02 luglio 2006

"Punto di fuga" di Ferdinando Pastori

Il punto di fuga è il luogo verso cui convergono tutte le linee di una prospettiva.
Nei racconti di Ferdinando Pastori, i personaggi, accomunati da un asfissiante stile di vita, si dirigono verso un’alternativa che li porti via dalla geometrica realtà.
Si muovono in una Milano fredda e distaccata, centro nevralgico del nord Italia, dove si persegue il successo, la carriera, i soldi, e solo pochi si accorgono della propria disgregazione interiore.

Vite che non hanno più niente di interessante, viaggi che diventano routine, matrimoni che si trasformano in convivenze tra sconosciuti. I rapporti umani si sbriciolano, l’abitudine svuota i significati più autentici e si finisce per toccare il fondo: qualcuno riuscirà ad uscirne, altri ne rimarranno invischiati mortalmente, altri ancora riprenderanno a nuotare verso un obiettivo che non c’è.

Dodici + uno sono i racconti che ci vengono presentati, non tredici. Dodici come il numero che simboleggia il cerchio e la purezza circolare. Un cerchio costruito su piccole storie che si snodano senza soluzione di continuità fino a costruire un unico personaggio che si muove lungo le pagine del libro accompagnato dall’alienante disperazione di chi sta cercando il proprio “punto di fuga”.

Ferdinando Pastori è nato a Gallarate nel 1968. Vive e lavora a Milano.
Ha pubblicato Piccole storie di nessuno (2003) e No way out (2004)

(Punto di fuga, Ferdinando Pastori, Edizioni Clandestine, euro 9, p.144, 2005)

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