16 ottobre 2006

La morte di Karl Marx

di Rachele Lorusso
Nella bella ed anche piuttosto umoristica biografia che il giornalista britannico Francis Wheen ha dedicato a Karl Marx - pubblicata in Italia da Oscar Storia -, è possibile trovare una pagina di grande effetto riguardante uno degli ultimi episodi conosciuti della vita del filosofo tedesco.Durante l'estate del 1880, sulla spiaggia di Ramsgate, dove era solito andare a giocare con i piccoli nipotini, il leader comunista aveva promesso di concedere un'intervista al giornalista americano John Swinton, il quale lo attese pazientemente fino all'ora di cena. Molto suggestivo e certamente più significativo di quanto non appaia ad una prima lettura, è il resoconto che Swinton ci ha lasciato a proposito di questo suo singolare incontro."Parlammo del mondo e dell'uomo, dei tempi e delle idee, con il rumore del mare che faceva da sottofondo al tintinnio dei nostri bicchieri. Il treno non aspetta nessuno e la notte è imminente. Levandosi al di sopra del confuso brusio degli anni e delle epoche, oltre i discorsi del giorno e le immagini della serata, affiorò alla mia mente una domanda sulla legge ultima dell'esistenza per la quale avrei voluto una risposta da parte di quel saggio. Durante una pausa di silenzio, mi rivolsi al rivoluzionario e filosofo con queste fatidiche parole, emerse dalla profondità del linguaggio e scandite al culmine dell'enfasi "Che cos'è?". Sembrò che la sua mente si distraesse mentre guardava il mare che tumultuava davanti a noi e la moltitudine che si agitava sulla spiaggia. "Che cos'è?" avevo chiesto, e in tono profondo e solenne egli rispose "La lotta!". Per un attimo mi parve di aver udito l'eco della disperazione, ma forse era la legge della vita".Karl Marx morì tre anni dopo, il 14 marzo 1883, nella sua casa londinese, subito dopo l'ora di pranzo. Engels era venuto a trovarlo e si era appena scesi ad annunciare che il grande vecchio era "mezzo addormentato", ma quando si entrò nella stanza se ne era già andato. Come spesso accade, la grandezza di un uomo può essere misurata con il confine che lui stesso pone ad orizzonte della propria esistenza e di quella altrui.
(Marx, vita pubblica e privata - F. Wheen - BUR Storia)

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