19 aprile 2024

51a Edizione Ravenna, 3-13 maggio 2024

                                                 51a Edizione


Ravenna, 3-13 maggio 2024

 

Una panoramica geografica sul jazz, dagli USA a Cuba, con ritorno in Europa e in Italia, zoomando dalle formazioni orchestrali di dimensioni extralarge al solo: la 51a edizione di Ravenna Jazz avrà un intreccio particolarmente narrativo. Nelle sue undici serate, dal 3 al 13 maggio, il festival ospiterà il pianista Abdullah Ibrahim, uno dei pochi musicisti africani ad aver raggiunto un ruolo da protagonista nel jazz mondiale, una primadonna del canto afroamericano come Jazzmeia Horn, il jazz ‘sinfonico’ dell’Italian Jazz Orchestra con John De Leo e Rita Marcotulli, le seduzioni caraibiche della cubana Ana Carla Maza, le voci a cappella dell’Anonima Armonisti, l’apoteosi virtuosistica del jazz manouche di Joscho Stephan, le atmosfere oniriche del duo Opez, il soul jazz e il lounge di Sam Paglia, il jazz puro di Alessandro Scala.

All’interno di Ravenna Jazz troverà spazio anche il gran finale dell’iniziativa didattica Pazzi di Jazz: la colossale produzione corale-orchestrale “Pazzi di Jazz” Young Project (con un vasto organico di baby musicisti in compagnia di Mauro Ottolini, Mauro Negri, Alien Dee e Tommaso Vittorini).

I workshop di “Mister Jazz”, che come da tradizione si integrano col programma dei concerti, saranno tenuti da due campioni della vocalità creativa come John De Leo (5 maggio) e Petra Magoni (l’8). I seminari si terranno al Centro Mousiké e saranno aperti a tutti gli strumentisti.

Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e con l’Assessorato alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna, con il sostegno del Ministero della Cultura e con il patrocinio di ANCI Emilia-Romagna.

 

Concerti principali: mutazioni jazzistiche dall’Africa al rock ’n’ roll

 

Al Teatro Alighieri, Ravenna Jazz 2024 fa le cose in grande, ospitando personalità di spicco del jazz internazionale e produzioni orchestrali di dimensioni kolossal.

Abdullah Ibrahim è il sommo rappresentante del jazz africano: nel 1960, suo è il primo Lp di jazz realizzato da artisti di colore in Sudafrica, suo paese d’origine. L’aspetto più suggestivo della sua arte è l’esibizione in solo, e proprio così lo si ascolterà il 9 maggio: un contesto che fa emergere il suo stile dalla distintiva definizione ritmica, sontuosa e iterativa, e dai disegni melodici di palpitante dolcezza, intensamente evocativi.

Serial jazz: le produzioni originali con l’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti stanno diventando un appuntamento fisso e atteso, che si rinnova a ogni edizione con un diverso progetto musicale a tema e con nuovi ospiti. Quelli invitati per l’inaugurazione del festival (3 maggio) sono il cantante John De Leo e la pianista Rita Marcotulli, che svettano sulla compagine orchestrale in un omaggio a Elvis Presley, le cui canzoni saranno rivisitate in forma jazz-sinfonica. Tra rock ’n’ roll e pop d’alto profilo, lo stesso Presley aveva scoperto il potenziale del proprio repertorio tradotto in arrangiamenti opulenti.

Anche “Pazzi di Jazz” Young Project è una produzione originale che di anno in anno si aggiorna: il repertorio di Harry Belafonte è al centro di questa mastodontica realizzazione orchestrale e corale, con una moltitudine di giovanissimi esecutori preparati e diretti da affermati musicisti come il direttore e arrangiatore Tommaso Vittorini, il trombonista Mauro Ottolini, il sassofonista Mauro Negri e il beatboxer Alien Dee (13 maggio).

 

Sempre più hot: il jazz fa 51° nei club

 

Ai grandi live ospitati all’Alighieri si affiancano i concerti di “Ravenna 51° Jazz Club”: una programmazione inserita nella cornice accogliente dei club e dei piccoli teatri di Ravenna e circondario. E se anche le sale sono di piccole dimensioni, gli artisti sul palco sono di ampia notorietà internazionale, con in più uno spazio per i talenti del territorio.

 

Il Teatro Socjale di Piangipane si conferma come palcoscenico riservato alle voci: ospiterà tre appuntamenti con gruppi guidati da musiciste, tutte cantanti, tutte di diversa nazionalità.

