13 luglio 2021

"IL GLICINE" L'INFINITO CREATIVO MARIBEL DE ALBA FERNÁNDEZ a cura di Maria Marchese

 

"IL GLICINE" L'INFINITO CREATIVO MARIBEL DE ALBA FERNÁNDEZ a cura di Maria Marchese



Il glicine 

… e intanto era aprile,

e il glicine era qui, a rifiorire.

Prepotente, feroce

rinasci, e di colpo, in una notte, copri

un intera parete appena alzata, il muro

principesco di un ocra

screpolato al nuovo sole che lo cuoce.

E basti tu, col tuo profumo, oscuro,

caduco rampicante, a farmi puro

di storia come un verme, come un monaco:

e non lo voglio, mi rivolto – arido

nella mia nuova rabbia,

a puntellare lo scrostato intonaco

del mio nuovo edificio.

Tu che brutale ritorni,

non ringiovanito, ma addirittura rinato,

furia della natura, dolcissima,

mi stronchi uomo già stroncato

da una serie di miserabili giorni,

ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,

profumi vergine sul mio eclissi,

antica sensualità.

Pier Paolo Pasolini 


Maribel De Alba Fernández coglie l'essenza della virginea furia declamata da Pasolini e la carezza su naturali e cartacei velami. 

L'artista di Siviglia, fiorentina d'adozione, rapisce la sensatezza dell'atto creativo e la lacrima gioiosamente, attraverso tocchi delicati e spontanei, in una violacea pioggia d'estro. 


L'artista esprime ogni singolo petalo di quel corimbo esperienziale soprasensibile, posando tocchi di pigmento oleoso e affida al tempo di asciugatura di quest'ultimo l'eternità dell'intante. 

La pienezza dell'attimo involve un'energia intrinseca, che frange la limitatezza dei sensi per divinare il domani. 

La sfera umana e eterna si congiungono nel palpitante vibrato promanato dal viola, mentre innocenza e riflessione, sfumati nel blu e nel bianco, ne chiarificano la forza.  


Il glicine si sviluppa in un modo molto particolare: gemma rapidamente con un movimento costante a spirale, in senso orario o antiorario, e ciò lo effigia a rappresentanza della coscienza dell'uomo, che si espande dai centri vitali dell’interiorità per estendersi a influenzare il mondo esterno. L'infiorescenza tende ad avvilupparsi attorno a qualunque sostegno si presenti a disposizione e per questo è divenuto altresì il simbolo del gioco e dell'avventura nell'arte cinese. 

Maribel De Alba Fernández poeta la possanza di questa pianta su tre esperienze artistiche distinte ma indissolubili.


“Il numero Tre” possiede lo spirito: è il compendio dell’Uno e del Due ed è un numero completo, che si esprime con l’azione e la parola.

Il tre evidenzia la predisposizione all’arte e il suo archetipo è il Giullare.

L’estro e l’ingegno sono sue peculiarità come, del resto, buon gusto, talento ed espressività si addicono a questo poliedrico personaggio, capace di inventarsi la vita istante per istante. 

Tre, pure, sono le fasi evolutive del Giullare... 

Il primo passo evolutivo lo vede attratto da tutto ciò che può procurargli gioco e divertimento; vive e si esprime però ancora  superficialmente. 

Il secondo passo evolutivo lo accompagna mentre affronta la propria percorrenza esistenziale con una maggior percezione delle sue capacità: apprende via via le modalità per esternare i propri talenti e interagisce attraverso questi ultimi. 

Le doti creative sono il suo punto di forza e le utilizza nell’arte e nella comunicazione... così inizia a dar vita al proprio destino.

Il terzo e ultimo passo evolutivo lo trova in relazione con il proprio divino interiore, che risveglia in lui il dono della conoscenza. Questa maturazione del sé gli permette di trovare nuovi modi per comunicare con gli altri, può diventare egli stesso strumento di guarigione, grazie all'arte, e divenire una guida illuminata. 

La terza lettera dell’alfabeto ebraico è Ghimel: la sua funzione è la Rotazione. La Vita e l’universo sono dinamismo. Questa funzione mette in movimento tutte le energie e potenzialità che sono in Alef e in Beth. Quando ci sentiamo nei nostri sogni e ci muoviamo nella vita di tutti i giorni a partire dai sogni, dai progetti, dalle immagini belle e regali che stanno nel nostro intimo più amorevole e vero, le energie della mente e del corpo si mettono in “movimento” , attivate dalla passione e dall’entusiasmo che ci anima. Ghimel mette in movimento rotatorio questo processo,che si disvela senza alcun attrito. 

Particolare è l'accostamento di Ghimel con il terzo capitolo(più correttamente: parashah) del Bereshit, ovvero libro della Genesi, che è intitolato "Lech lecha" . 

Questa locuzione è un'esortazione che letteralmente significa "vai, vai!  ed è il comando che Dio diede ad Abramo, ordinandogli di lasciare la casa paterna ad Ur, in Mesopotamia. " 

Estendendone il significato essa vuole essere un invito a muoversi per trovare se stessi. 


Il glicine ha una capacità di accrescimento difficilmente contennibile: Maribel De Alba Fernández in esso indova la non finitezza dell'essere umano, quale nucleo creatore, nel momento in cui la sua parte umana si ricongiunge con quella divina e con il fluire universale. 

Nell'ode, Pier Paolo Pasolini è avvinto dalla irrefrenabile e mirifica rigenerazione di quest'infiorescenza che, depositaria altresì della sensualità femminile, dirompe e divelle gli argini della sfera terragna. 

L'opera è attualmente esposta presso Palazzo dei Rolli Gio Saluzzo n' 7,nel contesto della collettiva "ΓΕΦΥΡΑ:TRA PASSATO E PRESENTE" , il cui art director è lo storico dell'arte Valeriano Venneri e la cui curatela è stata seguita da Loredana Trestin e da Maria Marchese. 

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono moderati e controllati quotidianamente.
Tutte le opinioni sono benvenute. E' gradita la pacatezza.

51a Edizione Ravenna, 3-13 maggio 2024

                                                  51 a Edizione Ravenna, 3 -13 maggio 2024   Una panoramica geografica sul jazz, dagl...