10 giugno 2023

Jean-Patrick Manchette Fatale a cura di Marcello Sgarbi


Jean-Patrick Manchette

Fatale – (Edizioni Einaudi)


Collana: Vertigine

Formato: Tascabile

CODICE ISBN: 8806150472


Così come altri scrittori, vedi Marcel Montecino con il suo Croci sul muro, ormai introvabile, o – in un altro ambito narrativo – il dada Boris Vian, anche Jean-Patrick Manchette concerta i suoi noir su un registro jazz.

Genere che peraltro l'autore, scomparso nel 1995, frequentava da musicista. Sempre asciutti, i suoi libri, da Piccolo blues a Il caso N' Gustro Manchette non spreca troppe pagine per dirci quello che vuole dirci, e senza mai perdere il ritmo.

Le donne sono una costante nei suoi romanzi, da Julie Ballanger un Charlotte Malrakis una ragusa ernestina. Non fa eccezione Fatale, che ha al protagonista Aimée Joubert, un'assassina cinica e determinata. E mai nome fu più evocativo e contraddittorio: Aimée, "amata". Ricorda il chandleriano Addio Mia Amata, ma il tributo del francese va soprattutto all'americano Elliott Chaze, autore di Nero ali ha il mio angelo, un altro splendido noir tradotto in italiano truffare il titolo Il mio angelo ha le ali nere.

Manchette lo legge quando ha solo nove anni, rimanendo folgorato dalla protagonista e da una scena chiave del libro di Chaze, nella quale la ragazza si Rotola nuda in mezzo a un mucchio di banconote dopo un colpo ben riuscito.

 Anche Aimée fa tutto per denaro – uno dei moventi prìncipi del crimine,del resto - e il suo nome è contraddittorio perché non ama nessuno. Anzi, quasi come una mantide religiosa, la sua strategia è quella di farsi amare per poi uccidere.

Le sole cose che ama sono le crisi e i conflitti.

L'eroina in negativo del noir di Manchette persegue il suo scopo con freddezza chirurgica, e lungo la strada che porta al suo obiettivo semina un notevole numero di vittime - manco a dirlo tutti uomini - che elimina da professionista con tecniche sempre diverse, dallo strangolamento al taglio della gola o all'uso di pistole calibro 16 e 12. E nonostante tutto, anche se alla fine il suo progetto criminale si risolve in una sconfitta, Aimée a suo modo si realizza.

Venire scrive Jean Echenoz nella sua postfazione, una nota curiosa è l'ulteriore riferimento letterario di Manchette a un altro gigante del giallo – il Dashiell Hammett di Piombo e sangue – nella scelta del nome Bléville per la cittadina che fa da teatro una Fatale: "il luogo in cui, come dappertutto - ma forse qui in misura Maggiore – è il denaro (le blé) a dettare legge".

© Marcello Sgarbi

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