di condividere emozioni, serenità, speranze. Quasi il contraltare a tanti giovani occidentali, soli anche quando sono in compagnia, schiavi dell’ultimo modello di iphone, incapaci di comunicare usando frasi e parole. L’oriente è massa e l’occidente è individualità: alcuni anni fa avrei detto che ero felice di essere nato in questa parte del mondo, adesso, guardando i giovani randagi che vagano per le nostre strade, non ne sono più tanto sicuro.


Riccardo Erata

Cosa rimane nei nostri occhi delle città in cui viviamo, confuse in motivi ripetuti e grigi, appannati dall’abitudine, deformati dal nostro passo veloce, dal nostro correre distratto?
Poco, pochissimo. Macchie, righe, vaghe impronte in movimento.
Quel minimo essenziale, Riccardo Erata, ventitreenne artista lombardo, lo sa cogliere con occhio attento nelle sue fotografie e ce lo presenta con fredda crudeltà.
Davvero così poco ho percepito della mia Torino mentre ne ho attraversato le strade e dal lavoro tornavo a casa con il pensiero a metà tra i problemi lasciati in ufficio e quelli che mi aspettavano in famiglia? Così poco, sì, così poco.


Roland Perathoner

Raffinate, semplici di quella semplicità che solo una grande abilità artistica sa plasmare, e dense di sentimenti e messaggi, sono le opere di Roland Perathoner. Un artista ricco di quella capacità di sentire e interpretare che hanno spesso coloro che vivono vicino a una frontiera, nutriti di idiomi e tradizioni diverse, che nella propria arte realizza un linguaggio nuovo e universale, un esperanto in immagini che è ponte tra le genti. Testimone di quel passato antico e nobile, in armonia con la natura, con valori veri che non sono ancora stati travolto dai ritmi caotici della modernità alienante ed esasperata.
Volete una terapia contro lo stress? Comprate un’opera di questa artista e, due volte al giorno, contemplatela per almeno dieci minuti!


Corrado Riccomini

Le nature morte rinascono a nuova vita grazie alle fotografie di Corrado Riccomini, che riesce a donare a un tema che sembrava campo esclusivo della pittura grazie ai chiaroscuri e alla scelta dei colori, un’interpretazione moderna ed efficace.
Straordinariamente azzeccato il titolo di una sua mostra parmigiana: "Frutti e Verdure - Dipinti senza pennello". Però, oltre a frutti e verdure c’è di più, e non mi riferisco a piatti e vasi. C’è un’anima che pulsa e traghetta il passato nel presente.
Riccomini s’ispira ai grandi artisti del genere di tutti i tempi, ma la sua opera non è copia o imitazione, bensì rinascita e riproposizione gradevole e meticolosa.


Serena Debianchi

Ventiquattro anni e tanta originale creatività, tra l’ingenuo e il malizioso, tra la favola e l’esibizionismo. Il risultato è ottimo, simpatico, buono per ogni pubblico. Certo, c’è una punta di ruffianeria che traspare, ma non guasta: Serena Debianchi sa valorizzare la bellezza della propria età e la dosa con sapienza, trasformandosi da donna a bambina, da fata a vivace animaletto. Che importa che a coprirle il nudo decolté non sia un mazzo di rose ma di carciofi, che il frutto addentato con voluttà peccaminosa non sia una fragola ma un ravanello? Il risultato è notevole e l’abilità di coordinare il doppio ruolo contemporaneo di fotografa e modella, quasi diabolica.
Meno abile di Serena come fotografo, chiedo scusa al lettore e all’artista se nelle mie immagini si vedono disturbanti riflessi di luci che nulla hanno a che vedere con le opere che volevo mostrarvi.


Citazioni veloci:

Annalisa Pisoni Cimelli. Notevole la composizione a quattro foto di “Genova a fior di pelle-on my head”.

Matteo Suffriti. Sguardi di occhi che indagano, cercano, scorrono distratti, sfidano, fuggono e spiano. “Social Network”.

Valentina Baggi. Degno di un grande artista classico e al tempo stesso innovativo il suo studio “A piedi nudi nell’arte”, di 2 metri per 2 metri, anche se mi ha procurato un involontario prurito al calcagno.

Fabio Ballario. Interessanti le sue immagini di pittura digitale su stampa fotografica con temi portacenere e con titolo: “Vizi”.

Paolo G.Tartarini. L’installazione “People” è una delle più riuscite di questa edizione di Paratissima. Meritava qualche parola di più, sarà per la prossima volta!

Maria Ritorto “marimma”. Le sue agili sculture in legno di radice d’erica sono sempre un miracolo d’equilibrio, al confine tra realtà fisica e anima.

Katja Fischer. “Di passaggio”, olio su tela dove gli spazi interni ed esterni di un aeroporto sono resi con modernità ed efficacia.

Albino Caramazza. I suoi collage realizzati con bustine di zucchero risultano sempre creazioni sorprendenti.

Valerio Vada. Corpi femminili di grande sensualità, disegnati a matita sul legno.

Carla Secco Art. Creature tra fate e colorate figure extraterrestri, disegnate con simpatia ed efficacia.

Simona Petronzi “Simmy”. Un’artista giovane che presenta i suoi dipinti su legno, in uno stile e gestione dello spazio che ricorda la pittura Shanghai, rivisitata però rompendone le rigide linearità. Una strada originale e persuasiva.


Arrivederci a Paratissima 12. Forse!



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