Il 5 maggio si esibisce la violoncellista e cantante cubana Ana Carla Maza, accompagnata da Norman Peplow al pianoforte: seduzioni e passioni caraibiche in punta d’archetto. Il suo progetto “Caribe” è un ritorno alle descargas (jam) cubane degli anni Cinquanta, con abbondanti e gioiose deviazioni verso le rumbas caraibiche, il tango argentino e un flirt con la samba e la bossa nova brasiliane.

Il 7 maggio è la volta di Musica Nuda, ovvero Petra Magoni (voce) e Ferruccio Spinetti (contrabbasso), che nel 2023 hanno festeggiato i 20 anni del loro duo di intramontabile successo. Magoni e Spinetti ravvivano continuamente la magia delle loro interpretazioni di brani inediti, cover internazionali e classici della canzone francese.

Il 12 maggio i riflettori saranno puntati su Jazzmeia Horn, una delle più brillanti promesse emergenti del jazz made in USA. La giovane cantante di Dallas è balzata sulla prima pagina delle cronache jazzistiche nel 2015 grazie alla vittoria nella Thelonious Monk Institute International Jazz Competition, che ha rivelato all’improvviso il suo talento alla scena internazionale: la perfetta incarnazione moderna delle grandi dive afroamericane che hanno stabilito i canoni della jazz song.

 

Il palcoscenico del Cisim di Lido Adriano è per gli ascolti più sorprendenti e per gli artisti più fuori dagli schemi. E tali sono i protagonisti dei quattro concerti che si terranno in questo club. L’Anonima Armonisti (4 maggio) è un settetto vocale a cappella che, con l’inserimento in organico di Alien Dee, ha portato su una nuova dimensione il canto armonizzato a più voci, totalmente privo di accompagnamento strumentale, mettendolo in contatto con il beatboxing.

Sin dal titolo, “Django Forever”, e dall’organico tutto corde, il trio del chitarrista tedesco Joscho Stephan mette in chiaro la sua dedizione al gipsy swing, il jazz gitano che furoreggiò negli anni Trenta. Con Joscho il canone classico di questa musica che ha in Django Reinhardt il suo nume tutelare suona improvvisamente rivitalizzato (6 maggio).

Il duo Opez affianca il chitarrista Massi Amadori e il contrabbassista Francesco Giampaoli. La loro musica è contemporaneamente densa e rarefatta, sensuale e spirituale, melanconica ed evocativa. Il loro “Social Limbo” ispira passi di danza, ma come in un rallentatore lisergico (8 maggio).

Sam Paglia compone, canta e soprattutto maneggia qualunque tipo di tastiera. Paglia si è imposto come uno dei nomi più rappresentativi del movimento lounge, trasportando il genere exotica nel nuovo millennio. A Ravenna si presenta a capo di un quintetto che raccoglie ottimi solisti del territorio, tra i quali spiccano il sassofonista Alessandro Scala e il trombettista Enrico Farnedi (10 maggio).

 

C’è poi una tradizione ormai talmente affermata da meritare il marchio DOC: la presenza al Mama’s Club (l’11) del sassofonista ravennate Alessandro Scala, un local hero capace di esprimere gli impulsi più brillanti e coinvolgenti della grande scuola sassofonistica jazz, estendendoli anche al funk e il boogaloo. Per l’occasione Scala guiderà un quintetto con solisti del calibro di Mauro Ottolini (trombone) e Francesca Tandoi (pianoforte): una produzione originale del festival che conferma Scala come leader capace di coinvolgere i migliori esponenti del jazz nazionale.

  

PROGRAMMA

 

Venerdì 3 maggio

Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00

“BLUE SUEDE SHOES”

Omaggio a Elvis Presley

ITALIAN JAZZ ORCHESTRA

+ special guests JOHN DE LEO & RITA MARCOTULLI

Direttore FABIO PETRETTI

ITALIAN JAZZ ORCHESTRA: Daniele Giardina – tromba; Giuseppe Zanca – tromba, arrangiamenti; Massimo Morganti – trombone, arrangiamenti;

Guido Bombardieri – sax alto, clarinetto basso; Marco Brusaferro – sax tenore, clarinetto; Marco Postacchini – sax baritono, flauto, arrangiamenti;

Thomas Lasca – chitarra; Paolo Ghetti – contrabbasso, basso elettrico; Stefano Paolini – batteria, percussioni.

ARCHI. Violini: Igor Buscherini, Simona Cavuoto, Michela Zanotti, Gioele Sindona, Aldo Capicchioni. Viola: Aldo Zangheri.

