05 luglio 2018

SOCIETA’ ANNI 10 a cura di Giovanni Margarone


SOCIETA’ ANNI 10

Cari lettori, vorrei fare – con estrema modestia - un punto della situazione della nostra società, quella occidentale che non pochi contraccolpi continua a subire da varie parti. La trasversalità del terrorismo internazionale - sul quale mi sembra inutile parlarne atteso che mi sembra se ne parli a profusione ovunque - è sicuramente una causa di quei contraccolpi che, a quanto sembra, non si può o non si vuole affrontare seriamente. La verità non la conosce nessuno, come nessuno conosce la propria. I paradossi calzano alla perfezione in un tempo dove tutto sembra essere discutibile, dove la certezza è stata messa al bando in nome di una società sempre più confusa. Tanti opinionisti continuano a parlare di periodo di transizione, ma, a mio modestissimo avviso, appare  logico pensare che avocare le colpe a transizioni, crisi o quant’altro sia un modo semplicistico per non voler affrontare le problematiche, affondando tutto nella demagogia e nella retorica. La mancanza di chiarezza su tutto è la vera causa di tutta la nostra incertezza, quella verità negata che continua ad essere nascosta chissà dove per convenienza di poteri mondiali a noi sconosciuti. I poteri classici: quello economico o politico, per esempio, sembrerebbero manovrati da altro (cfr. Bilderberg, Trilaterale…?) e questa è una convinzione che parte dai più insigni intellettuali della terra - ed è non solo la loro - i quali non fanno altro che analizzare le dinamiche geopolitiche-sociologiche attuali.
Dopo questo prologo, che ognuno ha diritto di accettarlo o no, vorrei tornare alla mia rassegna, ponendo questa domanda: “come siamo noi?”.
Una domanda che, mi rendo conto, appare assai difficile. Tanti risponderebbero "delusi", ne sono certo. Ogni anno che passa si spera nel meglio, ma è una speranza che credo sia stata sempre la stessa sin dalla notte dei tempi. Stiamo meglio o stiamo peggio, per esempio, rispetto a trent'anni fa? È doveroso ragionare in merito. Credo che non si possano fare analisi affrettate. È una comparazione che non può risolvere in poche righe, non si può essere semplicistici. Nel caso italiano, per esempio, trent'anni fa la nostra lira subiva contraccolpi terribili (cambio lira-dollaro a 2000 nel luglio 1985), l'inflazione era altissima (20%), se fosse oggi potremmo dire di essere vicini al default, ossia il disastro.
Oggi abbiamo un euro gradito da pochi e odiato da molti che tuttavia ci salva (avrò contro gli anti-euro); ora si parla di deflazione che fa male anche lei. Trent'anni fa si parlava ancora poco di energie alternative e di ambiente; oggi se ne parla tanto e, spesso, troppo. La paura di un petrolio che potesse finire ha mosso qualcosa, poi il petrolio non è finito e chi non ha risorse proprie o le ha in minima parte - come l'Italia (che, tra l’altro, con un referendum optò per la denuclearizzazione) - è sempre costretta a subire i ricatti di chi ci vende energia, gas, petrolio a vario titolo. Il risultato è stato che le energie alternative non possono renderci ancora indipendenti da nessuno e, nonostante siano passati trent'anni, la strada appare ancora lunga e perigliosa. E la politica? È cambiata? Sono cambiati gli attori, ma il modo di condurla sembra essere sempre la stessa; basta leggere i giornali di quei tempi per rendersi conto, rinfrescandoci la memoria, che non sia cambiato poi molto. E i nostri problemi? Mafia, corruzione, disoccupazione, immigrazione. Anche qui non è cambiato poi tantissimo, a parte il tema immigrazione che merita una pletora di articoli a parte. Continuano ad essere – purtroppo - delle costanti anche nel nostro tempo. Io credo che ogni epoca, ogni anno, abbia in suoi lati positivi e negativi; non penso che un anno sia peggiore dell'altro. Ognuno di noi lo vede solo dal suo punto di vista; certo, l'importante è credere in ciò che si pensa; però ritengo che sia quanto mai doveroso riunire le varie prospettive, porle in un unico grande contenitore e aprire dibattiti seri e costruttivi. E poi penso che sia importante, se non assiomatico, non mollare mai, andare sempre avanti e affrontare i problemi in faccia senza schivarli, soprattutto da chi è deputato a risolverli o, quantomeno, ridurli. Tuttavia, se lo facessimo noi cittadini riguardo a quei problemi che già possiamo affrontare con le nostre sole forze, sarebbe già un notevole passo avanti. Un altro auspicio è non perdere mai la speranza che alle volte sembra abbandonarci. La speranza ci fa vivere, dà il giusto slancio per proiettarci verso il futuro e tutti noi dobbiamo vivere e fornire un contributo per portare avanti questo nostro mondo.


Giovanni Margarone
https://margaronegiovanni.com

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