09 maggio 2022

“L’OCEAN DE LA VIE-L’OCEANO DELLA VITA” KHIRA JALIL a cura di Maria Marchese




 
L’OCEAN DE LA VIE-L’OCEANO DELLA VITA” KHIRA JALIL

a cura di Maria Marchese

“Scendono le ali delle farfalle,

che si spingono

fino ai crisantemi selvatici”

Basho


Le parole del Maestro Basho nulla sembrano a che vedere con la vita oceanica: invero, come lievi e libere ali, esse si posano su una distesa di policromi idiomi esperienziali, infiorescenze vive, celebrazione di un'incontenibile joie de vivre e alternative genesi, nella verità metaforica dello sconfinato prato esistenziale.

Il crisantemo, nella cultura orientale, è voce beneaugurante. Così, Khira Jalil sembra aver invitato i sottili versi del poeta giapponese a posarsi sul proprio desco artistico: l’autrice marocchina li racconta, indi, ad uno ad uno, ammannendoli e centellinandoli in piccoli interstizi, oppure in antropomorfe e teriomorfe presenze.

La pittrice infonde, sulla tela, l’intensità di un convivio umano, che sorrade l’orizzonte, giammai l’abisso. L’infinita linea accoglie, allora, il sorgere di innumerevoli albe esperienziali: l’autrice immila le “creature”, circoscrivendole addentro un alfabeto segnico tribale, mescidando il susseguirsi, tra crescendo e digradando, di valori tonali squillanti oppure severi.

Gli spazi cromatici dialogano tra loro, strettamente, come perfette tarsie di una liquefatta realtà concreta: morbidi segni si flettono e ricercano, trovando la significanza celata da un’ arcana e inconscia origine.

Il pennello dell’artista sembra persuadere, discretamente, la tavolozza, a donare manti erbosi, scaglie di luce, vampate d’estro, vinoso e divino nettare, profondità marine… le setole, poi, li frantumano in istanti di colore, che l’autrice confonde, tra loro, liberando una meravigliosa “robe pointillose” . La sua mano affronta altresì l’oscuro presagio del male: con coraggio, rivela, al ciglio, l’oscura memoria di asprezze e grevità umane, intrecciandole alle felici e colorate vicende conoscitive.



L’immediatezza del pigmento acrilico ravviva la spontaneità di un certosino e intuitivo disvelamento compositivo.

Khira Jalil realizza una fondamentale disquisizione estetica, elogio alla “sostenibile leggerezza dell’essere” : l’invito all’amore per la levità è, invero, ben lontano dalla realtà della superficialità; l’autrice esprime un garbato monito contro gli scempi, causati da nefaste gesta e pensieri, memoria deleteria, perché si possa addivenire ad una felice maturazione universale.

L’artista marocchina è autrice di diverse sillogi poetiche e novelle.

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono moderati e controllati quotidianamente.
Tutte le opinioni sono benvenute. E' gradita la pacatezza.

Il bosco in primavera