Violoncello: Anselmo Pelliccioni. Contrabbasso: Roberto Rubini.

+ special guests: JOHN DE LEO – voce; RITA MARCOTULLI – pianoforte.

Fabio Petretti – direzione, arrangiamenti

Elvis Presley video collage: immagini, frammenti di film, concerti, special TV, interviste

produzione originale

 

Sabato 4 maggio

Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30

“Ravenna 51° Jazz Club”

ANONIMA ARMONISTI

Settetto vocale a cappella

Alien Dee, Lorenzo Arduini, Davide “Daev” Fusaro, Alessandro Gnolfo, Sergio Lo Gatto, Claudio Mirone, Fernando Tofani – voci

 

Domenica 5 maggio

Ravenna, Centro Mousiké, ore 10-13, 14:30-16:30

“Mister Jazz”

WORKSHOP di canto

con JOHN DE LEO

partecipa Guido Facchini al pianoforte
“La voce strumento: suono e sperimentazione”

aperto a tutti gli strumenti

Let’s Jazz

 

Domenica 5 maggio

Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30

“Ravenna 51° Jazz Club”

ANA CARLA MAZA DUO

“Caribe”

Ana Carla Maza – violoncello, voce; Norman Peplow – pianoforte

 

Lunedì 6 maggio

Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30

“Ravenna 51° Jazz Club”

JOSCHO STEPHAN TRIO

“Django Forever”

Joscho Stephan – chitarra; Sven Jungbeck – chitarra ritmica; Volker Kamp – contrabbasso

 

Martedì 7 maggio

Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30

“Ravenna 51° Jazz Club”

Musica Nuda

PETRA MAGONI & FERRUCCIO SPINETTI

Petra Magoni – voce; Ferruccio Spinetti – contrabbasso

 

Mercoledì 8 maggio

Ravenna, Centro Mousiké, ore 10-13, 14:30-16:30

“Mister Jazz”

WORKSHOP di canto

con PETRA MAGONI

“Vocalità, interpretazione e improvvisazione”

aperto a tutti gli strumenti

Let’s Jazz

 

Mercoledì 8 maggio

Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30

“Ravenna 51° Jazz Club”

OPEZ

“Social Limbo”

Massi Amadori – chitarra; Francesco Giampaoli – contrabbasso

 

Giovedì 9 maggio

Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00

ABDULLAH IBRAHIM SOLO

Abdullah Ibrahim – pianoforte

 

Venerdì 10 maggio

Lido Adriano (RA), Cisim, ore 21:30

“Ravenna 51° Jazz Club”

SAM PAGLIA QUINTET

Sam Paglia – organo Hammond, voce; Enrico Farnedi – tromba; Alessandro Scala – sax tenore; Bob Dusi – chitarra; Pako Montuori – batteria

 

Sabato 11 maggio

Ravenna, Mama’s Club, ore 21:30

“Ravenna 51° Jazz Club”

ALESSANDRO SCALA QUINTET

feat. FRANCESCA TANDOI & MAURO OTTOLINI

Alessandro Scala – sax tenore; Mauro Ottolini – trombone; Francesca Tandoi – pianoforte; Stefano Senni – contrabbasso; Stefano Paolini – batteria
produzione originale

 

Domenica 12 maggio

Piangipane (RA), Teatro Socjale, ore 21:30

“Ravenna 51° Jazz Club”

JAZZMEIA HORN

Jazzmeia Horn – voce; Victor Gould – pianoforte; Jason Clotter – contrabbasso; Michael Reed – batteria

 

Lunedì 13 maggio

Ravenna, Teatro Alighieri, ore 21:00

“Pazzi di Jazz” Young Project

ORCHESTRA DEI GIOVANI & DON MINZONI, CORO SWING KIDS & TEEN VOICES

diretti da TOMMASO VITTORINI

special guests

MAURO NEGRI – sax alto e clarinetto, MAURO OTTOLINI – trombone

& ALIEN DEE – beatbox

 “Banana Boat”

Omaggio a Harry Belafonte

Serata finale del progetto “Pazzi di Jazz” dedicata a Carlo Bubani

produzione originale - ingresso libero

Let’s Jazz

 

 

Informazioni

Jazz Network, tel. 0544 405666, e-mail: info@jazznetwork.it,

website: www.ravennajazz.it - www.crossroads-it.org - www.erjn.it - www.jazznetwork.it

 

Ufficio Stampa

Daniele Cecchini

tel. 348 2350217, e-mail: dancecchini@hotmail.com

 

