04 maggio 2007

Entroterra, il borgo high tech

di Antonio V. GELORMINI

A Marzio, un piccolo borgo in cima a una montagna del Varesotto, a pochi chilometri dal confine svizzero, 800 metri d’altitudine, indice di inquinamento nullo, tranquillità assoluta e atmosfera quasi irreale, si sono guardati, si sono contati e hanno realizzato d’essere rimasti in 200 abitanti.

Tanti anziani, qualche famiglia e pochissimi bambini. Un destino segnato. Ma grazie all’intraprendenza del suo giovane sindaco, il consulente informatico Michele Sartoris, e a quella vena creativa che spunta nei momenti di maggiore disperazione, Marzio potrebbe diventare il primo borgo italiano hi-tech. Un modo come un altro per riacciuffare la vita grazie al computer, al telefono e alla tecnologia pulita.

Un accordo con l’Università Cattaneo di Castellanza prevede l’affidamento al prof. Dipak Pant, docente oriundo del Nepal e titolare della cattedra di Economia sostenibile, di un progetto che possa trasformare il borgo nel paese dal futuro pulito. Dove alta tecnologia e basso impatto ambientale riescano a fare di Marzio un centro capace di attrarre chi volesse scegliere di vivere lontano dalla grande città, in cambio di una qualità della vita decisamente migliore.

Case riscaldate da pannelli solari, fibra ottica ovunque, computer collegati ad alta velocità, per offrire un’oasi “Eco-tecnologica” a chi esercita una professione legata all’informatica o che non necessita della presenza fissa e fisica in città o in azienda. Un esperimento che ha già cominciato a coinvolgere la piccola scuola elementare di Marzio. Che ha riaperto per i pochi bambini e con un collegamento wi-fi, con la scuola del paese più a valle, oggi si possono seguire le lezioni via web-cam. Con tanto di interrogazione della maestra a qualche chilometro di distanza.

Una realtà, quella di Marzio, destinata a diventare modello per la miriade di piccoli borghi d’Italia, con difficoltà a sopravvivere al lento ed incessante spopolamento, sia per quelli montani più difficili da raggiungere nei periodo invernali, che per quelli più accessibili in collina. Un patrimonio territoriale inestimabile, la cui valorizzazione meriterebbe più attenzione, più risorse e soprattutto più passione e meno approssimazione.

(
gelormini@katamail.com)
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