NOETICA. RICERCA SULL’INFINITA MENTE L’ultima opera filosofica di Vincenzo Capodiferro



NOETICA. RICERCA SULL’INFINITA  MENTE
L’ultima opera filosofica di Vincenzo Capodiferro

Il titolo dell’opera è Noetica. Ricerca sull’infinita Mente. Il titolo originario era Trattato sull’univocità dell’Intelletto, tanto a significare un intimo senso - dis-senso, dunque di rottura dalla tradizione ontologica occidentale, la quale afferma, sebbene sotto diversi aspetti, l’univocità dell’ente, da Parmenide, il maestro venerando e terribile, a Severino ancora. Come sosteneva il compianto nostro maestro Antonio Motta, il quale ci ha guidato nella nostra formazione filosofica e storica, il titolo è l’opera. Questo racchiude pertanto il significato profondo di tutto il lavoro: l’Ente esiste nell’Intelletto, non fuori di esso. Quest’opera è dedicata al professore Giuliano Broggini di Varese, un pensatore originalissimo e nascosto, una guida per noi ricercatori dell’Uno. Per noi seguaci della scuola platonica ed agostiniana, è importante questa ricerca della Verità, la quale altro non è che il suo ricordo: «Quando uno per mezzo della dialettica, indipendentemente da tutte le sensazioni, tenta di cogliere col suo ragionamento quello che ciascuna cosa è in sé, e non si ferma prima di aver compreso con il pensiero che cosa è il bene, egli giunge all’estremità stessa dell’intelligibile» (Repubblica, VII, 532a). Questa ricerca della Verità altro non è che il ricordo di Dio che è in noi stessi: redi in te ipsum, noli exire, in interiore hominis habitat Veritas. Noetica è nell’antico linguaggio filosofico la Scienza del Nous, dell’arcano Intelletto. Quest’opera vuole ricostruire quella che era una delle più antiche scienze dell’antichità, quella del Pensiero stesso. Nous, noesi, nel linguaggio di Platone e di Aristotele indicava la più alta attività intellettuale dell’uomo, quasi a toccare i limiti dello Spirito stesso. Anassagora è il primo a parlare dell’Intelligenza creatrice: «L’Intelligenza è infinita e dotata di forza autonoma, non mescolata con cosa alcuna, ma solo di per sé sussiste» (fr. 12). Ed è il Nous il protagonista di questo cammino filosofico: da Anassagora ad Aristotele, da Cartesio a Kant, da Hegel fino ad Heidegger, il Nous ricompare riconsiderato sempre in termini diversi. «Ora io sono una cosa vera e veramente esistente;» scrive Cartesio, «ma che cosa? L’ho detto: una cosa che pensa. Che cos’è una cosa che pensa? È una cosa che dubita, che intende che concepisce, che afferma, che nega, che vuole, che non vuole, che anche immagina e che sente» (Metitationes, II). Che cos’è una cosa che pensa? È questo è uno dei più grandi interrogativi dell’umanità ed a questa domanda, che assillava Cartesio vicino alla stufa, tenta di dare dei riscontri questo studio sulle nostre facoltà intellettuali. La risposta si trova paradossalmente proprio nella stufa: il Pensiero, come proferiva Eraclito, è Fuoco. Al contrario della Fenomenologia hegeliana, nella Noetica si parte dal piano infinito per giungere infine a quello finito. C’è una introduzione dovuta alla Filosofia, poi nella prima parte si ha la disamina di tutte le facoltà della mente infinita. Infine si passa dal piano trascendentale -  nel senso kantiano - o infinito a quello empirico, o finito: vengono riconsiderate le facoltà noetiche trascendentali sotto la prospettiva dell’esperienza esistenziale e non trascendentale. Lo schema che abbiamo seguito sostanzialmente è il seguente:


SENSIBILITÀ  estetica         Sensazione
                                                  Percezione
                                                 Appercezione
                      
                          sinestetica   Impressione
                                                 Affezione
                                                 Immaginazione

ENTELECHIA istinto
                                 volontà
                                  arbitrio

INTELLETTO rappresentazione
                                giudizio
                                ragione


La sensibilità estetica è quella esterna, quella sinestetica è quella interna. La differenza è essenziale per capire questi mondi così diversi del nostro orizzonte noetico, o conoscitivo. L’entelechia - dall’etimologia greca - è la facoltà di poter conseguire liberamente dei fini. Anche qui si procede per gradi: dall’istinto, che è la base che ci accomuna agli altri animali fino alla libertà, peculiarità dell’uomo. L’intelletto, infine, secondo la canonica classica viene considerato nei suoi diversi aspetti, dalla rappresentazione alla ragione. I termini fondamentali della scienza noetica sono da un lato l’infinita Mens e dall’altro il suo perenne oggetto, che è la Res, come la definirono gli Stoici, la Cosa, il Tì.  Questo Qualcosa universale rimanda naturalmente ad un Tis, o Quis, o Chi: la Persona infinita, che sta alla base del pensiero onniveggente. La persona umana altro non è che una delle infinite scintille che si sprigiona dalla Persona universale e si accende nel mondo e nella storia, è una minutissima cellula, che diviene gemma piena di luce. Tutto pervade il Pensiero: il conoscente e il conosciuto. Tutto si conosce in virtù di questa sostanza noetica, o res cogitans nel senso cartesiano. Questa fa parte di noi ed a di là delle differenze che appaiono come fenomeni sul piano del finito, unico è il modus percipiendi; l’Intelletto non è unico, come sosteneva Averroè, però potremmo dire che è univoco, cioè si riferisce a tutti gli infiniti termini del Tutto nello stesso modo. Diversi ad esempio possono essere le visioni, però stessi sono gli occhi come organi vedenti, in noi, come anche in altri esseri senzienti. Questo studio è thriller  filosofico, un ripensamento, sebbene estrinseco, della kantiana Critica della Ragion Pura. Questa Ragion pura è lo stesso Nous che ricompare in modo diverso. Possiamo paragonare in questo senso la filosofia a come descrive la devozione San Francesco di Sales nella sua Filotea: un mazzetto di fiori. I fiori sono sempre gli stessi, ma la disposizione fa sì che un mazzo sia diverso dagli altri o più bello degli altri. Questo lavoro rappresenta un tassello di una grande trilogia, che ha per oggetto i temi fondamentali del pensiero filosofico occidentale: il pensiero, il mondo e l’io. A questi corrispondono tre scienze diverse: la noetica, la cosmologia, o filosofia della natura e la psicologia, o filosofia dello spirito. Ci manca un altro tema, Dio, questo sarà compreso nella cosmologia, come principio universale. Per il resto un libro - come afferma un grande -  è soltanto la metà dell’opera, l’altra e la miglior metà è lo spirito del lettore.

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