Direzione Artistica

Sandra Costantini

Annamaria Biagini I Giardini di Babudrus 28 aprile – 31 maggio 2024 a Sesto Fiorentino (FI)


 Annamaria Biagini

I Giardini di Babudrus

28 aprile – 31 maggio 2024


Curatori Cristina Madini e Laura Monaldi


Centro Espositivo Berti

Via Pietro Bernini 57

50019 Sesto Fiorentino FI


Incontro con l’Artista e presentazione del catalogo

4 maggio ore 17:30


Orario apertura:

lun – sab 16:00 – 19:00

dom 10:00 – 12:30

infoline 055 4496857


Ingresso libero


I “Giardini di Babudrus” sono i protagonisti di un progetto itinerante, organizzato da Rossocinabro, a cura di Cristina Madini e Laura Monaldi, che aprirà le sue porte per la prima volta al Centro Espositivo Berti di Sesto Fiorentino dal 28 aprile al 13 maggio 2024, con il patrocinio dell’amministrazione comunale.

In questa occasione gli spettatori sono invitati a rivivere l’idea del “giardino” e a scovarne i tesori nascosti. Coniugando l’arte con il tema dell’ambiente e della natura i "Giardini di Babudrus" rappresentano un mondo favoloso di personaggi e paesaggi, di colori e armonie, di sinestesie irripetibili; un mondo interiore in cui poesia e realtà si avvicendano. In mostra non solo le opere della serie che l’artista ha realizzato dal 2003 a oggi ma anche una video-art realizzata a quattro mani con Pietro Schillaci, che arricchisce e completa l’esperienza contemplativa della mostra. Il 4 maggio alle ore 17:30 è previsto l’incontro con l’artista, per una visita guidata d’eccezione e la presentazione del volume edito per l’occasione.


ANNAMARIA BIAGINI

Livorno, 1960

Scenografa, costumista e artista

Pittrice da sempre, ha accompagnato la sua attività lavorando per i principali teatri lirici italiani in qualità di scenografa, costumista e direttrice reparti riguardanti l’allestimento costumistico sotto la direzione di alcuni tra i più grandi maestri del panorama teatrale lirico internazionale. Tra le sue più importanti collaborazioni si annoverano quelle con la costumista Vera Marzot e il maestro Lindsay Kemp in varie produzioni liriche.

Per lungo tempo ha collaborato con l’Università degli Studi di Firenze all’interno della facoltà di Lettere e di Architettura nel corso di laurea di Progettazione della moda per il curriculum Prodotti dello Spettacolo svolgendo docenze sulla progettazione del costume teatrale e lirico e attività di tutor stage.

Ha collaborato con il Maggio musicale fiorentino sia in alcune produzioni che come docente presso il centro di formazione.

Negli ultimi anni la sua attività di pittrice ha preso il sopravvento su tutto, annoverando così moltissime mostre e collaborazioni in Italia e all’estero. L’artista, data la sua innata fantasia si dedica anche da tempo alla scrittura e all’ illustrazione di libri per bambini che la vedono coinvolta in laboratori richiesti da scuole biblioteche ed enti culturali.


Credits

image: Fiore di loto pennarello su carta 21x15 cm by Annamaria Biagini

Video: Annamaria Biagini, Pietro Schillaci

Patrocinio: Comune di Sesto Fiorentino

Catalogo in sede

https://www.rossocinabro.com/exhibitions/exhibitions_2024/252_I_Giardini_di_Babudrus.htm

https://www.youtube.com/watch?v=xuJkKN7Cciw


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Via Raffaele Cadorna 28, 00187 Roma Italia

tel. 06 60658125 da lunedì al venerdì 11-17

17 aprile 2024

I sette peccali capitali sotto l'obiettivo di Sauar Articolo di Marco Salvario

I sette peccali capitali sotto l'obiettivo di Sauar

Articolo di Marco Salvario


Formatosi all'Accademia delle Belle Arti di Cuneo, istituita nel 1992, Riccardo Surace, in arte Sauar, aveva già suscitato interesse con la personale 'Worker', dove immagini apparentemente normali di uomini e cantieri suggerivano angoscia per la trascuratezza e i pericoli: incidenti e morti bianche, causati dalla mancanza di sicurezza sul lavoro. Un argomento sempre tragicamente attuale, che ritorna puntuale dopo ogni nuova strage.

