14 novembre 2020

Jonathan Coe La casa del sonno a cura di Marcello Sgarbi

 


Jonathan Coe

La casa del sonno – (Edizioni Feltrinelli)


Collana: I Narratori

Pagine: 312

Formato: Tascabile

ISBN 9788807015373


A discapito del titolo, dopo la splendida saga dallasiana della famiglia Winshaw tratteggiata sullo sfondo dell’Inghilterra thatcheriana, ecco un altro libro di Coe su cui tenere gli occhi ben aperti. Innanzitutto per la cifra stilistica che tiene alto il ritmo narrativo, giocato di capitolo in capitolo in un continuo scambio fra presente e passato prossimo, fra l’estate del 1996 e il periodo 1983-’84.

Poi per la straordinaria abilità dell’autore nell’intrecciare e riannodare le storie e i destini dei protagonisti, vissuti e rivissuti nello stesso luogo: prima come studenti universitari e poi, a distanza di un decennio, come adulti alla ricerca di sé stessi e della propria identità fra professioni, ideali e delusioni in quella che è diventata una clinica per la cura del sonno.

Infine, perché credo che in almeno uno dei tanti personaggi che affollano il romanzo di Coe, fra cui svettano Sarah e Robert, ritroveremo qualcosa di noi che si è realizzato o che forse abbiamo soltanto sognato. Volendo fare della facile ironia, potrei dire che mi sento di consigliarlo a chi convive con l’insonnia senza farne una malattia.

Il modo migliore di concludere, però, mi sembra sia riportare (con una piccola punta di invidia) un commento perfettamente appropriato dell’autore, rilasciato durante un’intervista di qualche anno fa:

Molti pensano che io abbia, appesi alle pareti del mio studio, diagrammi precisissimi della trama. In realtà, per scrivere questo libro io ho vissuto per due anni in un delizioso stato di dormiveglia, in cui tutti i pezzi del puzzle si combinavano magicamente, come in un sogno. Poter vivere così, immersi in un universo parallelo, è uno dei privilegi di essere uno scrittore”.

Raccontami i tuoi sogni”, aveva detto una volta Gregory a Sarah; erano seduti sullo stesso terrazzo in una luminosa mattina di novembre di molti anni prima. “Dimmi da quanto tempo ti capita”. Sarah si era scaldata le mani intorno alla tazza, era rabbrividita leggermente alla brezza dell’oceano e lo aveva guardato con passione. Erano i primi mesi della loro relazione, molto prima che si allontanassero.                                                                Sarah lo pensava ancora capace di grandi gentilezze. Ancora lo considerava saggio e comprensivo. Era seduta su quel terrazzo, istintivamente protesa verso di lui tanto che le loro ginocchia si toccavano, e sentiva che le sue ansie cominciavano a sciogliersi. Quasi dimenticava che negli ultimi tempi avevano preso a litigare spesso, e per motivi sempre più stupidi. Quanto al sesso, cercava di convincersi che sarebbe migliorato, col tempo.                   Si sforzava d’ignorare che mentre lei gli parlava, Gregory riportava i suoi discorsi in un quaderno intestato: ‘SARAH: PROBLEMI PSICOLOGICI’”.

La mattina dopo Terry si svegliò. Un evento, si dirà, piuttosto comune nella vita di tantissimi: ma non nella sua. La sensazione del passaggio dal sonno alla veglia eludeva Terry da più di un decennio; e malgrado oggi non avesse elementi concreti per riconoscerla come tale, ebbe quantomeno la consapevolezza, non appena il barbaglio dell’alba cominciò a contornare la piccola finestra carica di tende della sua stanza notturna, che gli era accaduto un fatto nuovo, eccezionale. Si sentiva profondamente rinvigorito e ne trasse la convinzione di essere rimasto nell’incoscienza molto più del solito”.


© Marcello Sgarbi


Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono moderati e controllati quotidianamente.
Tutte le opinioni sono benvenute. E' gradita la pacatezza.

I sette peccali capitali sotto l'obiettivo di Sauar Articolo di Marco Salvario

I sette peccali capitali sotto l'obiettivo di Sauar Articolo di Marco Salvario Formatosi all'Accademia delle Belle Arti di Cune...