Molto più grande di Andrea Biondi a cura di Vincenzo Capodiferro
MOLTO PIÙ GRANDE
Voce poetica puntuta che mira all’essenziale di Andrea Biondi
La raccolta “Molto più grande” di Andrea Biondi, è stata pubblicata da Fara, Rimini 2024, segnalata da Franca Oberti al concorso Faraexcelsior 2024: «La sua poetica è caratterizzata da una voce puntuta che mira all’essenziale. Lo sguardo alla realtà è salace e a tratti sferzante, chiede all’uomo di essere responsabile del proprio agire e ci spinge a volgere gli occhi in ogni direzione: attorno, sotto e sopra di noi, così da dare alle cose la loro giusta dimensione».
Il
cielo
mai ha preso per il collo
una creatura
né le
stelle
stanno là per incatenarci.
Gli
uomini
si mostrano al male devoti,
non fanno
che rinforzare
catene.
La
poetica di Andrea si rivela essenzialista, al limite di un
neo-ermetismo bisunto e convesso, rispetto al vetero-ermetismo. È
come la geometria non-euclidea, rispetto a quella euclidea. Vi si
coglie una spietata e feroce satira latente verso la novella
Weltanschauung onnicomprensiva e unilaterale.
Belli
i tempi antichi
quando gli dei almeno
erano sì sì, no no.
Ora
c’è un dio ridicolo
nel suo squallido sudario
che gli specialisti chiamano:
mistero.
Andrea
preferisce l’antico politeismo all’attuale monoteismo ateo.
“Molto più grande” rimanda ad una visione:
La
vita
è ben più grande
della vita e della morte.
La
pace
è ben più grande
della pace e della guerra.
La lezione della Gestaldt ce lo ripete: “Il Tutto è più della somma delle parti”. Questa visione non è solo umana, è la visione del Tutto, che si impersona in un’entità che noi diciamo divina. “Dio è più grande del nostro peccato”. Ciò che non ha capito Caino. Ciò che non ha capito Giuda, ma che ha capito Pietro.
Ci rompono ancora l’anima
con inferno e paradiso
come se fossimo bambini capricciosi.
Inferno
e paradiso sono, secondo gli ortodossi ed anche i mistici tedeschi,
la stessa luce divina, lo stesso fuoco d’Amore, percepiti in modo
diverso. La Valtorta scriveva: «In Paradiso è
fuoco di amore perfetto. In Purgatorio è fuoco di amore
purificatore. In Inferno è
fuoco di amore offeso».
Non
mi capacito
di una necrofilia
così diffusa.
Perché gli uomini
amano tanto la morte?
Deve avergli promesso
qualcosa in cambio
Il culto della morte nella contemporaneità celebra il nichilismo e di conseguenza il post-materialismo, il post-consumismo, che si traveste da pseudo-climatologia, vana preoccupazione per l’ambiente, senza alcun rispetto per la Natura. L’imperativo di Jonas è ancora lontano dall’essere compreso ed attuato. Il tabù della Morte viene esorcizzato attraverso un culto recondito. Tutto finisce con la vita. Non c’è una visione di un al di là. Tutto è al di qua, anche la teologia. Marx ha vinto, anche se ha perso a livello politico. Questo è il profondo senso di “Molto più grande”: la realtà è molto più grande di quanto possiamo percepirla.
Andrea
Biondi, nato a Rimini
nel1986,
si è laureato in Lettere all’Università di Urbino nel 2009 e
specializzato
in Scienze Religiose nel 2017. Nel 2019 si è laureato in
Antropologia culturale all’Università di Bologna. Sempre con Fara
ha pubblicato: “Le
campagne hanno bocca” (Faraexcelsior 2017);
Ghironda (2019) e “La
gente di quassù è nemica (2022).
Insegna nelle scuole superiori del maceratese.
Vincenzo Capodiferro
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