Giovane e talentoso artista, Sauar nella seconda metà di febbraio ha esposto le proprie fotografie, relative al progetto 'ApparenzAppartenenzA' e incentrate sui sette vizi capitali, in una location di via Mazzini a Torino, aderendo all'innovativa piattaforma Art à porter, che mette in contatto esercizi commerciali e artisti, realizzando una galleria d'arte diffusa e in continua evoluzione; tra le centinaia di creativi che mettono in vendita le proprie opere, segnalo Emmanuela Zavattaro e Morena Marilli.

I vizi capitali individuano peccati deplorevoli, che la religione condanna perché allontano l'anima dell'uomo da Dio. Per la fede cattolica sono la superbia, l'avarizia, la lussuria, l'invidia, la gola, l'ira e l'accidia.

Chissà se in una società sempre più permissiva come la nostra, dove i valori sono ormai stravolti, dove tutto è lecito e giustificabile, dove il senso del pudore e dell'onestà sono completamente mutati, anche i vizi capitali non avrebbero bisogno di un ripensamento?

Le fotografie di Sauar, stampate in formato 66x100 cm, realizzate con lunghe esposizioni, senza fotoritocco ma solo con semplici sovrapposizioni di immagini, cercano di approfondire l'argomento e di offrire risposte, analizzando il comportamento dell'individuo tra le regole e i codici sociali o morali, che gli vengono insegnati. Come ambienti sono stati scelti stanze o palazzi in degrado, a sottolineare l'abbrutimento e l'immiserimento che avvolge l'anima del peccatore.

Nell'opera 'Avarizia' vediamo il giovane avaro ingozzarsi d'oro, piuttosto che cedere qualcosa agli uomini che, a torso nudo, invano tendono la mano o si prostrano a terra. I corpi dei mendicanti quasi si dissolvono e non hanno volto, perché l'avarizia ce li rende invisibili.

L''Ira' è ambientata tra i ruderi di una chiesa. Degli uomini rappresentati, due sono prossimi all'altare, uno è in ginocchio, forse per un tardivo pentimento, e con accanto un mazzo di fiori abbandonato, altri due sono seduti nei banchi; tutti hanno il volto e i vestiti lordi di sangue. L'artista mi confidava, che per lui l'ira era il vizio peggiore. Non lo so, mi ricordo di avere pensato in certe occasioni, che nella vita si devono subito ingiustizie e provocazioni finché i nervi cedono e, quello che è uno sfogo inevitabile, diventa un peccato capitale. Non che l'iracondo debba essere assolto, ma concediamogli delle attenuanti.


Un altro vizio che mi fa riflettere è la 'Lussuria'. Al centro della fotografia, ripresa dall'alto verso il basso, una ragazza procace con i capelli scuri, lo sguardo dritto all'obiettivo, una collana vistosa, le gambe accavallate, le braccia e le spalle nude. La circondano, quasi l'assediano, numerosi uomini e donne: i suoi amanti, probabilmente.



Chissà se al giorno d'oggi la lussuria è ancora percepita come un peccato, ammesso che le nuove generazioni conoscano ancora solo il significato di questa parola. Dalla pagina di Art à porter dedicata a quest'opera: la lussuria è 'l’abbandono alle proprie passioni o anche a divertimenti di natura generica, senza il controllo da parte della nostra ragione e della nostra morale'. Lo sballo e la lussuria coincidono, ma andate a spiegare al popolo della movida che il loro vivere è un vizio capitale …

Ovviamente censuro gli altri, ma devo mettere sotto accusa me stesso appena arriviamo alla 'Gola'. Sauar mi conforta indirizzando il suo lavoro più alla condanna della voracità ingorda rispetto a quella della semplice golosità, che si manifesta nel concedersi il piacere di un dolce o di qualche cioccolatino. 'Gola' intesa quindi come perdita di controllo sui propri appetiti, come mancanza di rispetto per il proprio corpo.

Non ho dichiarato quale peccato sia il peggiore secondo me: l'ultimo, l''Accidia'. La rappresenta efficacemente l'artista con figure inerti, in attesa del nulla, nella sala lurida e abbandonata di quello che era un ospedale. Una figura, probabilmente per la disperazione di quel vuoto impossibile da sopportare, sembra volersi buttare da una finestra; nessuno si muove per fermarla o anche solo gira il capo per osservare la scena.

Brutto vizio l'accidia, eppure è sempre in agguato per entrare in noi con stanchezza e pigrizia. Il vero male di vivere.


