12 settembre 2019

SENATRO LAULETTA FONDATORE DELLA DC LUCANA Memoria storica di un grande politico e nobile uomo a cura di VC-GD Nigro

SENATRO LAULETTA FONDATORE DELLA DC LUCANA
Memoria storica di un grande politico e nobile uomo

Senatro Lauletta di Ercole nasce il 2 gennaio del 1925. È stato fondatore della DC in Lucania. Uno dei sindaci più giovane d’Italia, svolge con onore l’incarico di primo cittadino presso il Comune natio di Castelsaraceno dal 1950 fino al 1965, salvo una breve interruzione per la causa del bosco di Favino, intentatagli dal suo più fiero avversario e predecessore, Lugi Pittella, il quale soleva scherzare: «Io mi chiamo Pittella e pitto». O come ricordano gli anziani: «Conosco più sentieri io che il lupo del bosco». Eppure questo fiero avversario – come ci ricorda il figlio, il medico Rosario Lauletta – aveva regalato a Senatro una medaglia da un importante valore. Quale esempio veramente lodevole di umanità e di lealtà! È difficile ritrovare oggi questi gesti di onore. È vero che anche prima gli avversari si insultavano, ma lo facevano con garbo, con disinvoltura. E poi, soprattutto: sapevano ciò che dicevano. Sapevano fare dei discorsi sensati, senza parolacce! Le sezioni politiche funzionavano e c’era la formazione per cui si giungeva attraverso una lunga esperienza amministrativa semmai agli ultimi gradini delle seggiole parlamentari. Oggi invece ti prendono per i capelli e ti buttano tra le maniche di una poltrona del Senato senza sapere né come, né quando, né dove, né perché! I giovani avevano punti di riferimento stabili, sia politici, che religiosi e sociali, non erano abbandonati a loro stessi. Non c’era ancora questa baumaniana società liquida. Non c’erano i vattimiani deboli di mente. Senatro è stato un felice promotore della Democrazia Cristiana a Castelsaraceno ed in Basilicata. Erano uomini che avevano cartesianamente le idee chiare e distinte, non confuse. In quei 15 anni in cui è stato sindaco Senatro si è impegnato fino in fondo per il progresso civile e la redenzione delle masse contadine. Ha fatto costruire lui le maggiori opere pubbliche: la Scuola, che poi è stata ampliata ed ha preso il nome dell’Onorevole Ciro Fontana; il Comune; la via Sant’Antonio ed il ponte annesso e tante altre opere. Ricordiamo che prima dell’edificazione della Scuola pubblica insegnavano in abitazioni di fortuna, al freddo ed al gelo, coi bracieri o in campagne lontanissime e scomode. Prima la formazione era tenuta dalla Chiesa. Trai preti educatori ricordiamo naturalmente Don Gaetano Pittella, ma anche Don Giuseppe Iacovino. La Chiesa ha svolto una grande funzione educatrice quando lo stato era del tutto assente, nonostante tutte le sane formule cavouriane: Libera Chiesa in libero Stato! Meno male che c’era la Chiesa! Altrimenti avrebbe trionfato l’ignoranza più oscura, altro che oscurantismo e barbarie del Medioevo! Vogliamo ricordare la ratio studiorum dei Gesuiti? E la Chiesa faceva tutto gratuitamente e per la povera gente! L’educazione era già pubblica. Poi cominciarono ad arrivare i maestri pubblici in stabili di fortuna ed in campagne sconfinate, che per raggiungerle ci mettevano ore ed ore a dorso di muli ed asini, come ricordava la buonanima dell’insegnate Maria Corrado, figlia di Corrado Corradino, altro personaggio di Castelsaraceno. Solo i ricchi potevano permettersi il precettore privato. Ancora gli anziani ricordano il detto: Ecco arriva il professore di Carolina! Era un modo di dire scherzoso per prendere in giro, perché Carolina aveva il suo insegnate privato. Senatro aveva fondato le Acli e svolgeva anche le funzioni di sindacato per i poveri ed i deboli. Quanto al ponte di Sant’Antonio era importantissimo, perché collegava due parti del paese separati dal fiume Vallone. La piazzetta di Sant’Antonio è ancora oggi adibita al rito sacro della “Antenna”, o dell’Albero in onore del santo. Però prima questo posto, ove si svolgeva il rito arboreo, era in degrado. E poi l’edificio comunale: dai tempi del Fascismo, ove c’era la Casa del Fascio, il Comune non aveva una sede e stava ora presso il Palazzo nobiliare dei Cascini, ove altrove. L’organizzazione del sistema amministrativo è dovuta all’opera di Senatro Lauletta. Senatro faceva l’insegnante di scuola elementare ed era un maestro molto bravo, insieme a Maria Corrado, Angelina Lauletta, la signora Giuseppina, che era austera, ma buona d’animo, ed il suo amico, il maestro Amedeo Megale. Aveva istituito tra l’altro, insieme al maestro Amedeo un centro di lettura, frequentato dalla popolazione, ma soprattutto dagli anziani del paese, che egli formava con amorevole cura. Per approfondire i suoi studi aveva seguito anche un corso di matematica nell’ottobre del 1968, in cui otteneva il massimo dei voti. Era un politico capace di amministrare con efficienza, di guidare il popolo con autorità, ma anche con amorevolezza: un vero e proprio “Principe” di Machiavelli! Geniale e propositivo: ricordiamo tra l’altro sia la fattoria degli animali, che aveva edificato vicino alla sua abitazione alla Torretta dei Molfese, che il mulino a cilindri in piazza. In questa fattoria vi erano maiali, conigli giganti, fagiani: veramente una bella esperienza di armonia con la natura. E un altro esperimento felice da lui avviato a livello imprenditoriale è stato il mulino a cilindri in piazza, tenuto da Domenico Cascini padre di Prospero Cascini, politico della DC lucana. I mulini erano ancora ad acqua, quindi era stata un’esperienza innovativa. Premiato come fondatore della DC, faceva parte della corrente dei Colombiani che faceva capo ad Emilio Colombo, importante esponente della Democrazia Cristiana. Era amico del senatore Bonaventura Venturino Picardi di Lagonegro. Era corrispondente del Mattino. A coronamento del suo percorso politico e civile v’è il riconoscimento del titolo onorifico di Cavaliere della Repubblica, conseguito il 27 agosto del 1964. Era tenace e perseverante, pensate che quando viene chiuso il ponte della provinciale Castelsaraceno-San Chirico Raparo, perché ritenuto pericolante si va a mettere sotto il ponte e viene anche arrestato per questo. E gli anziani ricordano ancora il detto: Come vuole compare Senatro! Conoscitore del territorio, aveva più volte proposto il traforo del Monte Armizzone per superare il problema della viabilità. La vecchia via provinciale veniva costruita seguendo il corso di un asino, perché nelle zone di montagna, cogli inverni rigidi di una volta, quando la neve faceva e tanta, occorreva assicurare la giusta direzione, evitando forti dislivelli. Le strade attuali, invece, anche se sono più diritte, sono troppo ripide, e col ghiaccio e con la neve sono impraticabili. Era anche giudice popolare presso la Corte d’Assise di Potenza. Un fratello, Osvaldo Lauletta, era religioso, un altro, Carmine Lauletta, faceva il segretario comunale. La DC aveva una maggioranza strepitosa, migliaia di voti. Nel 1960 Senatro aveva vinto con Luigi Fontana, vicesindaco, Angelo Lauletta, Giovanni Viggiano ed altri. Purtroppo per via di una causa sul taglio del bosco Favino, doveva interrompere per breve tempo il mandato. Nel 1965, contro la lista della DC presentata da Senatro e sostenuta anche dal senatore del PSI Domenico Pittella di Lauria, padre di Gianni Pittella, si erge la lista civica del Giglio capeggiata da Luigi Fontana e sostenuta dal medico del paese, il Dottore Eugenio Montesano. Luigi Fontana, che poi prenderà in mano la DC, resta poi fino al 1975, quando subentra Felice Latronico. Nel 1980 vincono le forze socialiste della Spiga. In occasione della vittoria fu gettato il grano per le strade e portavano le galline in piazza. Tempi aurei della politica! Senatro Lauletta si è spento nel 2000. Ha lasciato un profondo segno nella politica, nella storia, nella vita sociale della nostra nazione. Tanto è vero che noi avevamo dedicato a lui, in occasione della sua morte prematura, che lasciava un vuoto incolmabile in mezzo a noi, che lo stimavamo da sempre, un sonetto, che riportiamo:

