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30 settembre 2019
TERRA - Interational Communities a cura di Marco Salvario
TERRA
- Interational Communities
a
cura di Marco Salvario
Museo
MIIT – C.so Cairoli 4, Torino
14
settembre – 5 ottobre 2019
Dal
2008 la Saphira & Ventura Gallery di New York porta avanti il
progetto di una mostra itinerante in continua evoluzione, che in
questo periodo sta facendo tappa a Torino, nei locali del museo MIIT,
dove si fermerà per tre settimane. Molti gli artisti coinvolti in
passato e più di venti sono quelli attualmente rappresentati,
provenienti da nazioni e culture molto diverse ma riuniti da quel
prezioso filo che è l’arte e dall’essere tutti cittadini di
questa povera, sfruttata e maltrattata terra.
Tra
le opere esposte scegliere su quali soffermarsi non è semplice,
segno di una selezione attenta e severa. Qui l’analisi lascia il
posto al gusto personale. Personalmente sono rimasto molto colpito
dalle pitture a olio, quasi fotografie abbellite, di Nikola
Lucgjonaj, capaci di creare paesaggi tra sogno e favola;
dalla
modernità e forza dei colori della montenegrina Fadilja Kajosevic,
nelle cui opere simboli e apparizioni aprono allo spettatore infiniti
universi interpretativi;
dai
rotondi acrilici “Black Rain” di Reginald Hearn, angoscianti e
fin troppo reali; dalle sculture in bronzo gioiose e sensuali di Tang
Yin, cinese di Shangai, in instabile equilibrio tra innocenza e
malizia; dai collage di Cecilia Freire, argentina che vive a Miami,
con suoi volti duri e intensi di giovani donne; dalle esplosioni di
luce su acrilico con applicazioni di foglia d’oro create da Lilian
Souto, che sembrano portarci tra le spighe di un campo di grano
maturo per la mietitura e al tempo stesso richiamano il fasto
apparente e gioioso del carnevale di Rio; dai fantastici fiori
bianchi di Fatima Campos su sfondo nero, così efficaci sia quando
sono nitidi in primo piano, sia quando sono solo sfumati in una
fragile luce;
ugualmente
si esprime con un bianco e nero senza grigi, violento e graffiante,
Monica Mendes, brasiliana di Belo Horizonte, ma in un contesto
completamente diverso, di disagio e disadattamento.
26 settembre 2019
Fusing Complementary Opposites 1 - 12 ottobre 2019 a Roma
1 - 12 ottobre 2019
La mostra inaugura la stagione autunnale di Rossocinabro, è una collettiva di opere di artisti della galleria che incarna la fusione delle pratiche artistiche orientali e occidentali. Il titolo "Fusing Complementary Opposites" affronta le differenze e le influenze che l’arte orientale hanno avuto sull'arte occidentale e viceversa.
Lo spettacolo aprirà il 1° Ottobre e proseguirà fino al 12. Si concluderà con un ricevimento sabato 12 Ottobre, dalle 18 alle 20 in occasione della XV Giornata del Contemporaneo sponsorizzata da AMACI (Associazione dei musei di arte contemporanea italiana). Sabato 12 alle 18.00 ci sarà un Tea & Conversation che offrirà ai visitatori della galleria l'opportunità di incontrare gli artisti e ascoltarli mentre parlano della loro arte e ispirazione.
Questa influenza reciproca tra Oriente e Occidente è diventata artisticamente ancora più definita da quando il mondo dell'arte è diventato più connesso a livello globale e tutto è immediatamente visibile via Internet.
