La scala di Dio, da Usellini a Giacobbe

di Augusto da San Buono Amici del condominio, ecco a voi “la scala“ , sembra voler dire il pittore Gianfilippo Usellini , in un suo quadro famoso raffigurante un fabbricato a quattro piani a metà strada tra il naif e il Quattrocento, in cui ciascuno di noi , idealmente , si trova ad un certo piano, ad un certo gradino, ad un certo terrazzino del fabbricato , ed è comunque in cammino, si sale o si scende la scala , come nella vita , nella ricerca del proprio senso di esistere , la ricerca del mistero di Dio, che sta in cima a quella scala. Usellini considera la sua pittura come un teatro. Dispone figure e cose nella scatola magica del quadro come se le collocasse su un palcoscenico e poi intesse intorno a loro le fila di un racconto, lasciando intuire un prima e un dopo e, soprattutto, presagire un “oltre”. La pittura, allora, diventa letteratura , narrazione visiva. teatro di immagini, ma anche un fatto morale, metafisica , religiosità. “La mia pittura vuole rappresentare il bene e il ...