21 agosto 2020

Jean-Claude Izzo Casino totale a cura di Marcello Sgarbi

 

Jean-Claude Izzo

Casino totale – (Edizioni e/o)


Collana: Tascabili

Pagine: 240

ISBN 9788876417399


Vi è mai capitato di guardare un’opera di architettura, un reperto antico, la piazza di una città che non conoscete con il desiderio di capire la loro storia e, insieme, con la frustrante consapevolezza di non riuscire a leggere quello che vi raccontano? A me sì, ed è allora che penso ad autori come Jean-Claude Izzo, ancora troppo sottovalutato. In questo noir, a metà strada tra il neorealismo italiano e il Rififi di Le Breton e primo della trilogia marsigliese proseguita poi con Chourmo e Solea, asciutto nei dialoghi, sciolto nella narrazione, preciso nei ritratti di Ugo, Lole e Fabio, il terzetto intorno a cui si intreccia la vicenda, è Marsiglia la vera protagonista. Izzo ci porta lì, nella sua città sempre a metà strada tra la tragedia e la luce”, anche se non ci siamo mai stati, con la stessa abilità con cui Ellroy, Montalbàn e Pennac ci fanno conoscere Los Angeles, Barcellona e Belleville. Una bella donna da ammirare o, se preferite un’immagine meno romantica, un vero porto di mare dove si mescolano visi, razze, odori, suoni, quartieri e angoli di strade: questa è la Marsiglia di Izzo. E, da esteta qual è, raffinato nei gusti, ci accompagna a visitarla sulle note dell’oud, del jazz di Billie Holiday o del Gelato al limon di Paolo Conte, per farci apprezzare tutte le sfumaturedi una città semplice e nello stesso tempo complessa.


Marsiglia non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò che c’è da vedere si lascia vedere. E allora è troppo tardi, si è già in pieno dramma. Un dramma antico dove l’eroe è la morte”.

Mi accovacciai davanti al cadavere di Pierre Ugolini. Ugo. Ero appena arrivato sul posto. Troppo tardi. I miei colleghi avevano giocato ai cow-boys. Quando sparavano, uccidevano. Semplice. Seguaci del generale Custer. Un buon indiano è un indiano morto. E a Marsiglia erano tutti indiani, o quasi…”.

"Erano otto. Tra i sedici e i diciassette anni. Salirono a Vieux-Port. Li aspettavamo alla fermata Saint-Charles-Stazione SNCF. Erano raggruppati nella parte anteriore del convoglio. In piedi sui sedili, battevano sulle pareti e sui vetri come su tamburi, al ritmo di una radio K7. Musica a tutto volume. Rap, chiaramente. IAM: un gruppo marsigliese alla moda. Lo si sentiva spesso su Radio Grenouille. Mandava in onda tutti i gruppi rap e ragga di Marsiglia e del Sud. IAM, Faboulous, Trobadors, Bouducon, Hypnotik, Black Lion. E Massilia Sound System, nato tra gli Ultrà, nella curva sud dello stadio Velodrome. Il gruppo aveva diffuso la febbre del ragga hip hop ai tifosi dell'Olympique Marsiglia, poi all'intera città”.

Parlammo di tutto e di niente. Lei più di me. Con languore. Staccando le parole come se stesse sbucciando una pesca”.

Nelle mie braccia Marie-Lou diventava sempre più leggera. Il suo sudore liberava le spezie del corpo. Muschio, cannella, pepe. Anche basilico, come Lole. Amavo i corpi speziati”.

(c) Marcello Sgarbi

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