7° EDIZIONE GIORNATE DEL PENSIERO NARRATIVA, POESIA, TEATRO, SAGGISTICA a Pero (MI)

 



20 e 21 aprile 2024

Sede Proloco Pero e Cerchiate via Sempione 18/20 - Pero

GIARDINO DEL GLICINE

7° EDIZIONE GIORNATE DEL PENSIERO

NARRATIVA, POESIA, TEATRO, SAGGISTICA


Sabato 20 aprile 2024


Ore 19.15 Presentazione della 7 edizione della rassegna


Ore 19.30 “Non giochiamoci il pianeta” – Spettacolo di letture sceniche e musiche
a cura di “la Nave di Ulisse” – Testi e Regia di Cataldo Russo


Ore 21 Momento conviviale

Domenica 21 aprile 2024


Ore 10.30 Presentazione del programma di giornata


Dalle ore 10.45 a cura di “Officine Letterarie- Poesia 33” - Con la poesia di
Maria Carla Baroni “Fra tempi e terre”
Rocìo Bolanos “La vida incierta – Vita incerta”
Elisa Malvoni “Siamo rimasti senza maestri”


Ore 13.00 Momento conviviale


Dalle ore 15.00 Miriam Ballerini
con il romanzo “L’altro io. Storia del mostro delle lacrime “
Pier Luigi Milani
con il romanzo “La posizione del cigno-Genova 2001: il palcoscenico dell’orrore”

Carlo Penati
con il saggio “La Restituzione”

INGRESSO LIBERO E GRATUITO


In caso di maltempo le presentazioni si terranno nella Sala del Caminetto

16 aprile 2024

DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA, IL GRANDE REBUS di Antonio Laurenzano

DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA, IL GRANDE REBUS


di Antonio Laurenzano

Un quadro tendenziale e non programmatico delle dinamiche dei conti pubblici, la zavorra del debito appesantito dagli “effetti devastanti” del Superbonus (ministro Giorgetti), le proteste e i dubbi dell’opposizione sulla reale situazione della finanza pubblica: sono gli aspetti controversi del Documento di economia e finanza (Def) approvato dal Governo.

Nel corso degli ultimi decenni i documenti programmatici hanno assunto sempre di più un ruolo chiave nella definizione ed esposizione delle linee guida di politica economica del Paese. In una economia caratterizzata da continui e rapidi cambiamenti, anche geopolitici, essi svolgono una delicata e importante funzione informativa a livello nazionale, comunitario e internazionale, in grado di rendere pienamente visibili le politiche di governo. Il Def è il principale strumento della programmazione economico-finanziaria che racchiude la strategia del governo per l’anno in corso e per i tre anni successivi, i suoi obiettivi programmatici macroeconomici e di finanza pubblica, gli interventi da realizzare in linea con gli andamenti dell’economia. Con il Def vengono stabilite le linee guida di bilancio, in primis il saldo della pubblica amministrazione, che rappresentano paletti invalicabili delle decisioni successive. L’approvazione parlamentare gli conferisce il valore di un vincolo giuridico.


Come già successo in passato, anche quest’anno la presentazione del Def sta facendo discutere. In particolare, il documento varato dal governo ha suscitato riserve e polemiche per le stime sull’andamento dei conti pubblici rappresentate soltanto in base al cosiddetto “quadro tendenziale”, e cioè a legislazione vigente, in assenza di qualsiasi nuova misura da parte dell’esecutivo, e non in base al “quadro programmatico” con specifica indicazione delle scelte economiche del governo, con gli obiettivi che s’intendono raggiungere nel breve periodo. Un Def “leggero” privo di un’agenda programmatica di riferimento, secondo i partiti dell’opposizione, metterebbe a rischio la credibilità del Paese di fronte ai mercati finanziari, la fiducia in un governo incapace di darsi un Piano economico per i prossimi anni. Qualcuno ha parlato di “incapacità governativa”, di “truffa contabile del ministro Giorgetti” (Marco Turco, M5S). Tutto è chiarito nella nota governativa di presentazione del Def: “Il Documento è stato predisposto nel rispetto delle regole del Patto di stabilità e crescita, tenendo comunque conto della transizione in corso verso la nuova governance economica europea” con le nuove regole di debito e deficit. Nessuna reazione negativa da parte delle agenzie di rating: spread stabile, rendimento dei titoli di Stato invariato. Il Governo “rinvia la definizione degli obiettivi programmatici alla presentazione in settembre del Piano strutturale di bilancio a medio termine”, sperando in una più benevola lettura del deficit da parte della nuova Commissione Ue.

