17 marzo 2013

Alain di Solminihac

Grande riformatore religioso, amato da Richelieu e da San Francesco di Sales
  Alain di Solminihac nasce il 25 novembre 1593 da nobile famiglia nella Francia meridionale, presso il castello di Belet, nel circondario di Périgueux. Qui trascorre la sua giovinezza. Desiderava entrare nei Cavalieri di Malta, ma suo zio, Arnaldo di Solminihac, essendo abate del monastero di Chancelade, dell’ordine degli Agostiniani, lo esorta ad entrare nella famosa abbazia del centro francese. Dopo un anno di noviziato, il 28 luglio dell'anno 1616, emette la professione religiosa. Alain si dedica allo studio della filosofia e della teologia a Parigi, dove ha occasione di conoscere e stringere amicizia, tra gli altri, con S. Vincenzo de Paoli e Carlo Faure. Conosce San Francesco di Sales, che diviene suo amico ed estimatore. Alain è ordinato sacerdote il 22 settembre 1618. Dopo quattro anni di soggiorno impegnativo a Parigi, nel settembre del 1622, riceve la benedizione abbaziale. Nel 1623 Alain redige le Costituzioni, improntate all’austerità. L'abate, svolgendo anche l’ufficio di maestro dei novizi, rivolge particolare attenzione alla formazione dei giovani. Ha molto a soffrire per la sua Congregazione. Carlo Faure, infatti, il quale a Parigi lo aveva anche seguito nella vita religiosa, ha l'incarico dal cardinale Francesco de la Rochefoucauld di mitigare tutte le regole delle case fondate da Canonici Regolari del regno di Francia. L'abate di Chancelade si oppone a questo progetto. Una ordinanza regia del 1636 impone la fusione delle Congregazioni. Alain non accetta ed intenta una causa presso il Consiglio della Corona e presso la Santa Sede, che gli dà ragione. Nel 1636 viene nominato vescovo di Cahors, tra Périgueux e Tolosa. Il cardinale Richelieu prende Chancelade sotto la sua personale protezione e garantisce la stabilità della riforma. Nel 1659 è costretto ad interrompere una visita pastorale: le forze fisiche non reggono più. Muore il 31 dicembre del 1659. È stato un grande riformatore che si è premurato di far attuare i decreti del Concilio di Trento, seguendo in questo il suo grande modello, San Carlo Borromeo. Abbiamo ripreso queste notizie dalla biografia di Carlo Egger: Un rinnovatore. Alano di Solminihiac, canonico regolare di S. Agostino, Roma 1979. Giovanni Paolo II lo ha beatificato nel 1981. Per meglio chiarire la portata della riforma di Alain di Somnihiac abbiamo trovato e riportato alcune lettere di illustri personaggi storici francesi, che avevano a cuore l’opera dell’abate, come questa lettera del cardinale Richelieu all’abate di Chacelade, datata 16 aprile 1636: Il re desidererebbe colmare i posti vacanti del reame di Francia di persone che si siano pari alla vostra esemplare scuola. Le notevoli qualità e la maestà che abbiamo in voi riconosciuto, ci hanno indotto a queste favorevoli considerazioni nei vostri riguardi e ci hanno fatto riporre lo sguardo su di voi... Questo avviso vi viene raccomandato proprio perché nutriamo somma stima per voi… e nello stesso luogo esprimiamo tutte le nostre premure. Al che il santo con obbedientissima osservanza risponde: Eccellenza Reverendissima Monsignor Richelieu, io riprendo la penna subito per rispondervi. Rivolgo a voi ed a sua maestà il Re le mie più profonde riverenze. E per il grande riguardo che nutro nei vostri confronti e della sua Maestà colgo l’occasione per esprimere tutte le preoccupazioni per non rendere vana la riforma degli ordini religiosi. È mio desiderio che queste considerazioni siano riportate al Re, sempre in ossequio ai voleri di sua Maestà ed ai suoi disegni e al progetto di riforma, per prendere tutti i provvedimenti necessari a che siano soddisfatte i suoi incontestabili voleri. Possano essere gradite a voi queste mie osservazioni. Realmont 27 aprile 1636. Il re Luigi XIII ebbe molto a cuore il nostro santo riformatore, tanto che di lì a poco emanò un diploma regio: Oggi 17 del mese di giugno, dell’anno del Signore 1636, dalla sede di Fontainebleau, per la maggior gloria, l’onore e la maestà di Dio, abbiamo deciso di colmare la sede vacante della Chiesa di Cahors di una persona, dotata di tutte le virtù e di tutti i requisiti richiesti e tutto a vantaggio della Santa Chiesa, nonché dell’edificazione delle anime. Dopo aver considerato tutti coloro che ne potessero essere degni e capaci, ci siamo soffermati su di lui. Questa persona è Alain de Solminhiac, abate di Chancelade. Abbiamo fatto questa scelta per la santità della sua vita. La fama di costui aumenta di giorno in giorno, per la dottrina, la pietà, per tutte le raccomandabili qualità, che sono in lui e per tutti i dignitosi servigi che ha reso alla santa Chiesa, soprattutto per la riforma dell’ordine di Sant’Agostino, per cui egli si è sempre prestato con zelo. Dignitoso nell’esempio di vita cristiana, si è sempre battuto, con vigilanza, per l’integrità dei costumi, per l’opera riformatrice, e per tutte le perfezioni, atte all’intento di ristabilire l’antico splendore dell’ordine. Per questi motivi abbiamo stabilito che l’abate di Solminhiac, divenga vescovo della Chiesa di Cahors. E dopo il re Luigi XIII scrisse anche al papa Urbano VIII, Maffeo Barberini, sotto il cui pontificato si compì anche il processo a Galileo Galilei: Santo Padre, per la grande santità di vita e la singolare devozione delle anime nostre verso di lui, abbiamo additato Alain di Solminhiac, abate di Chancelade, dalla somma dottrina e dalle altre raccomandabili virtù, che abbiamo riscontrato nella sua persona, per colmare le sedi vacanti della Chiesa del nostro reame di persone che abbiano le qualità necessarie per la maggior gloria di Dio e per l’edificazione morale e spirituale della santa Chiesa. Pertanto abbiamo fatto la scelta dell’abate di Chancelade per la diocesi di Cahors. Abbiamo inviato questa missiva a Sua Santità, con preghiera di adoprarsi a tutti gli adempimenti dovuti a che l’abate divenga vescovo, a redigere la relativa bolla del provvedimento apostolico necessario a seguito di questa memoria, accompagnate dalle suppliche più ampie, che rivolgiamo a sua Santità. Voglia sua Santità porre il suo sguardo verso di lui per mantenere il buon regime ed il governo della sua Santa Chiesa. Dato in Fontainebleau, il 16 giugno del 1636. Il vostro devoto figlio, Re di Francia e di Navarra, Luigi XIII. Che dire di più di quest’uomo? Ha onorato grandiosamente l’ordine di S. Agostino. Fu promotore di una sentita riforma della Chiesa e dei costumi. Tanto è che oggi non si parla più di Controriforma, ma di Riforma cattolica. Di lui veramente possiamo dire come Agostino: Intellegat non se esse episcopum, qui praeesse dilexerit, non prodesse. «Non è vescovo chi ama essere capo, ma non ama essere utile» (De Civ. Dei, XIX,19).
 
Vincenzo Capodiferro

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