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Visualizzazione dei post da febbraio, 2008
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I racconti di Versailles – 14 - di Bruna Alasia UN DIADEMA SCOMODO Racconto quattrordicesimo 11 giugno 1775. Il sole sorgeva su Reims quando ebbe inizio il rito sacro. Il duca di Bouillon, gran ciambellano, sentendo bussare, alzò il mento e, impostando il tono, chiese: - Chi venite a cercare? - Il re – rispose il vescovo di Laon. Nessuno si mosse, bussarono di nuovo. - Il re dorme – disse il duca. - Vogliamo il re – ripeté il prelato. Nessuno aprì. - Vogliamo Luigi XVI, che Dio ci ha dato come re! – la terza volta il vescovo gridò altisonante e le porte si spalancarono. Seduto sul letto, pronto per l’incoronazione, apparve Luigi nell’ abito argenteo, calze e scarpe abbinate, giarrettiere al ginocchio, tocco nero con candide piume fra i diamanti, mantello foderato di ermellino, così pesante per quel giorno estivo! L’aria imbambolata, stanco del viaggio, stressato dai preparativi, aveva caldo al punto da grondare sudore. Si mosse verso la cattedrale, scortato dal seguito. Sin dall’alba l...

Il destino degli indovini

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Come 'l viso mi scese in lor più basso, mirabilmente apparve esser travolto ciascun tra 'l mento e 'l principio del casso, ché da le reni era tornato 'l volto, e in dietro venir li convenia, perché 'l veder dinanzi era lor tolto. (Inferno XX - 10,15) Libero circuito culturale, da e per l'Insubria. Scrivici a insubriacritica@alice.it

Il silenzio dell'innocenza

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IL SILENZIO DELL’INNOCENZA di Somaly Mam © 2006 Casa editrice Corbaccio s.r.l. Milano Pag. 173 € 13,60 Non ero pronta a leggere quello che ho trovato in questo libro. Quando si pensa alla verità, non la si disegna mai tanto atroce quanto, poi, ci si presenta. In questo saggio ci sono pagine che vanno al di là dell’orrore, dell’immaginario. Nelle parole di Somaly Mam troverete ricostruite scene tremende, pagine dure, dolori inesprimibili; ma nonostante questo, vi invito caldamente a leggerlo. Perché certe verità vanno sapute. Se ne deve discutere, bisogna inorridire, passare parola; perché il silenzio, il girarsi dall’altra parte pensando che tanto non ci riguarda, non farebbe che aggiungere un punto in più a favore di persone che dall’ omertà traggono la loro forza. Somaly Mam è cambogiana e ci narra la sua storia fatta di stupri, violenze, torture. Venduta e rivenduta come schiava del sesso, dolorosamente ne è uscita e ha fondato l’AFESIP, un’associazione non governativa a vocazione i...

Clemente, papa da Occidente

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Ma più è 'l tempo già che i piè mi cossi e ch'i' son stato così sottosopra, ch'el non starà piantato coi piè rossi: ché dopo lui verrà di più laida opra di ver' ponente, un pastor sanza legge, tal che convien che lui e me ricuopra. (Inferno XIX, 79-84) Libero circuito culturale, da e per l'Insubria. Scrivici a insubriacritica@alice.it

Il sorriso della Gioconda

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di Augusto da San Buono Un atto di venerazione Vi è forse capitato, come è capitato a me diversi anni fa (e a tanti altri, credo), di andare a Parigi solo per vedere la Gioconda , incanalati, pressati come sardine, lungo la Grande Galerie del Louvre , nella sala VI, dietro migliaia di persone, per l’incessante quotidiano pellegrinaggio alla Regina incontrastata dell’Arte, all’opera più famosa di tutti i tempi? Allora avrete capito che non è una visita, ma un vero e proprio atto di venerazione, uno straordinario sincretismo religioso , che si realizza in nome dell’arte. Gente di tutte le latitudini, di tutte le religioni, di tutte le razze, di tutti i ceti sociali, di tutte le lingue, si ritrova là, disposta a semicerchio, nel santuario di Monna Lisa, davanti alla “reliquia” , alla silente icona di Parigi ( ironia della sorte per un’opera italianissima) dipinta da uno dei più grandi geni – forse il più grande – che l’Italia e l’umanità abbia mai avuto: Leonardo da Vinci. E tu ti ritrovi...

Intervista a Gian Battista Vaghi

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Como INTERVISTA A GIAN BATTISTA VAGHI Gian Battista Vaghi , del Circolo Cooperativa di Minoprio(CO), è il promotore di interessanti mostre di pittura e di fotografia, con la collaborazione del PubLoga e la Biblioteca di Minoprio. L’ho incontrato una sera nel Pub , i cui gestori Gabriele Bacuzzi e Lorenzo Saladanna, hanno messo a disposizione i loro locali per fare usufruire ai clienti di qualcosa di più che una serata a bersi una birra. Ci sediamo a uno dei tavolini in legno, con il sottofondo della radio accesa e le palle da biliardo che sbattono fra loro, durante il gioco di alcuni ragazzi in una saletta su un piano rialzato. La parete del pub, ornata con catenelle e ganci per appendervi quadri e fotografie, è ora vuota, dopo che è terminata l’ultima mostra durata da Natale 2007 al 14 gennaio 2008. Quando è nato questo progetto? Quattro anni fa, nel 2004, dopo che si era provveduto alla sistemazione dei locali del circolo che era rimasto vuoto per un periodo. Lo riaprirono Lorenzo e ...