28 novembre 2017

CINQUECENTENARIO DELL’AFFISSIONE DELLE 95 TESI. Fu vera gloria? La Riforma fu riforma o controriforma?

CINQUECENTENARIO DELL’AFFISSIONE DELLE 95 TESI.
Fu vera gloria? La Riforma fu riforma o controriforma?

Siamo a cinquecento anni dalla Riforma protestante. Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza. Fu una rivoluzione o un’involuzione? Da un lato la Riforma spezza gli involucri feudali del Papato e dell’Impero, erede della tradizione umanistica, già forbita da Erasmo (“Ubi Erasmus innuit, ibi Lutherus irruit”), sposta il potere soteriologico al singolo, all’intimo, dà una forte importanza all’interpretazione dei testi sacri. Importante è parallelamente alla rivoluzione culturale della stampa di Gutenberg, la traduzione dei testi. Denuncia l’abuso dei mezzi di salvazione e la corruzione ecclesiastica. Con Calvino esalta l’arricchimento ed il lavoro borghese, dando l’incipit alla forma mentis che porterà al moderno capitalismo: Weber docet. Eppure riflettendoci e facendo un bilancio arriviamo forse a conclusioni anche discutibili, che ci inducono, a proporre delle riflessioni sulle 95 tesi, tenendo anche presente la posizione del Concilio Tridentino: 1) Sola fides. Siamo sicuri che solo la fede basti per la salvazione? I riformatori erano ossessionati dal problema della salvezza, che già aveva, tra l’altro assillato Agostino, il quale, per sfuggire agli estremi del manicheismo e del pelagianesimo, era giunto ad una posizione intermedia tra libertà e grazia: qui creavit te sine te, non salvabit te sine te. Ma siamo sicuri che basti la sola fede? Senza il concorso delle opere? San Giacomo è chiaro – la fede senza le opere è morta (2,18) - eppure il testo è stato espunto, insieme ad altri che andavano contro il regime teologico generale, apposta dai luterani dal corpus biblico. È un’illusione credere che l’uomo possa salvarsi per sola fede. Allora potrebbe fare tutto: uccidere, darsi alla pazza gioia e poi subito si converte. Il caso di Paolo, di Agostino, sono casi eccezionali della bontà e provvidenza divina, ma non sono la norma. Anche i demoni hanno fede! Eccome! 2) I sacramenti sarebbero soltanto due: il battesimo e l’eucaristia. O meglio sarebbe soltanto uno (solus baptisma), infatti non tutti erano concordi sull’eucaristia: Zuinglio crede che sia solo la celebrazione commemorativa simbolica dell’ultima cena; Calvino crede che serva a creare un legame spirituale con Cristo; Lutero che sia la rappresentazione corporea di Cristo. E gli altri, che fine hanno fatto? Il matrimonio, ad esempio, non ha valore sacramentale? E così si potrebbe ammettere anche il divorzio. 3) Nessuno mette in dubbio il sacerdozio universale, eppure è impossibile che non vi sia un ordine ministeriale, del resto lo prevede la stessa “Istituzione cristiana” di Calvino: pastori, dottori e diaconi. 4) Lutero nega la libertà individuale (De servo arbitrio). Anzi poi nella pax augustana del 1555 la libertà viene riconosciuta solo ai principi (cuius regio eius religio). Dio avrebbe creato così dei manichini, senza libertà. Così torniamo al manicheismo, allo gnosticismo ed al fatalismo tipici del modello orientale, dove sono liberi solo i re, tutti gli altri sono sudditi (lo dirà Hegel). 5) Di conseguenza non esiste differenza tra religione e stato. Tutti i modelli riformati propongono non tanto un modello laico, ma un modello totalitario religioso – tipico a proposito quello calvinista – dove società e religione si identificano – oggi ne abbiamo degli esempi in quelli proposti dagli islamisti (non gli islamici). Il passaggio dal totalitarismo religioso a quello ateo, o neopagano, o laico è così bello e spianato. Così si spiega la mentalità tedesca che in altri tempi ha potuto favorire l’ascesa del nazismo. Contro il principio evangelico date a Cesare quello che è di Cesare ed a Dio quello che è di Dio, si riafferma, invece, il cesaropapismo. Ma la religione non può dipendere dai Cesari di turno, sennò torniamo all’adorazione dei faraoni e degli augusti. Il capo religioso è solo Dio, o i suoi ministri, non può essere un Kaiser. Esempi di questi tentativi furono, oltre all’anglicanesimo: il gallicanesimo, il giuseppinismo ed antri. 6) Lutero avrebbe potuto effettuare una forte riforma religiosa senza dividere la Chiesa. Lo stesso fecero i grandi riformatori religiosi della storia, come San Francesco ed altri e nella stessa età della Controriforma. Un esempio lampante e significativo fu quello dei Gesuiti. ma un vero riformatore cosa fa? Prendete un Enrico VIII: fece uccidere tutte le mogli e gli oppositori. Lutero si fece abbindolare dalla politica: fece gli interessi dei principi e della borghesia. La sua fu una rivoluzione borghese. 7) Lutero fece massacrare tutti i contadini, che credevano in lui. E perché non fece massacrare i ricchi? La riforma esalta i ricchi borghesi. Con Calvino la teologia sarà accordata agli interessi del capitalismo. Mammona si può conciliare con Dio. Perché il povero Muntzer fu decapitato e Lutero no? Perché il primo era un riformatore che andava contro gli interessi dei principi, il secondo era un riformatore borghese. La costituzione agraria rimane immutata fino al XIX secolo. Il contadino-servo è spogliato di ogni diritto politico. Il Principe, immagine perfetta del “principe” machiavellico, rinvigorito dal principio luterano della passiva sottomissione al capo - fuhrer-prinzip – (non a caso i nazisti veneravano Lutero, mentre i comunisti Muntzer), diviene la forza dominante della modernità. Il moto religioso si trasforma in moto politico dando luogo alle guerre di religione. Siamo sicuri che Dio volesse una “Riforma” del genere? 