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Visualizzazione dei post da ottobre, 2007

"Ritratto di un assassino" di Patricia Cornwell

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Jack lo squartatore. Caso chiuso. di Patricia Cornwell © 2002 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. ISBN 978-88-04-53276-7 € 8,80 - pag. 400 Chi non ha sentito almeno una volta il nome “Jack lo squartatore?” Riferito all’omicida che nel 1888 uccise e mutilò 5 prostitute nell’East End londinese. Quanti film, quanti libri, quante parole spese per risolvere un caso che, forse proprio per l’impren-dibilità dell’assassino, è giunto fino ai giorni nostri quasi come una leggenda. Patricia Cornwell, scrittrice nota per i suoi gialli con la protagonista Kay Scarpetta, ha scritto questo saggio asserendo di avere scoperto, a più di 100 anni da quei crimini, la vera identità di Jack. Avvalendosi delle tecniche di investigazione odierne, la Cornwell ha voluto dimostrare che Walter Sickert, passato alla storia per i suoi quadri, è stato l’autore dei crimini di Whitechapel e non solo. La scrittrice ha analizzato la personalità del pittore, la sua storia personale, scoprendo i gravi disturbi di cui aveva s...

"Nessun male" di Bruno Pampaloni

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La nuova collana “Il Giallo Mondadori Presenta” questo ottobre lancia "Nessun Male", il nuovo romanzo di Bruno Pampaloni, già autore del giallo "Li vuoi tutti morti" (Fratelli Frilli Editore, 2005). Non c'è niente di "normale" nell'esistenza apparentemente "normale" di Aldo Bianco. La sua mente è distorta nel profondo. Il suo mondo è un incubo allucinato privo di qualsiasi redenzione. La sua realtà è un luogo infernale popolato di nemici mostruosi. La sua ossessione è l'incapacità di sopportare la vista del dolore umano. Così comincia a uccidere, a freddo. Aldo Bianco elimina tutti coloro che vede soffrire. Un disperato, pietoso "dottor morte"? No, un efferato, psicotico, serial killer. Fatalmente destinato a uccidere e uccidere e uccidere.... In tutte le edicole. *BRUNO PAMPALONI, genovese, 46 anni vive e lavora a Milano. Studioso di cinema e tecniche cinematografiche, in passato si è impegnato nella stesura di testi tema...

L'ingresso negato

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Questa lor tracotanza non è nova; ché già l'usaro a men segreta porta, la qual sanza serrame ancor si trova. (Inf. VIII; 124-126) Libero circuito culturale, da e per l'Insubria. Scrivici a insubriacritica@alice.it

L'Arte di Isa Tulino

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di Augusto da San Buono Insieme a "lei" percorrevo le strade della città vecchia di Lecce, dov'erano un tempo le affumicate e ingombre botteghe dei cartapestai, che avevano mani magiche e facevano levare nuvole di fumo al cui diradarsi appariva una madonna barocca contadina che esprimeva lo squasso mistico e il genio antico dei barbieri di via Grandi, che tra un salasso e una barba, con abili dita plasmavano tozzi di creta informi e davano vita ai pupi del presepio. Sul finire dell'Ottocento, queste botteghe divennero dei veri e propri cenacoli d'arte, in cui convenivano poeti, scultori, pittori e musicisti da tutta la vasta provincia. In queste vie contorte si sente ancora l'odore e il respiro di quelle mitiche "putee" degli artigiani leccesi, che ritroviamo spesso raffigurate nei quadri del primo Suppressa, e costituivano il cuore pulsante di una economia povera, ma non priva di fascino. Allora la bottega bastava alla formazione degli a...

Canti celtici

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CANTI CELTICI di Renzo Montagnoli © Edizioni Il Foglio 2007 Pag. 76 € 10,00 ISBN 978 – 88 – 7606 – 162 – 2 Il libro di Montagnoli è una raccolta di canti delicati che anche là dove gridano per farsi sentire, sono acquietati da quel senso nostalgico che li pervade. Montagnoli ci vuole comunicare il senso dei valori che si è via via smarrito nella nostra odierna società; ci interroga, chiedendoci cosa lasceremo ai “posteri già nati senza memoria”. I suoi scritti sono liriche anticheggianti che meglio si addicono al popolo celtico che ha popolato anche la pianura padana, dove l’autore risiede, rifacendosi a esso e ai suoi valori: la famiglia , la comunità e la spiritualità . Sentimenti di cui Montagnoli avverte l’assenza o l’estinzione. Per far questo si fa attento osservatore della natura , l’unica essenza ancora vera che ci è rimasta, ma anche lei vittima della mano dell’uomo. Affida alla natura e ai suoi fenomeni la sua voce. IL MORMORIO DEL VENTO E' il vento che porta le voci,...

Salvemini: meridionali con le palle

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di Augusto da San Buono Cinquant'anni fa, il 6 settembre 1957, a Sorrento, moriva il molfettese Gaetano Salvemini , uno dei più grandi uomini che abbia avuto l'Italia; uno di quegli storici di genio che fanno, o rifanno la storia, uno di quegli indagatori della politica che anticipano gli eventi, che profetizzano le sciagure, per cui nessuno, o quasi è disposto ad ascoltare; un meridionale vero, un pugliese tutto sangue e passione, ma anche uno dei più lucidi, concreti, razionali studiosi che prendono di petto la realtà storica e l'affrontano, uno dei più strenui e determinati, coraggiosi uomini che abbiamo avuto nella prima metà del ventensimo secolo. Gaetano aveva preso le prime lezioni di "mezzogiorno" a Firenze, appena diciassettenne, quando era riuscito ad avere una borsa di studio che lo aveva sottratto - lui primo maschio di nove fratelli e sorelle -a quello che nel Sud era allora il destino inevitabile dei ragazzi non stupidi delle famiglie povere : farsi...