Come vuole compare Senatro!”.
È rimasto un detto. Governasti
Eppur saggio il paese atro
Per lustri e lustri e tanto l’amasti.

Ora riposi con greve piglio,
con Ercole, nel dormitorio eterno,
nella cappella, con tuo padre e figlio,
giovin reciso stelo. Tu perno

fosti per tutti, sapiente maestro,
per il popolo valente duce,
dopo di te sorgerà forse un astro

tal, amato o odiato? Una luce
lascia sempre il fulgido segno
nel cielo oscuro, nel buio regno.

Infatti il padre si chiamava Ercole ed anche il figlio. È stato un uomo attivo, ha fatto tanto come amministratore, è stato un maestro metodico ed autorevole. Aveva sostenuto il parroco Don Mario Nuzzi, anche e soprattutto nei momenti più difficili, di profonda crisi della Chiesa locale. Don Nuzzi era stato parroco per trent’anni e si era molto prodigato per la popolazione. Tra l’altro aveva fondato una Cooperativa di produzione, dando lavoro a tanta gente. Purtroppo la Cooperativa era andata in crisi e ci erano stati dei problemi. Anche in quella occasione Senatro si dimostrava un amico sincero e un sostenitore del parroco. La gente ancora ricorda questo uomo determinato, onesto, impegnato culturalmente, socialmente, politicamente e civilmente. Certo chi sta in politica ha sempre amici e nemici, ma questo è inevitabile. È molto più facile fare l’opposizione che amministrare. Come amministratore è stato veramente capace, autorevole, incisivo, vicino alle esigenze della popolazione. La gente ancora lo ricorda affettuosamente e noi ringraziamo vivamente il figlio, il Dottor Rosario Lauletta e il Preside Luigi Fontana per averci dato notizie preziose sulla sua vita e sulla sua opera. Ci auspichiamo naturalmente che l’amministrazione comunale con profonda riconoscenza verso questo uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla crescita morale, economica e sociale di questo popolo, possa dedicare almeno una strada, o una sala.

VC-GD Nigro

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