21 gennaio 2021

“Nel tempo sospeso” - Esposizione d’arte a cura di Marco Salvario

 

Nel tempo sospeso” - Esposizione d’arte

Salon d’Arte Endola – Via Isonzo 56, Torino

19 dicembre 2020 – 23 gennaio 2021

A cura di Marco Salvario


Questa volta la mia curiosità mi ha portato fuori dai miei soliti itinerari torinesi, facendomi raggiungere il vivace quartiere di Borgo San Paolo e percorrere via Monginevro fino a incrociare via Isonzo; lì mi ha accolto l’ambiente elegante del Salon d’Arte Endola con le pareti dipinte in delicati colori pastello. La mostra “Nel tempo sospeso”, realizzata in collaborazione con l’associazione Orizzonti Contemporanei, presentava le opere, selezionate con attenzione, di una quarantina di artisti.

“Nel tempo sospeso” è un titolo che ben si riferisce ai mesi che stiamo vivendo, nei quali l’arte si è fermata, soffre e, nonostante tante false parole, viene posta in secondo piano rispetto alle altre problematiche della pandemia. Se solo un centesimo delle discussioni e dei tempi spesi per consentire al calcio di continuare ad andare avanti fosse stato destinato alle mostre e alla cultura!

In questo periodo in cui le scuole non riescono a garantire un’attività continuativa, potrebbe essere proposto agli studenti di girare da soli o in piccoli gruppi per mostre e gallerie, scegliendo un’opera antica o moderna da analizzare e sponsorizzare presso i propri compagni; così, forse, l’arte non sembrerebbe loro così lontana e inutile. La nostra anima, che ha bisogno ora più che in passato di poesia, di musica e di colori, va educata al gusto delle arti, perché se i nostri giovani avranno la capacità di amare la bellezza, saranno cittadini migliori e più rispettosi del mondo e della società in cui vivono.



L’esposizione mi ha colpito nel suo insieme per i colori, colori dei quadri e colori del raffinato allestimento, dove fiori in bottiglia, originali soprammobili, un pianoforte, le raffinate vetrate e le già citate pareti color pastello, creavano un’atmosfera di un’eleganza che ho molto apprezzata, sospesa tra presente e futuro, tra salotto della nonna e boheme.

Mi è difficile in tale contesto andare a estrapolare le opere dei singoli artisti, tutte valide e di qualità; le citazioni che seguono non sono quindi una scala di valori o di preferenze, ma solo lo spunto per rapide considerazioni.



Laura Lepore – “Viaggio da Mosca a Sanpietroburgo”

Sogno, realtà, allegoria e fantasia: stiamo condividendo il respiro dei mondi d’ingenua felicità creati da Chagall. Laura Lepore è un’apprezzata scenografa e, ammirando il suo lavoro, si capisce perché; inoltre scrive e illustra fiabe per bambini, ma sa prendere per mano anche gli adulti in un percorso che è fuga, liberazione e gioia.

Anastasia Yanchuk – “La sconosciuta pensierosa”

Anastasia Yanchuk è moscovita di nascita ma residente in Italia. La sua opera è viva e intrigante, fa pensare agli arcani dei tarocchi, ai figli dei fiori, ai riti vudù, all’arte peruviana; una miscela di colori e contrasti, di simboli e suggestioni. Al visitatore che si sofferma, si aprono infiniti percorsi interpretativi. Giudico quest’opera uno di quei rari quadri specchio, in cui all’interno si può vedere riflesso e analizzare il proprio io.

Rita Carrodano – “Ed è subito sera …”

Sulla tela di questa pittrice ligure risplende la bellezza del mare, del sole, delle nuvole e dei panorami della sua terra. Una donna sola cammina e sembra danzare sul bagnasciuga. Una magia di luci, di riflessi, dove è la natura a dare spettacolo, mentre la figura umana è fragile, prigioniera, eppure partecipa armoniosa alla realtà che la circonda.

La poesia diventa arte quando l’uomo vive nel creato, condividendone il respiro e senza imporre la propria scellerata violenza.



Silvia Perrone – “Doropangea”

L’opera presentata credo sia l’ultima, per il momento!, della brava artista torinese. Sullo sfondo c’è il mondo, così grande e al tempo stesso piccolo, così conosciuto e pieno di misteri, così piegato alla nostra volontà eppure fuori controllo. La sua dorata bellezza ci sfida.

