10 giugno 2019

IL “DIALOGO DELL’ANIMA E DELL’ANGELO CUSTODE” DI SUOR SAURETTE DI LIONE A cura di Vincenzo Capodiferro





IL “DIALOGO DELL’ANIMA E DELL’ANGELO 
CUSTODE” DI SUOR SAURETTE DI LIONE
A cura di Vincenzo Capodiferro

È uscito da poco alle stampe il “Dialogo dell’anima e dell’angelo custode”, per l’editore Segno di Tavagnacco (UD), attribuito a Suor Saurette di Lione. Il titolo iniziale era “Imitazione dell’angelo custode” (1895). Si tratta veramente di un capolavoro di spiritualità, il quale nella sua semplicità sconvolge e richiama alla sequela del nostro spirito guida. Seppure si presenti incompleto, forse per motivazioni legate al fatto che dovesse rimanere nascosto, o che fosse soggetto ad inquisizioni da parte delle autorità ecclesiastiche, racchiude in sé, come in uno scrigno, un tesoro di effusioni di un’anima che si rivolge a Dio tramite il suo amico angelo. Il Dialogo, infatti, con l’annesso epistolario in un estratto che abbiamo posto in appendice, per la sua bellezza, all’opera, si trova di fatto nascosto in un quaderno di catechismo. Si vede che la prima parte è più antica e di una scrittura diversa. L’autrice Suor Saurette, di cui abbiamo notizie incerte, rimane un personaggio sconosciuto: certamente è stata una suora, come risulta dai passi del Dialogo, non sappiamo se appartenente alle francescane o alle trinitarie. Nel Dialogo si fa espressamente riferimento ai francescani, ma nell’epistolario, il fratello di Saurette, Maurice, si rivolge a lei come suora trinitaria. In una Francia che vive uno dei momenti più drammatici di contrasto religioso e di sfida alla fede da parte delle forze laiciste e positiviste, non mancano queste stelle luminose che brillano nei cieli oscuri. Veramente ci sono le stelle maggiori in questo periodo controverso, come Teresina del Bambin Gesù, ma non mancano le stelle sconosciute, come Suor Saurette, disperse nell’universo della divina Bontà. Anzi abbiamo così appreso che più la Chiesa è in crisi, è provata, più Dio la sostiene coi suoi santi e dà prova maggiore di sé, che non nei periodi di tranquillità, dove predomina il secolarismo e la rilassatezza. La Chiesa dei primi secoli, bagnata dal sangue dei martiri, ha dato esempi inenarrabili di sé. Era molto più vicina alla agostiniana Gerusalemme celeste: «Due amori hanno costruito le due città: l’amore di sé fino al disprezzo di Dio ha costruito la città terrena, l’amore di Dio, spinto fino al disprezzo di sé la città celeste». Tutti ammiravano i primi cristiani, per la loro fede e per la loro vita. Ma poi ha cominciato il tarlo del razionalismo, della politica, a rodere quel primitivo battito d’amore che Dio aveva infuso negli uomini. Ma se non mancano i santi, non mancano neppure i diavoli nella storia. Suor Saurette parlava spesso cogli angeli e fin da bambina, come conferma anche il fratello Maurizio nelle lettere. A volte quando vediamo dei bambini che stanno lì, inerti, a fissare nel vuoto, subito diciamo: - ecco parlano con gli angeli! O: - ride con gli angeli! E lo diciamo anche ai grandi quando sono assorti nei loro pensieri. Eppure molti mistici avevano a che fare con questi esseri misteriosi che accompagnano l’uomo fin dall’antichità nel cammino della storia. Certo ci sono anche gli angeli cattivi e perciò bisogna stare attenti! Ad esempio Natuzza Evolo interloquiva con l’angelo custode. O possiamo citare Suor Maria Serafina Micheli, fondatrice delle Suore degli Angeli, la quale vide Lutero all’inferno. Il Dialogo di Suor Saurette è pieno di tenerezza e di amore. Questa povera ragazza ha perso il padre e si rivolge affettuosamente a questo fratello spirituale, l’angelo, che è sempre accanto a lei, nei momenti di dolore, di gioia, di speranza, di attesa. Racconta tutte le sue esperienze a lui ed egli le risponde con amorevolezza. A volte la riprende anche con energia, ma tutto per il suo bene. Trai racconti più belli vi è quello del pellegrinaggio ad Ars, ad onorare quel santo curato che ha reso Ars, piccola “Betlemme di Efrata”, come la definisce Suor Saurette, celebre in tutto il mondo. Suor Saurette spesso si rivolge ed interloquisce con la Madonna di Fourvière di Lione. È un’operetta intensa e molto profonda. Lasciamo al lettore il gustare queste meditazioni.

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