Memoria
storica di un grande politico e nobile uomo
Senatro
Lauletta di Ercole nasce il 2 gennaio del 1925. È stato fondatore
della DC in Lucania. Uno dei sindaci più giovane d’Italia, svolge
con onore l’incarico di primo cittadino presso il Comune natio di
Castelsaraceno dal 1950 fino al 1965, salvo una breve interruzione
per la causa del bosco di Favino, intentatagli dal suo più fiero
avversario e predecessore, Lugi Pittella, il quale soleva scherzare:
«Io mi chiamo Pittella e pitto». O come ricordano gli anziani:
«Conosco più sentieri io che il lupo del bosco». Eppure questo
fiero avversario – come ci ricorda il figlio, il medico Rosario
Lauletta – aveva regalato a Senatro una medaglia da un importante
valore. Quale esempio veramente lodevole di umanità e di lealtà! È
difficile ritrovare oggi questi gesti di onore. È vero che anche
prima gli avversari si insultavano, ma lo facevano con garbo, con
disinvoltura. E poi, soprattutto: sapevano ciò che dicevano.
Sapevano fare dei discorsi sensati, senza parolacce! Le sezioni
politiche funzionavano e c’era la formazione per cui si giungeva
attraverso una lunga esperienza amministrativa semmai agli ultimi
gradini delle seggiole parlamentari. Oggi invece ti prendono per i
capelli e ti buttano tra le maniche di una poltrona del Senato senza
sapere né come, né quando, né dove, né perché! I giovani avevano
punti di riferimento stabili, sia politici, che religiosi e sociali,
non erano abbandonati a loro stessi. Non c’era ancora questa
baumaniana società liquida. Non c’erano i vattimiani deboli di
mente. Senatro è stato un felice promotore della Democrazia
Cristiana a Castelsaraceno ed in Basilicata. Erano uomini che avevano
cartesianamente le idee chiare e distinte, non confuse. In quei 15
anni in cui è stato sindaco Senatro si è impegnato fino in fondo
per il progresso civile e la redenzione delle masse contadine. Ha
fatto costruire lui le maggiori opere pubbliche: la Scuola, che poi è
stata ampliata ed ha preso il nome dell’Onorevole Ciro Fontana; il
Comune; la via Sant’Antonio ed il ponte annesso e tante altre
opere. Ricordiamo che prima dell’edificazione della Scuola pubblica
insegnavano in abitazioni di fortuna, al freddo ed al gelo, coi
bracieri o in campagne lontanissime e scomode. Prima la formazione
era tenuta dalla Chiesa. Trai preti educatori ricordiamo naturalmente
Don Gaetano Pittella, ma anche Don Giuseppe Iacovino. La Chiesa ha
svolto una grande funzione educatrice quando lo stato era del tutto
assente, nonostante tutte le sane formule cavouriane: Libera
Chiesa in libero Stato!
Meno male che c’era la Chiesa! Altrimenti avrebbe trionfato
l’ignoranza più oscura, altro che oscurantismo e barbarie del
Medioevo! Vogliamo ricordare la ratio
studiorum
dei Gesuiti? E la Chiesa faceva tutto gratuitamente e per la povera
gente! L’educazione era già pubblica. Poi cominciarono ad arrivare
i maestri pubblici in stabili di fortuna ed in campagne sconfinate,
che per raggiungerle ci mettevano ore ed ore a dorso di muli ed
asini, come ricordava la buonanima dell’insegnate Maria Corrado,
figlia di Corrado Corradino, altro personaggio di Castelsaraceno.
Solo i ricchi potevano permettersi il precettore privato. Ancora gli
anziani ricordano il detto: Ecco
arriva il professore di Carolina!
Era un modo di dire scherzoso per prendere in giro, perché Carolina
aveva il suo insegnate privato. Senatro aveva fondato le Acli e
svolgeva anche le funzioni di sindacato per i poveri ed i deboli.
Quanto al ponte di Sant’Antonio era importantissimo, perché
collegava due parti del paese separati dal fiume Vallone. La
piazzetta di Sant’Antonio è ancora oggi adibita al rito sacro
della “Antenna”, o dell’Albero in onore del santo. Però prima
questo posto, ove si svolgeva il rito arboreo, era in degrado. E poi
l’edificio comunale: dai tempi del Fascismo, ove c’era la Casa
del Fascio, il Comune non aveva una sede e stava ora presso il
Palazzo nobiliare dei Cascini, ove altrove. L’organizzazione del
sistema amministrativo è dovuta all’opera di Senatro Lauletta.
Senatro faceva l’insegnante di scuola elementare ed era un maestro
molto bravo, insieme a Maria Corrado, Angelina Lauletta, la signora
Giuseppina, che era austera, ma buona d’animo, ed il suo amico, il
maestro Amedeo Megale. Aveva istituito tra l’altro, insieme al
maestro Amedeo un centro di lettura, frequentato dalla popolazione,
ma soprattutto dagli anziani del paese, che egli formava con
amorevole cura. Per approfondire i suoi studi aveva seguito anche un
corso di matematica nell’ottobre del 1968, in cui otteneva il
massimo dei voti. Era un politico capace di amministrare con
efficienza, di guidare il popolo con autorità, ma anche con
amorevolezza: un vero e proprio “Principe” di Machiavelli!
