Rock Encyclopedia & altri scritti di Lillian Roxon a cura di Claudio Giuffrida
Rock Encyclopedia & altri scritti di Lillian Roxon
Editrice Minimum Fax – pag. 408 – ristampa tradotta 2014
Ci si può chiedere se oggi come oggi, con tutti i libri scritti e i link del web, serva ancora leggere un’enciclopedia musicale, invece quest’opera dell’autrice Lillian Roxon si rivela ancora preziosa e sicuramente unica per diverse peculiarità.
Tradotta una decina di anni fa, ora è facilmente recuperabile grazie ad Amazon, si legge con facilità perché non è una raccolta di informazioni, formazioni e discografie, queste oggi si sa dove trovarle, ma rappresenta una raccolta di considerazioni e un’analisi approfondita dello scenario musicale che decise di pubblicare nel 1969, l’anno non a caso di Woodstock.
La prefazione è di Robert Milliken che scrisse la sua biografia in Mother of Rock: The Lillian Roxon Story e che racconta in modo coinvolgente la vita avventurosa e profetica di Lillian nata in Polonia nel 1932, con l’infanzia vissuta ad Alassio e l’adolescenza in Australia a seguito delle persecusioni antisemitiche nei confronti della sua famiglia. Ma è nel 1959 a 27 anni, finiti gli studi e con un paio d’anni di esperienza giornalistica, che parte alla volta di New York dove visse fino a soli 41 anni perdendo al vita nel 1973 per una crisi d’asma.
A NY entrò nel giro giornalistico musicale diventando la prima donna a scrivere di musica rock e la sua intuizione fu proprio quella di vedere nei cambiamenti della musica la scintilla di una più ampia rivoluzione sociale e sessuale che riteneva meritoria di essere documentata in un’enciclopedia. Espresse un nuovo modo di scrivere di musica inteso come metodo di interpretazione della contemporaneità da chi oltretutto lo stava vivendo con sincero interesse e coinvolgimento. Dicono di lei:
“Prendeva il giornalismo molto seriamente, metteva le parole sulla pagina come un pittore dipinge un quadro”.
Il suo obiettivo fu quello di raccontare ciò che la musica trascinava nella cultura giovanile, nei costumi e nello stile di vita. Determinante furono la sue frequentazioni dei luoghi della controcultura di New York dove produttori e artisti si trovavano e agendo spesso in prime persona come scopritrice di talenti ben consapevole del ruolo che il giornalismo musicale stava realizzando facendo da ponte tra i musicisti ed il pubblico e quindi nel far nascere nuove star. Questo con sincero entusiasmo e grande capacità di raccontare con un suo stile brillante. Un esempio? Dei Rolling Stones scrisse: “Quelle dei Beatles erano canzoni risciacquate e appese fuori ad asciugare. Gli Stones non hanno mai visto l’acqua e il sapone”.
Due amicizie femminili le furono fondamentali in quegli anni, la prima fu Linda Eastman (che poi sposò Paul McCartney) entrambe si riconobbero nel reciproco interesse a raccontare la scena rock, Linda come fotografa e Lillian come giornalista. E’ di Linda la sua foto-ritratto che c’è nel risvolto di copertina. Altra amicizia importante fu Germaine Greer giornalista femminista australiana, che quando scrisse il suo libro più famoso l’Eunuco femmina, che divenne la bibbia del movimento femminista, lo dedicò proprio a Lillian. Così la ricorda in modo commovente la cantante australiana Helen Reddy: “Hai visto una nuova forma d’arte levarsi e veleggiare dall’albero maggiore. Hai raggiunto il successo contro ogni probabilità e credo tu sia stata felice di andartene ancora giovane e con il letto caldo.” Ricordando quando la prendeva per mano e la conduceva all’interno del Max’s Kansas City dicendole:” Tesoro, c’è una persona meravigliosa che devi conoscere”.
L’enciclopedia inizia con la voce: Acid Rock che discrive lo scenario di quello che stava iniziando a San Francisco tra musica e LSD, e termina con gli Zombies di Rod Argent, più di 500 voci, molti diventati famosissimi ed è illuminante leggere le sue acute presentazioni.. Ma è interessantissima anche l’appendice che raccoglie alcuni suoi articoli estremamente significativi, tanto da consigliarvi di iniziare la lettura da quelli. Il primo è l’avvincente racconto dell’estate 1967 a New York, di quello che successe e per cui scrisse questa enciclopedia; il secondo è sul coinvolgimento nel movimento femminista ed il terzo il suo punto di vista sull’amica Germaine Greer; il quarto è il più tagliente con una cruda rappresentazione di quanto, con l’inizio dei 70, la musica rock fosse cambiata e diventata anche un grosso affare di soldi!
Ben consapevole dell’enorme dinamicità della musica e dei musicisti di quegli anni arrivò a scrivere nella prefazione: “Riuscire a tenere fermo il mondo del rock quanto bastava da permettermi di fotografarlo è stata una delle missioni più difficili nel fare questo libro… troppa gente ha chiuso gli occhi nell’attimo esatto in cui scattavo la foto… volevo registrare i fatti senza perdere le emozioni e alla fine è stata la stessa musica a raccontare la storia. Il libro è solo il compagno di viaggio di quella storia”.
https://freezonemagazine.com/articoli/rock-encyclopedia-altri-scritti-di-lillian-roxon/
© Claudio Giuffrida
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