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Visualizzazione dei post da agosto, 2006

Il cappotto di Renato Rascel

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di Augusto Benemeglio Mi ricordo il cappotto di Gogol, o forse, per meglio dire il cappotto di Renato Rascel, protagonista di un film degli anni cinquanta di Lattuada, e quel poco che mi rimane nella memoria di ragazzino quattordicenne che va a vedere un film credendo di divertirsi come un pazzo col corazziere e altri nonsense del genere (Rascel in quel momento è uno degli attori più in vista del varietà italiano, e le sue macchiette vengono proposte dalla neonata televisione in bianco e nero), e invece mi imbatto in un piccolissimo (praticamente un nano) ridicolo personaggio, Akakj Akakjevic, che fa lo scrivano e viene sfottuto - come è giusto che sia nel nostro mondo - da tutti, colleghi e superiori, anch'essi una teoria infinita e informe di grigia malignità... Viene sfottuto e angariato (tutti gli danno lavoro da copiare e approfittano in genere della sua mitezza), ma lui non se ne cura più di tanto, tutto preso com'è dalle lettere, nel senso di copiatura (ci mette un tale ...

Vico, il progresso e la cultura

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Vico, il progresso e la cultura di Francesco Ogliari (tratto da La Prealpina del 6 Agosto 2006) Forse siamo andati troppo lontano nella distruzione perché un'autentica pace sia ormai irrealizzabile, chimerica come qualunque fantasticheria da età dell'oro? Ricostruire la pace affermano le voci più autorevoli, è arduo quanto ricostruire paesi e città. Quando ci si affronta decisamente ponendosi interrogativi sifatti una vocina insinuante si fa udire, disinnesca la carica, sdrammatizza. È la voce del buonsenso. Che rifiuta euforia d'entusiasmi e tenebre di pessimismi. La fatalità quando assume aspetto e movenze di "calligrafia della provvidenza nella storia dell'uomo" - definizione di Giovan Battista Vico - è un'idea autentica, idea religiosa prima che filosofica. Oggi spoglia ormai d'ogni grandezza, corrisponde al fato, al destino, al caso ma prende il nome omnicomprensivo di progresso. Il quale avendo le sue leggi va obbedito , rispettato. Allorché l...

Il silenzio di Salomone

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Per edificarlo si usarono pietre tagliate e ben lavorate, cosi' che ne' martello, ne' scure, ne' altro strumento in ferro si udi' nel tempio, mentre veniva costruito. Re 6,7

"Chi capisce può goderne" di Augusto da San Buono

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Chi capisce può goderne di Augusto da San Buono La recensione del libro "il filo e le tracce" di Ginzburg sul "vero falso e finto", mi ha suggerito, chissà perchè, una riflessione incentrata sulla figura del vecchio Montale che, pieno di eczemi e nicotina che gli aveva impregnato di verde e di giallo tutto l'universo, - con una mano si grattava e con l'altra teneva accesa l'ennesima sigaretta. Ripeteva che la storia non è magistra di niente che ci riguardi: "Dire nascita morte inizio fine/ sarà tutt'uno", il vecchio Eusebio della poesia-fogna o deiezione e della parola vista come condanna ("straccia i tuoi fogli, buttali in una fogna...), del Montale che ricorda la Mosca che prima di chiudere gli occhi gli dice un'ultima parola, "pirla", che parrebbe offensiva, mentre è per lui un dono, parola che ha una sua funzione escatologica, che è un punto fermo della loro condizione di vita. E’ il giuoco che si traveste nell'i...

"Il filo e le tracce" di Carlo Ginzburg

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La finzione nutrita dalla Storia (tratto da La Prealpina del 25 luglio 2006) Come molti degli storici più acuti, anche Carlo Ginzburg ha dedicato un libro ad un problema filosofico, e di non poco conto: il rapporto tra il vero e il falso in cui, per chi fa il suo mestiere, si inserisce anche un terzo incomodo, il 'finto’. Che cosa è una 'fonte’? Quando si può definire 'vera'? E se risulta falsa, o finta (per esempio un'opera letteraria), va per questo scartata dal lavoro dello storico? Pur ricco di note e rimandi dottissimi, che al lettore comune appesantiscono non poco il percorso, 'Il filo e le tracce' procede senza noia tra gli argomenti e i temi più diversi per rispondere in modo non scontato a quelle domande: si parla della conversione degli ebrei di Minorca, degli sciamani, dei 'Protocolli dei Savi di Sion', dei cannibali brasiliani, di Stendhal, della cosiddetta 'microstoria’ e dell'Inquisizione. Il risultato è un percorso spericolato...

"Ripensare la forma-scuola" di Eros Barone

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di Eros Barone* L’assunto dei saggi raccolti in questo volume è che la forma-scuola sia quanto di più profondo e latente agisce nel dispositivo scolastico, determinando i significati dell’esperienza e del pensiero: esperienza dei giovani, dei genitori e degli insegnanti ed esercizio della riflessione ai più diversi livelli. Occorre inoltre riconoscere che, proprio nei paesi più sviluppati, la forma-scuola vive una crisi di portata epocale Gli autori del lavoro documentato in questo volume condividono il convincimento secondo cui la scuola e l’educazione non possono limitarsi a svolgere una funzione meramente riproduttiva, poiché esse hanno un carattere radicalmente utopico. È allora necessario prendere le mosse da un ripensamento della forma-scuola in una prospettiva storico-culturale più ampia e più profonda. Diversamente la scuola e chi a vario titolo vi opera tenderanno a imitare modelli che non le appartengono. La scuola deve invece restare se stessa: una istituzione pubblica dove ...

Eugenio Montale: dove era il tennis

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di Augusto da San Buono Negli anni Settanta, quando Gianni Brera dirigeva ancora “Il Guerin Sportivo”, raccontò che un giorno si era recato a casa del poeta Eugenio Montale e l’aveva ammirato come eccellente baritono. Si sa che Montale aveva iniziato la sua carriera proprio come cantante lirico, che rimase l’unica sua vera passione, al di là della poesia e della letteratura. Interpretare Jago con il fez piumato, o Scarpia con il monocolo e la tabacchiera, era stato da sempre suo sogno.. “Ma la morte del mio maestro di canto - ironizzò il poeta - pose fine alla mia vagheggiata carriera… Caro Brera, di sport non so nulla, ma potendo vivere una seconda vita come sportivo, credo che avrei privilegiato il tennis , perché ha quel fascino, quell’eleganza, quelle movenze tipiche della danza. E poi non va dimenticato che io sono ligure e il primo club di tennis italiano è nato qui, a Bordighera, nel 1878”. Montale probabilmente non impugnò mai, in vita sua, una racchetta da tennis, né fo...

La filosofia

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La filosofia Ci sono piu' cose in cielo e in terra, Orazio, che non ne sogni la tua filosofia. W. Shakespeare, Amleto