Ricordo di Giuseppe Di Vittorio

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di Antonio V. Gelormini Siamo a Cerignola , la vigilia di Natale del 1920, e a casa di Giuseppe Di Vittorio arriva un cesto-dono offerto dal conte Giuseppe Pavoncelli , proprietario terriero e signorotto del paese, nonché spesso controparte delle locali battaglie sociali del sindacalista pugliese . E per questo, da lui chiamato “il Principale”. La missiva motiva il rifiuto sofferto di quel dono, in un’epoca di povertà assoluta per la sua famiglia. Finora inedita, è stata ritrovata durante un sopralluogo dagli sceneggiatori che stanno preparando un film sul leader sindacale, morto cinquant’anni fa. E sarà custodita a Cerignola (Foggia) da “Casa Di Vittorio”, il progetto-contenitore diretto da Giovanni Rinaldi. La lettera parla da sé. Trasuda etica, dignità e reciproco rispetto tra “signori” d’altri tempi. Si direbbe lontana anni luce dalla realtà raccontata recentemente da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. E rivela il raffinato senso politico-diplomatico di Giuseppe Di Vittorio, che...

"La dittatura del relativismo" di Roberto de Mattei

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Roberto de Mattei LA DITTATURA DEL RELATIVISMO Edizioni Solfanelli , Chieti 2007 [ISBN-978-88-89756-26-3] Pagg. 128 - € 9,00 Il grande dibattito del nostro tempo, secondo Roberto de Mattei, non è di natura politica od economica, ma culturale, morale e, in ultima analisi, religiosa. Si tratta del conflitto tra due visioni del mondo: quella di chi crede nell’esistenza di principi e di valori immutabili, iscritti da Dio nella natura dell’uomo, e quella di chi ritiene che nulla esista di stabile e di permanente, ma tutto sia relativo ai tempi, ai luoghi, alle circostanze. Se però non esistono valori assoluti e diritti oggettivi, la volontà di potenza dell’individuo e dei gruppi diventa l’unica legge della società e si costituisce quella che Benedetto XVI ha definito la “dittatura del relativismo”. La denuncia della minaccia relativista è il filo conduttore di queste pagine, che raccolgono scritti e interventi dell’autore svolti tra il 2005 e il 2007. L’opposizione alla dittatura del relati...

Franzato ricorda Marceau

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di Paolo Franzato La luna questa notte mi appare più luminosa... forse è Bip che l'accende col suo sorriso e il suo biancore. Ci sono lacrime e dolori che vanno vissuti con intimità e solitudine, e a volte si è gelosi del proprio personale vissuto. Ma quando riguarda incontri con persone che hanno fatto la storia, in questo caso dello spettacolo, riaffiora un compito etico di ricordarli con la giusta dignità. Non essendomi affacciato alle cronache per le perdite di Grotowski , Laura Betti e Arnaldo Picchi , sento ora di doverlo fare per un altro mio Grande Maestro, Marcel Marceau . Come tutti i grandi Maestri, Marcel lo ritengo un vero e proprio Genitore Culturale che rivive in continuazione lungo il percorso e l'abbraccio è rivolto ai tanti figli/allievi che come me sono sparsi in giro per il mondo. Perché Marcel non è stato solo uno dei più grandi Mimi del pianeta, assoluto Maestro dell'arte pantomimica e del mimodramma , ma è da annoverare tra i Grandi Padri Fondatori ...
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Cinema – servizio di Bruna Alasia Villerupt, il festival ha trent’anni: dal 26 ottobre all’11 novembre l’edizione 2007 Anni ’70: età d’oro e/o anni di piombo. Un romanzo di Honoré de Balzac ha per titolo “La donna di trent’anni” a indicare che tale età segna una tipologia esatta di persona e di vita. Il trentesimo compleanno del festival di Villerupt è altrettanto importante e singolare: pochi sono arrivati a un simile traguardo di maturità e serietà , tanto più rimarchevole per la cronistoria di una manifestazione che oggi, con uno zoccolo duro di quarantatremila spettatori, si pone come la più frequentata vetrina del nostro cinema in Francia. Villerupt è un paesino della Lorena alla frontiera con il Belgio e il Lussemburgo, non distante da Varennes dove i francesi posero fine alla famosa fuga di Luigi XVI deviando il corso degli avvenimenti europei. Nel 1879 Villerupt ha assistito all’avvento della siderurgia, le cui installazioni richiesero l’ importazione di minatori, soprattutto d...

Recensione: "Delitti" di Vittorino Andreoli

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DELITTI di Vittorino Andreoli © 2001 RCS Libri S.p.A. Milano Pag. 326 Vittorino Andreoli è uno dei più autorevoli psichiatri italiani. Molti i testi da lui pubblicati e innumerevoli le perizie psichiatriche che ha condotto su richiesta dei tribunali. Ci sono crimini che apparentemente sembrano inspiegabili, a volte così efferati da parere disumani. Eppure, anche chi commette delitti atroci è pur sempre un essere umano, il quale porta dentro di sé delle motivazioni profonde. Dice lo psichiatra: “Ho molti dubbi, ma sono certo che tutti gli omicidi siano uomini, anche se deformati rispetto a come vorremmo fosse l’uomo sapiens sapiens”. In questo libro Andreoli ha raccolto dieci casi di crimini violenti che hanno riempito le pagine di cronaca di questi anni. Tutti ricordiamo Pietro Maso , il giovane che uccise i suoi genitori per denaro. O Luigi Chiatti , il mostro di Foligno. E' così facile barricarsi dietro etichettature e allontanare da sé il male, affibbiando titoli quale mostro a...