25 giugno 2015

L’EUROPA E LE OMBRE DEL PASSATO di Antonio Laurenzano

     
 La mancanza di una governance politica - L’Unione a rischio di disgregazione.


                        di  Antonio Laurenzano
“L’Europa deve diventare un partecipante attivo alla costruzione di un nuovo ordine mondiale e non consumarsi nelle proprie problematiche interne”. E’ il pensiero espresso da Giorgio Napolitano all’American Academy di Berlino, la scorsa settimana, in occasione del Premio Henry Kissinger 2015 ricevuto per  lo “straordinario contributo ai rapporti transatlantici”.  Un rilancio del “progetto Europa” in un momento di forti contrasti e incertezze sul futuro dell’Unione.
Nello spazio di una generazione l’Europa è profondamente cambiata: il mondo e la globalizzazione economica ne hanno sconvolto obiettivi e strategie mentre a Bruxelles continua a latitare una governance europea a difesa della millenaria civiltà del Vecchio Continente. Le politiche economiche, finanziarie, sociali e migratorie alimentano sempre più un antieuropeismo che potrebbe pericolosamente azzerare oltre sessant’anni di storia vissuti in pace, lontani dai sanguinosi nazionalismi del XX secolo, causa di lutti e distruzioni.  Ora più che mai l’Europa è a rischio di disgregazione. I segnali sono molteplici: dal Front National di Marine Le Pen in Francia ai minacciati referendum anti-Europa in Gran Bretagna, dalla vittoria spagnola di Podemos alla disastrosa situazione in Grecia. Senza trascurare la deriva populista di casa nostra ad opera di partiti a caccia di facili consensi elettorali ….
Nonostante il mercato unico e la moneta comune, l’Europa sta pagando il ritardo nel consolidare un’unità politica. E’ l’ambiguità iniziale della sua fondazione: un’integrazione monetaria priva di una politica espressione di una visione unitaria degli interessi generali e non di accordi intergovernativi. Un’Europa  cioè sempre meno solidale e più divisa, fortemente condizionata  da una Germania egemone sul governo dell’Unione e sulla conseguente politica di rigore nei confronti di Paesi membri fortemente indebitati.
La comune casa europea comincia a scricchiolare: balbettii politici e cecità incrociate stanno proponendo l’immagine di un’Europa invisibile, senza una precisa identità.  Caduto il muro di Berlino l’Europa si era illusa di seppellire per sempre l’ultima grande lacerazione continentale, la più profonda e traumatica: la divisione di un popolo, di uno Stato, di un Continente. Quel 9 novembre 1989 segnò la riunificazione tedesca ma soprattutto l’unificazione dell’Europa. Ma ecco riapparire inquietanti le ombre del passato. In assenza di una govenance politica capace di affrontare  responsabilmente il dramma delle migrazioni nel Mediterraneo con i successivi arrivi nei Paesi europei, l’Ungheria ha annunciato la costruzione di un… muro alto 4 metri e lungo 175 chilometri lungo il suo confine con la Serbia per bloccare il flusso di rifugiati e immigrati!  Un muro che sarà costruito su remore psicologiche, ideologiche ed economiche con la complicità del silenzio comunitario.  Un vergognoso ritorno a tristi pagine di storia!
Dove sono finiti i valori di libertà, democrazia e solidarietà sui quali è stata costruita l’idea di Europa unita? Quale Europa hanno in mente coloro che, calpestando l’illuminato patrimonio ideale dei Padri fondatori, continuano a sprofondare in un pauroso vuoto politico? Più Europa per salvare l’Europa! Per vincere le sfide globalizzate non occorre un’Europa germanizzata, serve un cambio di rotta per ridurre gli squilibri interni e rivitalizzare le energie penalizzate da eccessi di austerità. Meno egoismi per dare ai giovani europei una prospettiva di lavoro. Occorre una leadership politica e non tecnocratica per recuperare certezze sociali ed economiche  e proseguire sulla strada della costruzione di un’Europa unita politicamente. Altre opzioni non ce ne sono, se non lo sconosciuto (?) mondo della ingovernabilità e della caduta di ogni parametro democratico. Muri, steccati e fili spinati possono fermare la forza della disperazione ma possono  aprire nuovi tragici scenari che nulla hanno a che fare con la civiltà europea.    
(www.antoniolaurenzano.it)            

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