Frederick Forsyth – Il giorno dello sciacallo – a cura di Marcello Sgarbi
Frederick Forsyth – Il giorno dello sciacallo – (Edizioni Mondadori)
Formato: Brossura
Pagine: 416
EAN: 9788804801658
In questo avvincente giallo di Forsyth, la prima cosa che mi ha colpito è la precisione con cui l’autore colloca la narrazione e la dinamica delle azioni in un contesto storico preciso e aderente alla realtà, perché coinvolge in prima persona l’ex Presidente della Repubblica di Francia, il generale Charles De Gaulle.
Dopo la decolonizzazione francese in Algeria, che viene attuata con particolare crudezza, è nel 1963 che l’organizzazione terroristica OAS – Organisation de l’Armée Secrète - compie una lunga serie di attentati.
Se si vuole un po’ come è poi capitato più o meno tra il 1970 e il 1980 in Italia, con le Brigate Rosse.
Così, anche in Francia, in quei primi anni Sessanta la strategia della tensione raggiunge livelli insostenibili. C’è sentore di un golpe e De Gaulle, che in un primo tempo sembra determinato a mantenere l’Algeria sotto il giogo del colonialismo, viene richiamato al potere.
L’OAS attenta una prima volta alla vita del generale nell’agosto del 1962, però non riesce a centrare l’obiettivo. Numerosi appartenenti al gruppo criminale segreto vengono arrestati e giustiziati.
L’anno seguente il colonnello Marc Rodin, capo dell’organizzazione paramilitare, dopo avere selezionato una serie di killer professionisti ne arruola uno straniero pagandolo profumatamente perché elimini De Gaulle.
È lo Sciacallo, pseudonimo adottato dal sicario e appellativo che dà il titolo al giallo ad alta tensione di Forsyth.
Dal momento in cui il killer accetta l’incarico il racconto acquista un ritmo crescente. Lo Sciacallo, astuto e perfezionista, non lascia niente al caso nel percorso compiuto per arrivare a cogliere il suo obiettivo. Con dovizia di particolari e uno stile sciolto di scrittura, Forsyth ci fa partecipi della sua abilità strategica. La caccia allo Sciacallo, condotta da un’unità di crisi capeggiata dall’investigatore Claude Lebel e voluta con risolutezza dal Ministro degli Interni francese, oltrepassa i confini nazionali e chiama in causa altre forze investigative europee. In pratica, mezzo continente viene impegnato a seguire le orme del killer. Il racconto si fa sempre più incalzante e attanagliante, catturando il lettore e spingendolo a scorrere le pagine per scoprire l’evolvere della storia. Non vi anticipo altro, mi limito come sempre a proporvi qualche stralcio del giallo di Frederick Forsyth.
«Il falsario sorrise con aria indulgente, come chi conosce già tutte le risposte ma non ha nessuna difficoltà a dilungarsi in spiegazioni per soddisfare i capricci di un caro amico».
«L’odore era nauseante: misto di metallo, fumo stantio, sudore e vomito. Ma perfino l’odore di vomito, per quanto fosse pungente, era sovrastato da un altro ancora più forte, il tanfo della paura e della sofferenza».
«Lungo l’imponente promontorio del suo naso, de Gaulle fissava il suo ministro, come se un oggetto sgradevole fosse stato introdotto nel suo studio da un servitore al quale fino allora aveva concesso la sua fiducia».
«Aveva la bocca asciutta e la lingua incollata al palato, come se fosse stata saldata».
«Sono sempre i tipi peggiori, per un poliziotto, gli autentici gentiluomini. Perché nessuno li sospetta mai».
© Marcello Sgarbi
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