20 marzo 2020

La parola a cura di Miriam Ballerini




LA PAROLA


Vivo di parole, mi nutro di esse e, nella mia esistenza, hanno sempre fanno parte di me.
Laddove la parola non ha modo di esprimersi, è più facile cadere in risposte violente, perché non si sa sufficientemente esprimersi e difendersi.
Fino a questo brutto momento che ci vede tutti coinvolti, ho lavorato con le parole, dal momento che scrivo romanzi. Mi sono dilettata con le parole, perché leggo moltissimo.
Sono le mie armi, quando accade qualcosa di spiacevole, quando noto delle ingiustizie, le parole sono tutto quanto ho in mio possesso per portare gli avvenimenti ad esempio, così che possano, questa è la mia speranza, essere d'aiuto per altri.
Ogni giorno leggo sui social tante parole che feriscono, che vengono stiracchiate e adattate affinché possano fare più male possibile al prossimo.
Anche se solo scritte, si nota in loro tutta la violenza e la cattiveria con la quale vengono pensate e si aggirano nelle menti di chi le produce.
Riescono a fare male, nonostante siano scritte esattamente allo stesso modo in cui vengono vergate le parole buone, quelle che aiutano e che confortano.
Le persone scelgono, da sempre scelgono su quale strada avviarsi, spesso è più facile criticare, fare del male, sputare veleno. Perché fare l'opposto, comporta uno sforzo che, nella cattiveria, non bisogna fare.
La violenza fa da sempre parte di noi, la bontà va coltivata e alimentata. E allora, perché fare tutta questa fatica?
Dal momento che l'epidemia ha colpito il nostro Paese, la mia quotidianità non è cambiata poi molto, come prima, anche ora lavoro con le parole e lo faccio sempre da casa.
E non è cambiato nemmeno il loro ruolo: da sempre mi sono amiche, mi aiutano, mi sostengono, mi danno quella spinta che serve ad andare avanti.
Questa mattina ho partecipato anche io all'evento che ha visto coinvolte tutte le radio d'Italia: alle 11,00 sono stati mandati in onda il nostro inno e tre canzoni che il popolo sente particolarmente. Sono state solo parole? Eppure sono state capaci di unirci, da nord a sud, per quei cinque minuti hanno saputo raccogliere tutte le nostre diversità e farci sentire un tutt'uno. Uniti contro l'epidemia, forti della speranza che possiamo farcela.

© Miriam Ballerini


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