Proprio sul versante del deficit, il fattore che ha reso particolarmente difficile le previsioni del governo sono stati il Superbonus e i bonus edilizi ereditati dal passato che, pur incidendo sulla crescita e sul Pil in modo decisivo all’1%, hanno causato una revisione al rialzo del deficit nel 2022 (8,6%) e 2023 (7,2%). Il conto finale è arrivato a 219 miliardi di euro (sei volte di più rispetto alle previsioni iniziali di spesa), dei quali 160 relativi al Superbonus. Da compensare nei prossimi anni restano 163 miliardi di crediti, ossia circa 40 miliardi l’anno, due punti di Pil, che rischiano di essere “incompatibili” con le disponibilità di cassa e l’obiettivo di contenere il deficit che, rapportato al Pil, per il 2024 resta confermato al 4,3% e al 3,7% per il 2025. Conseguente la ricaduta sul debito che l’anno prossimo, pur in presenza di un aumento stimato del Pil dell’1,2%, sfonderà quota 3mila miliardi di euro, arrivando per la precisione a 3.109, per poi salire ulteriormente a oltre 3.200 miliardi nel 2026 e a 3.300 nel 2027. Un rapporto debito/pil del 138%, in aumento nel triennio, lontano dai parametri di Maastricht, che richiederà un negoziato con Bruxelles per il suo “aggiustamento” in sette anni.

A livello governativo non si vuole che il buco nella finanza pubblica del superbonus comprometta il taglio del cuneo fiscale nel 2025, né la conferma delle tre aliquote Irpef. Servono 15 miliardi che devono essere ancora trovati nel bilancio. Al conseguimento dell’obiettivo, escludendo manovre correttive di bilancio, potranno contribuire nuovi tagli di spesa, le privatizzazioni e le risorse del concordato preventivo biennale. Il problema di fondo, l’esame più severo da affrontare e superare è la riduzione del rapporto debito/pil: oltre al rigore sui conti e al rispetto delle regole comunitarie serve più crescita, più sviluppo. Molto dipenderà dalla capacità di far decollare davvero il Pnrr e la sua spesa effettiva per una programmazione economica e finanziaria sostenibile incentrata su riforme e investimenti. Una sfida da vincere al di là di ogni avventurismo elettorale e sterili polemiche di parte.


Al di qua del muro a Malnate VA

 


14 aprile 2024

Museo MIIT Museo Internazionale Italia Arte “FABBRICATORI DI FAVOLE” a Torino


Museo MIIT Museo Internazionale Italia Arte

FABBRICATORI DI FAVOLE”

INAUGURAZIONE: Giovedì 18 Aprile 2024 dalle ore 17.00

PERIODO: 18 Aprile – 4 Maggio 2024

ORARIO: dal martedì al venerdì 15.30-19.30; sabato 10.00-12.30 e 15.30-19.30; domenica, festività del 25 aprile e del 1 maggio 10.00-12.30

Mostra e presentazione a cura di Elio Rabbione


MILENA BUTI. INdeFINITO”

INAUGURAZIONE: Giovedì 18 Aprile 2024 dalle ore 17.00

PERIODO: 18 Aprile – 4 Maggio 2024

ORARIO: dal martedì al venerdì 15.30-19.30; sabato 10.00-12.30 e 15.30-19.30; domenica, festività del 25 aprile e del 1 maggio 10.00-12.30

Mostra e presentazione a cura di Guido Folco


Doppia esposizione al Museo MIIT di Corso Cairoli 4, a Torino: le due mostre saranno inaugurate giovedì 18 Aprile dalle ore 17.00. Fino al 4 Maggio sarà infatti possibile visitare le esposizioni ‘Fabbricatori di Favole’ a cura di Elio Rabbione e “Milena Buti. INdeFINITO’ a cura del Direttore del Museo MIIT Guido Folco.


Fabbricatori di favole’: varie le proposte di questa esposizione, differenti i modi di affrontare la tela (bianca). Dentro quella libertà d’espressione si aggirerà chi vorrà visitare la mostra, apprezzando la professionalità e la maestria e la grande bellezza degli artisti, la padronanza di ogni singola tecnica fatta propria prova dopo prova, la dinamicità e la vivacità di certe opere, una diversità messa a confronto e un perenne lavoro proposto agli occhi del pubblico che ancora una volta vorrà apprezzarli: convinti più che mai - chi indica una traccia, lo spettatore in visita, l’autore stesso - che ogni opera dipinta appartiene allo spirito della ricerca, alla bellezza del fare, all’insieme della partecipazione. Alla creazione di una favola, semplicemente. La visita presso il MIIT torinese della mostra “Fabbricatori di favole” significa non soltanto mantenere vivi certi rapporti ma anche porre attenzione al lavoro di una Comunità che continua a crescere e a porre la giusta attenzione ai temi della Cultura.

