06 dicembre 2007

Recensione: "Ho sognato la cioccolata per anni" di Trudi Birger

Di Trudi Birger – scritto con Jeffrey M. Green
© 1999 Edizioni Piemme S.p.A. pag.222

Non è un romanzo, è una testimonianza sofferta che ci arriva dal passato, da un periodo storico che faremmo bene a non dimenticare: l’olocausto.
Fino a quando ci saranno persone come la Birger che hanno il coraggio di rivivere un mostruoso incubo, anche dopo essersi accorti che era un’atroce realtà, ci saranno libri come questo: dolorosi da leggere, con momenti e frasi terribili che sicuramente ci faranno stare male. E' inutile raccontarci storie: non stiamo parlando di una favola della buonanotte, ma di un piano folle e meticoloso per perseguitare milioni di innocenti, nell’assurdo tentativo di distruggerli; di farli scomparire, quasi avessero potuto anche eliminarne il fumo dopo averli bruciati nei forni crematori, non sempre dopo la loro morte.
Trudi Birger ci racconta la sua storia, vissuta personalmente da lei, allora bambina. Del suo legame con la madre, della sua incoscienza e grande voglia di vivere che, forse, sono state le parole magiche che l’hanno fatta sopravvivere.
Dedica il libro al marito, ai figli, alle loro mogli e ai nipoti. E ringrazia il suo coautore Jeffrey M. Green per la sensibilità con cui ha condiviso con lei ore di ricordi.
E aggiunge: “Spero che la mia storia sia letta da adulti e bambini, perché nessuno al mondo possa dimenticare il destino di sei milioni di ebrei vittime della ferocia nazista”.
E direi proprio che la sua speranza si è trasformata in realtà, dal momento che questo libro è stato tradotto in dodici lingue.
Nella prefazione M. Green definisce così il libro: “Questa è la storia eccezionale di un essere umano: Trudi Birger, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, strappata alla morte poco prima di essere spinta nel forno crematorio del campo di concentramento di Stutthof”.
E come lui stesso indica al termine della prefazione: “Intenzione di questo libro non è semplicemente l’esposizione di una serie di fatti, quanto quella di far rivivere il vissuto personale dell’esperienza di Trudi”.
Ho sognato la cioccolata per anni, come altre importanti testimonianze del genere, è un libro che da parte nostra è quasi doveroso leggere; sedersi, aprire le pagine e condividere quanto vi si trova scritto, con la più sincera e autentica compassione.
E credo sia una grande lezione di vita da parte della Birger, il fatto che lei, nonostante tutto quello che ha subito, non si sia arresa all’odio, bensì si sia dedicata per tutta la sua vita ai bambini poveri, non badando alla loro religione o etnia. Questo a Gerusalemme, dove vive con la sua numerosa famiglia.
 
© Miriam Ballerini

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