8) Basta leggere i “Discorsi a tavola” che non provengono dall’infamia cattolica, per rendersi conto della dirittura morale dei riformatori. Un riformatore che si dà alle crapule ed ai ristori, che si concede agli amori carnali può essere autentico? Lo stesso vale per Enrico VIII. Tutti i grandi riformatori religiosi, pur nei limiti della perfezione umana, hanno cercato sempre di essere moralmente impeccabili, ciò vale ai profeti sino ai santi. Fate un confronto tra Lutero e Francesco di Sales. A chi credereste? 9) Oltre la vendita delle indulgenze e la corruzione ecclesiastica, certamente temi discutibilissimi, d'altronde la Chiesa è casta meretrix, e non è perfetta in virtù degli uomini, ma in virtù della Grazia che la sostiene, altrimenti sarebbe decaduta da tempo, con tutti i papi del Rinascimento (tipo Borgia), il problema risiede nella dignità sacerdotale, che procede ex opere operatur: cioè questo pretende che i sacerdoti fossero dei santi, mentre lui poteva fare tutto quello che voleva (mangiare, bere, sesso, etc.) e Dio che salva per sola fede, e non per i meriti (potrebbe a questo punto salvare anche un Hitler, od un Mussolini, l’importante che non fossero atei), perché non dovrebbe elargire le sue grazie sacramentali a mezzo di ministri anche moralmente indegni? 10) Il culto dei santi e della Vergine sono proibiti. D'altronde questo culto è secondario rispetto a quello dovuto verso Dio: si parla infatti di venerazione, non di adorazione. Una religione senza santi è morta. Avete mai visto un Lutero, o Calvino, o Enrico VIII fare dei miracoli? Una riforma senza santi è puramente umana. Al culto dei santi viene sostituito il culto della personalità – vedete come veniva celebrato Calvino – e ciò a lungo andare si tramuterà nei culti laici, come ad esempio, le proposte parareligiose di Robespierre, Comte, e – perché no? – i culti dei dittatori del Novecento (Hitler, Stalin, …). 11) Il libero esame dei testi sacri, che fu più che altro una trovata illuministica, non ci assicura la retta comprensione dei principi teologici. A parte che Dio non solo si incarta in un libro, dal quale sono stati espunti molti testi scomodi dai riformati, quanto si mantiene vivo nella traditio. È l’Evento, cioè l’incarnazione, il fulcro della vita religiosa e non solo il testo sacro, che potendo essere interpretato a piacimento può essere poi accomodato ai propri interessi ed i propri comodi: ad esempio il divorzio, la guerra santa, l’intolleranza religiosa. Così 1000 pastori e 10.000 fedeli potrebbero dare interpretazioni diverse del testo sacro. 12) La Riforma su parimenti intollerante quanto la Controriforma. Un esempio lampante fu il rogo di Serveto. Perché tutti i movimenti religiosi non ebbero eguale espressione nell’età della riforma? A quale movimento faceva parte Serveto? Dio può stare dalla parte dei potenti? 13) Oltre al fuhrerprinzip, aleggia nel luteranesimo un forte antisemitismo, che poi troverà massima espressione nella cultura tedesca (Hegel e company) e nel nazismo. 14) Il vittimismo: Lutero pecca di vittimismo nei confronti di Dio. L’uomo è schiavo del peccato, dunque sarebbe legittimato a fare di tutto e poi ad affidarsi a Dio. è vero che la Chiesa ha abusato dei mezzi di salvazione, ma lui ha abusato dei mezzi di non-salvazione. Quindi riassumendo, i capisaldi della Riforma andrebbero riformati: 15) Sola Fides. in realtà solo la fede non basta, come abbiamo visto, quindi andrebbe riformato in Sola Fides cum Opera, anche non per merito. 16) Sola Scriptura. Sacra Sriptura interpretes sui ipsius. Solo la Scrittura non basta. Dio non si è incartato in un libro e finisce tutto là. Poi la Scrittura non interpreta sé stessa, ed i testi, come già Galilei aveva evidenziato, hanno bisogno di interpretazione. Un libro morto non può interpretare sé stesso. Sarebbe il caso di citare Nietzsche: i fatti sono stupidi senza l’interprete. Così i testi sono stupidi senza l’interprete (Gadamer). D'altronde anche nella scuola protestante ci sono le cosiddette “tradizioni” ed i teologi. Ed ognuno interpreta a modo suo: così i testimoni di Geova fanno riferimento solo alla Bibbia ammessa dal loro centro, i Mormoni oltre al testo sacro ammettono il libro di Mormon, etc. Quindi Sola Scriptura cum traditione. 17) Sola Gratia. Ridurre tutto a sola Grazia significa fare di Dio un dittatore. Tutto dipenderebbe dalla provvidenza e dalla predestinazione. Così Dio vorrebbe le guerre mondiali e i campi di sterminio. Il problema risale ad Agostino, il quale per evitare i due estremi del manicheismo – sola gratia – e del pelagianesimo – sola libertas – si barcamenò su di una via di mezzo. D'altronde Lutero riprende Agostino e Paolo. Quindi: sola gratia cum libertate. 18) Solus Christus. Certo va benissimo, però cum christiano. 19) Dei soli honor et gloria, va benissimo, però cum glorificatis. Queste note critiche vogliono solo offrire uno spunto per la riflessione storica. Del resto la Riforma è stato un movimento importantissimo dell’età moderna.


Vincenzo Capodiferro

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