Autori presenti, Graziella Alessiato, Andreina Bertolini, Anna Branciari, Maria Brosio, Enrica Carbone, Giorgio Cestari, Dario Cornero, Giancarlo Costantino, Ezio Curletto, Cristina De Maria, Lidia Delloste, Mara Destefanis, Alessandro Fioraso, Franco Goia, Giacomo Gullo, Giorgia Madonno, Adelma Mapelli, Bruno Molinaro, Marina Monzeglio, Annamaria Palumbo, Luisella Rolle, Giacomo Sampieri, Simonetta Secci, Magda Tardon, Eleonora Tranfo, Paolo Viola.


Milena Buti. INdeFINITO’. Un orizzonte non è mai solo questo per Milena Buti, così come una composizione di frutta o una pozzanghera che riflette cielo e mondo. La natura è metafora dello spirito: così l’artista si svela agli occhi dell’osservatore, attraverso la sua visione nuova e personale della realtà, che diventa immagine dell’anima. Il bello dell’arte è proprio questo: emozionare con un colore, con una pennellata, facendo riemergere ricordi, memorie, attimi di vita vissuta. Nella sua pittura graffiata, il fascino del “non finito” esalta le forme, lasciandoci liberi di immaginare una realtà più complessa, sul confine tra verità e sogno. In quei tratti veloci, in cui la pittura rincorre la luce e la fa sua, trasformandola in forma e volume, l’artista esprime la meraviglia e lo stupore di fronte alla semplicità complessa del vero e della natura. Milena Buti utilizza la luminosità del pigmento e delle tonalità come elemento cromatico e formale, plasmando i contorni di una realtà che dalla vita trapassa al sogno. E’ tale intensa sensazione di sospensione temporale a rendere ogni suo lavoro una metafisica espressione dell’Essere, l’intima e silente rappresentazione di se stessa nel mondo. La modernità della sua pittura risalta in un linguaggio immediatamente percepibile e al contempo profondamente interiorizzato, capace di coinvolgere lo sguardo dell’osservatore in un viaggio nuovo e inaspettato in una quotidianità solo all’apparenza tangibile e concreta. Nel suo sempre nuovo alfabeto emozionale l’artista crea i suoi universi con rapidità gestuale e dinamismo compositivo, lasciando scorrere il colore sul supporto, facendolo colare in una sorta di action painting in cui il dripping riesce ad esprimere quella “pittura d’azione”, come la definì il critico americano Harold Rosemberg nel 1952, che unisce sapientemente espressionismo e astrazione. Soffermandosi sui dettagli delle opere di Buti, astraendone pennellate e cromie si possono scoprire molteplici soluzioni che rappresentano, ognuna, un’opera a sé stante. Si potrebbe quasi parlare di “quadro nel quadro”, procedimento narrativo e pittorico tanto usato nell’arte fiamminga e olandese del Seicento che ritorna anche nella pittura metafisica non soltanto dechirichiana, dando vita a quella doppia visione, sospesa tra realtà e illusione, tipica di certe astrazioni concettuali. Milena Buti, la sua pittura, sono quindi universi da indagare con la consapevolezza di ritrovarvi storia, innovazione, cultura.

FABBRICATORI DI FAVOLE”

INAUGURAZIONE: Giovedì 18 Aprile 2024 dalle ore 17.00

PERIODO: 18 Aprile – 4 Maggio 2024

ORARIO: dal martedì al venerdì 15.30-19.30; sabato 10.00-12.30 e 15.30-19.30; domenica, festività del 25 aprile e del 1 maggio 10.00-12.30

Mostra e presentazione a cura di Elio Rabbione


MILENA BUTI. INdeFINITO”

INAUGURAZIONE: Giovedì 18 Aprile 2024 dalle ore 17.00

PERIODO: 18 Aprile – 4 Maggio 2024

ORARIO: dal martedì al venerdì 15.30-19.30; sabato 10.00-12.30 e 15.30-19.30; domenica, festività del 25 aprile e del 1 maggio 10.00-12.30

Mostra e presentazione a cura di Guido Folco


SEDE: MUSEO MIIT – Corso Cairoli, 4 - TORINO - TEL. +39 011.8129776 – 334.3135903

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51a Edizione Ravenna, 3-13 maggio 2024

                                                  51 a Edizione Ravenna, 3 -13 maggio 2024   Una panoramica geografica sul jazz, dagl...