In primo piano, di profilo, una ragazza assorta, senza colore, gli occhi bassi e socchiusi, le labbra sensuali, le spalle e le braccia nude. Nei miti del passato era il titano Atlante a dovere reggere sulle spalle il mondo, oggi il futuro è nelle mani della generazione dei ragazzi del nuovo millennio, sperando che il pianeta che consegniamo loro, non sia ormai irrimediabilmente condannato.

Mauro Azzarita, Rita Carlini – “Inverno”

Interessante il parallelo con l’opera precedente. Lo sfondo è un bosco spoglio, la terra è coperta di neve e ghiaccio, il sole è velato da nuvole e nebbia. In primo piano una ragazza bionda di profilo, gli occhi chiusi, la testa inclinata verso il basso, la pelle pallida, la spalla nuda. L’inverno dove siamo trasportati, non è solo l’inverno come stagione, freddo, silenzioso, malinconico, ma diventa personificazione di un inverno dell’anima, dei sentimenti, sospensione della vita. Un inverno da cui tutti aspettiamo il momento di riemergere.

Michele Vasino – “Aspettando l’estate”

Poesia e semplicità nelle opere di un artista arrivato alla pittura dopo una lunga attività come imprenditore tessile, lavoro in cui il suo gusto nella scelta dei colori e dei disegni si è manifestato e perfezionato.

Gli ombrelloni aperti, le sdraio, le sedie, le ombre sulla sabbia: tutto crea un senso di attesa, impazienza, un bisogno e una certezza di ritorno alla vita. Sì, tutto è pronto, basta attendere il momento giusto e si ripartirà con la consapevolezza che quanto in passato ritenevamo ci fosse dovuto, è, invece, un dono prezioso.



Albino Caramazza – “Passione latina”

Molti artisti sperimentano materiali diversi da quelli classici per le proprie opere, in particolare l’agrigentino Albino Caramazza da molti anni realizza collage, utilizzando bustine dello zucchero. I suoi lavori, spesso ispirati a grandi quadri del passato, perfezionati dalla lunga pratica, dimostrano eccezionale perizia e grande capacità di suggestione.

Paula Ciobanu Mariut – “Agonismo e passione”

Questa pittrice di origini romene usa una tecnica molto interessante per dare vita e singolarità alla sua opera. Le linee della ballerina, sia quelle del corpo sia quelle del vestito di cui si coglie la leggera trasparenza, si disegnano fluide e armoniose. L’opacità dei colori, la geometria del pavimento, la sfocatura dello sfondo oltre i vetri, rendono al mio sguardo questo quadro uno dei più interessanti della mostra.

Sylvia Matera – “Joaquin Phoenix”

Artista appartenente alla corrente dell’iperrealismo, nata a Parigi da famiglia italiana, capace di affrontare i propri soggetti con stili molto diversi, Sylvia Matera dimostra un’attenzione e una capacità costruttiva davvero rare. Al ritratto di Joaquin Phoenix, attore americano più volte candidato all’oscar, si sovrappone il profilo di una gallina. La testa dell’animale combacia con l’arcata sopraccigliare dell’uomo e i due occhi destri coincidono esattamente, come una vivace maschera di carnevale.

Una strizzata d’occhio all’Arcimboldo.




Tiziana Franzin – “Tramonto rosso”

L’unione di tre pannelli sfasati dallo spessore del loro bordo, regala alla composizione un livello di profondità, che si aggiunge alla densità viva dei colori. L’autrice lavora come ceramista e nel (poco) tempo libero coltiva la propria passione per l’arte; nonostante questo, la sua opera è una creazione matura e convincente, che riesce a catturare l’attenzione.

Virgilio Giorza – “Eduardo De Filippo”

Confesso di non amare molto i ritratti, sempre troppo vicini alla caricatura, di personaggi famosi. È un genere troppo sfruttato, che non ha come obiettivo il descrivere veramente il soggetto ma solo l’esaltarne, non sempre a proposito, difetti e vizi. Faccio volentieri un’eccezione per Virgilio Giorza, che ha saputo catturare la tensione sofferta del grande attore e autore napoletano con un tratto rispettoso e leggero, solo accennando con più forza lo sguardo delicatamente divergente.

Fernanda Sacco – “Onde rosse”

Fernanda Sacco è conosciuta come ottima paesaggista in grado di cogliere il respiro della natura, scopro però che non disdegna neanche tematiche astratte, realizzando opere come “Onde rosse”. Più che un effetto di onde, la mia sensazione, quasi una vertigine, è quella dello sciogliersi pastoso della materia dall’alto verso il basso, un dissolversi della realtà nella fantasia, delle nostre certezze in un caos senza forma. Curioso come l’opera sia un tutt’uno con la cornice, che è avvolta completamente nel movimento del colore.


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