In mostra: Misa Aihara, Janice Alamanou, Toni Altenstrasser, Suzan Anan, Izabela Bierylo, Brian Avadka Colez, Marco Azario, Frank Briffa, Benny De Grove, Cees Dert, Onno Dröge, Gustav Filipsons, Mélissa Follet, Liora Ganor, Heidi Kaas, Marta Kisiliczyk, Judy Lange, Rosana Largo Rodríguez , Isabela Lleo Castells, Karl Weiming Lu, Elvio Miressi, Bianca Neagu, Mehdi Oveisi, Ann Palmer, Catherine Pennington Meyer, Sal Ponce Enrile, Irena Procházková, Daniela Rebecchi, Heidi Schütte-Kunz, Andrea E. Sroka, SS, Annette Elizabeth Sykes, Petra Tiemann, HowardArthur Tweedie, Astrid Ufkes, Vanessa Elaine, Stéphane Vereecken, Menno Vos, Anna Weichert
A cura di Cristina Madini
Rossocinabro
Via Raffaele Cadorna 28
00187 Roma Italia
Tel 06 60658125
25 settembre 2019
Ursula, la signora della nuova Europa di Antonio Laurenzano
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Ursula, la signora della nuova Europa di Antonio Laurenzano
Sta per nascere la nuova Europa, quella di Ursula von der Leyen, la prima donna a presiedere la Commissione europea. La neo presidente, esponente di punta della CdU, delfina della cancelliera Angela Merkel, ha presentato a Strasburgo la sua “squadra” di 27 commissari che, dopo l’imprimatur dell’Europarlamento, entrerà in carica a Bruxelles il prossimo 1° novembre, subentrando a quella di Jean-Claude Junker. Al via una legislatura con priorità ridisegnate nella consapevolezza di un cambio di passo dell’Europa, una necessità legata in particolare alla riforma del sistema decisionale e di governance dell’Unione per modificare i rapporti di potere, oggi fortemente sbilanciati, tra gli Stati membri e le istituzioni europee.
Molte le questioni aperte che attendono radicali risposte. In primis, il completamento dell’unione bancaria che, con la regolazione delle politiche economiche nazionali, realizzi finalmente l’unione economica e politica a fianco di quella monetaria. E inoltre, la fiscalità europea che elimini ogni forma di distorsione concorrenziale e affronti il tema della tassazione delle grandi imprese multinazionali e dei differenti regimi tributari dell’Eurozona che hanno generato veri e propri paradisi fiscali (Paesi Bassi, Irlanda, Lussemburgo). Nel discorso d’investitura a Strasburgo, un richiamo di Ursula von der Leyen ai valori della millenaria civiltà europea e allo Stato di diritto, “il nostro strumento migliore per difendere la libertà, l’indipendenza e proteggere i più deboli.” Ha tracciato la “via europea” per creare un’Unione più giusta ed egualitaria, per riavvicinare i cittadini europei al progetto comunitario: “Voglio che la mia Commissione segni il cammino dell’Europa con determinazione, offrendo risposte alle domande dei cittadini chiamati a svolgere un ruolo attivo nella costruzione del futuro dell’Unione”. Un’articolata agenda programmatica tesa a favorire crescita, innovazione e sostenibilità sociale con l’obiettivo di rafforzare nel mondo la centralità dell’Europa come leader globale e fattore di stabilità.
Un programma ambizioso. E’ il nuovo che avanza. Ma la strada per la Signora della nuova Europa sarà in salita, dovendo fare i conti con una maggioranza parlamentare frammentata. Il consenso alla sua candidatura è stato molto risicato, le sono mancati non pochi voti del suo potenziale “elettorato” (Popolari, Socialisti e Liberali), oltre a quelli dei Verdi che non è riuscita a sedurre, nonostante significative aperture sull’ambiente, rimediando per la sua elezione una stentata vittoria ai punti grazie ai voti dei grillini italiani e dei sovranisti polacchi, in rotta di collisione con i sovranisti di casa nostra. Voti che avranno un peso specifico nel corso della legislatura.
Il problema di fondo rimane il Patto di stabilità e crescita, croce e delizia della nostra finanza pubblica. Viene invocata una maggiore flessibilità delle regole di bilancio adottate nel 1997, modificarne cioè la rigida applicazione a favore della crescita per un’economia più forte e competitiva. Chiaro sul tema il messaggio inviato dal Presidente Mattarella al recente Forum Ambrosetti di Cernobbio: “Coesione e crescita sono gli obiettivi ai quali guardare e il necessario riesame delle regole del Patto di stabilità può contribuire a una nuova fase, rilanciando gli investimenti in infrastrutture, reti, innovazione, educazione e ricerca.” Una “golden rule” (regola d’oro) sugli investimenti ritenuti necessari per la crescita economica in un momento di prossima recessione dell’economia tedesca (e di stagnazione di quella italiana). Rafforzare cioè l’Europa, il suo futuro, la sua unità “per percorrere insieme la via europea, perché se siamo uniti all’interno, nessuno ci dividerà dall’esterno.” Parole di Ursula von der Leyen. Auguri, Signora Presidente!
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