Geniale e propositivo: ricordiamo tra l’altro sia la fattoria degli
animali, che aveva edificato vicino alla sua abitazione alla Torretta
dei Molfese, che il mulino a cilindri in piazza. In questa fattoria
vi erano maiali, conigli giganti, fagiani: veramente una bella
esperienza di armonia con la natura. E un altro esperimento felice da
lui avviato a livello imprenditoriale è stato il mulino a cilindri
in piazza, tenuto da Domenico Cascini padre di Prospero Cascini,
politico della DC lucana. I mulini erano ancora ad acqua, quindi era
stata un’esperienza innovativa. Premiato come fondatore della DC,
faceva parte della corrente dei Colombiani che faceva capo ad Emilio
Colombo, importante esponente della Democrazia Cristiana. Era amico
del senatore Bonaventura Venturino Picardi di Lagonegro. Era
corrispondente del Mattino. A coronamento del suo percorso politico e
civile v’è il riconoscimento del titolo onorifico di Cavaliere
della Repubblica, conseguito il 27 agosto del 1964. Era tenace e
perseverante, pensate che quando viene chiuso il ponte della
provinciale Castelsaraceno-San Chirico Raparo, perché ritenuto
pericolante si va a mettere sotto il ponte e viene anche arrestato
per questo. E gli anziani ricordano ancora il detto: Come
vuole compare Senatro!
Conoscitore del territorio, aveva più volte proposto il traforo del
Monte Armizzone per superare il problema della viabilità. La vecchia
via provinciale veniva costruita seguendo il corso di un asino,
perché nelle zone di montagna, cogli inverni rigidi di una volta,
quando la neve faceva e tanta, occorreva assicurare la giusta
direzione, evitando forti dislivelli. Le strade attuali, invece,
anche se sono più diritte, sono troppo ripide, e col ghiaccio e con
la neve sono impraticabili. Era anche giudice popolare presso la
Corte d’Assise di Potenza. Un fratello, Osvaldo Lauletta, era
religioso, un altro, Carmine Lauletta, faceva il segretario comunale.
La DC aveva una maggioranza strepitosa, migliaia di voti. Nel 1960
Senatro aveva vinto con Luigi Fontana, vicesindaco, Angelo Lauletta,
Giovanni Viggiano ed altri. Purtroppo per via di una causa sul taglio
del bosco Favino, doveva interrompere per breve tempo il mandato. Nel
1965, contro la lista della DC presentata da Senatro e sostenuta
anche dal senatore del PSI Domenico Pittella di Lauria, padre di
Gianni Pittella, si erge la lista civica del Giglio capeggiata da
Luigi Fontana e sostenuta dal medico del paese, il Dottore Eugenio
Montesano. Luigi Fontana, che poi prenderà in mano la DC, resta poi
fino al 1975, quando subentra Felice Latronico. Nel 1980 vincono le
forze socialiste della Spiga. In occasione della vittoria fu gettato
il grano per le strade e portavano le galline in piazza. Tempi aurei
della politica! Senatro Lauletta si è spento nel 2000. Ha lasciato
un profondo segno nella politica, nella storia, nella vita sociale
della nostra nazione. Tanto è vero che noi avevamo dedicato a lui,
in occasione della sua morte prematura, che lasciava un vuoto
incolmabile in mezzo a noi, che lo stimavamo da sempre, un sonetto,
che riportiamo:
“Come
vuole compare Senatro!”.
È
rimasto un detto. Governasti
Eppur
saggio il paese atro
Per
lustri e lustri e tanto l’amasti.
Ora
riposi con greve piglio,
con
Ercole, nel dormitorio eterno,
nella
cappella, con tuo padre e figlio,
giovin
reciso stelo. Tu perno
fosti
per tutti, sapiente maestro,
per
il popolo valente duce,
dopo
di te sorgerà forse un astro
tal,
amato o odiato? Una luce
lascia
sempre il fulgido segno
nel
cielo oscuro, nel buio regno.
Infatti il padre si
chiamava Ercole ed anche il figlio. È stato un uomo attivo, ha fatto
tanto come amministratore, è stato un maestro metodico ed
autorevole. Aveva sostenuto il parroco Don Mario Nuzzi, anche e
soprattutto nei momenti più difficili, di profonda crisi della
Chiesa locale. Don Nuzzi era stato parroco per trent’anni e si era
molto prodigato per la popolazione. Tra l’altro aveva fondato una
Cooperativa di produzione, dando lavoro a tanta gente. Purtroppo la
Cooperativa era andata in crisi e ci erano stati dei problemi. Anche
in quella occasione Senatro si dimostrava un amico sincero e un
sostenitore del parroco. La gente ancora ricorda questo uomo
determinato, onesto, impegnato culturalmente, socialmente,
politicamente e civilmente. Certo chi sta in politica ha sempre amici
e nemici, ma questo è inevitabile. È molto più facile fare
l’opposizione che amministrare. Come amministratore è stato
veramente capace, autorevole, incisivo, vicino alle esigenze della
popolazione. La gente ancora lo ricorda affettuosamente e noi
ringraziamo vivamente il figlio, il Dottor Rosario Lauletta e il
Preside Luigi Fontana per averci dato notizie preziose sulla sua vita
e sulla sua opera. Ci auspichiamo naturalmente che l’amministrazione
comunale con profonda riconoscenza verso questo uomo che ha dedicato
tutta la sua vita alla crescita morale, economica e sociale di questo
popolo, possa dedicare almeno una strada, o una sala.
VC-GD
Nigro
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