07 novembre 2020

Fulvio Ervas – Se ti abbraccio non aver paura – a cura di Marcello Sgarbi

 


Fulvio Ervas – Se ti abbraccio non aver paura(Marcos y Marcos)

Collana: Gli Alianti

Genere: Narrativa
Pagine: 320
EAN: 9788871686141

Uno dei più riusciti esempi di connubio fra letteratura e disabilità a mio avviso resta tutt’oggi Nati due volte, di Giuseppe Pontiggia. Quanto al tema del romanzo di Ervas, dedicato ad Andrea Antonello, anche per quanto riguarda l’autismo gli esempi sono vari. Solo per citarne alcuni, si va da Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon a George e Sam di Charlotte Moore, da 31 canzoni di Nick Hornby a Figlio del silenzio di Cheri L. Florance e Marin Gazzaniga.                Così, la narrativa sembra seguire di pari passo l’incremento della sindrome: i dati dell’Osservatorio Mondiale della Sanità riferiti al 2020 dicono che in Italia colpisce un bambino su sessantanove.

Ben venga, quindi, un libro come Se ti abbraccio non aver pauraPubblicato per la prima volta nel 2012, racconta dell’avventuroso viaggio in moto di Andrea e di suo padre Franco attraverso gli Stati Uniti, da Miami al Brasile. Un lungo racconto di incontri e situazioni dove, sul filo del registro ironico, si scoprono molte cose sull’autismo ma soprattutto su uno straordinario rapporto padre-figlio. Tanto speciale da far nascere a Treviso la fondazione I bambini delle fateche finanzia progetti sociali, gestiti da associazioni di genitori, enti o strutture ospedaliere, rivolti a bambini e giovani con autismo e disabilità.

E, sulla scia del successo di questo romanzo, i sequel Sono graditi visi sorridenti e Baci a tutti nonché il film diretto da Gabriele Salvatores e interpretato da un cast d’eccezione: Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono e lo straordinario Vincenzo Panno nella parte dell’autistico Vincent.

Dopo la diagnosi, sono uscito, sono entrato in un bar e ho chiesto un bicchiere d’acqua, naturale.                                                                        

Vuole dell’altro? La barista deve aver notato la mia immobilità.

Lei sa qualcosa dell’autismo?’

No’.

Nemmeno io’.

Scrutavo il liquido, bevevo lentamente, come se l’acqua avesse potuto lavare i pensieri, trascinare ai reni il problema e dai reni fuori, via, lontano da me”.


C’è chi dice che vivere con un figlio autistico significa sottostare a una specie di tirannia. Mi viene da ridere al pensiero di cosa accadrebbe al mondo se cadesse sotto il controllo di Andrea”.


Stare con Andrea mi porta lontano.

Da dove veniamo Andre?’

Di là in fondo, papà’.

Lui è un viaggio nella vita.

Ci ha iscritti alle olimpiadi di salto in lungo dal problema alla soluzione.

Non abbiamo vinto molte medaglie, ma perlomeno non ci siamo fatti corrodere dalla tristezza, dalla rassegnazione, schiacciare dal peso delle difficoltà.

Muoversi, anche quando può sembrare un’illusione”.


Il mondo di Andrea non si può comprendere con un unico sguardo, con una sola vita. Dovrò rinascere e seguire Andrea altre mille volte prima di capire i suoi gesti eleganti, il loro mistero”.


© Marcello Sgarbi

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