15 dicembre 2018

FATTURAZIONE ELETTRONICA, ADDIO CARTA di Antonio Laurenzano

     
FATTURAZIONE ELETTRONICA, ADDIO CARTA    
di Antonio Laurenzano

Conto alla rovescia per il popolo delle partite iva: il 1 gennaio 2019 entrerà in vigore la nuova procedura obbligatoria di fatturazione elettronica, nell’ambito di una normativa comunitaria che entro il 2021 si armonizzerà tra tutti gli Stati membri. Un cambiamento radicale, con rilevanti implicazioni tecniche, gestionali e organizzative per imprese e professionisti. Per il legislatore un passo in avanti sulla strada dell’efficienza amministrativa, intrapresa nel 2014 con la “e-fattura” con la PA. Si volta pagina: per le cessioni di beni e le prestazioni di servizio effettuate tra soggetti residenti (anche consumatori finali) saranno emesse solo fatture elettroniche utilizzando il Sistema di interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate. E’ questo lo snodo dell’operazione, svolgerà il ruolo di “postino” (e archivio), con il compito di verificare il formato (XML) del documento ricevuto e la completezza dei dati inseriti, prima di “recapitarlo” al soggetto cui è indirizzato.  
Ma, cos’è la fatturazione elettronica? E’ un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che permette di abbandonare per sempre il supporto cartaceo e tutti i  relativi costi di stampa, spedizione e conservazione. Comporta la riduzione (o eliminazione, in certi casi)  di alcuni adempimenti fiscali, consentendo all’Agenzia delle Entrate tempi e modalità più rapidi per eventuali controlli. Addio alla carta! Addio alla fattura tradizionale compilata per anni con penna, macchine da scrivere o fogli di calcolo con l’uso di software. Addio al … piccione viaggiatore: servizi postali e telematici. Addio alla conservazione del documento in formato cartaceo. Il tutto viene ora demandato allo SdI, salva conservazione sostitutiva a cura del singolo operatore Iva. Insomma, sarà un diverso modo di lavorare.
Una operazione complessa sulla quale, a pochi giorni dall’avvio, regna però tanta confusione per le incognite e le incertezze operative che l’accompagnano. La vigilia del D-Day è infatti caratterizzata da proteste politiche e prese di posizione delle associazioni di categoria per la “fastidiosa complicazione”. Dal Consiglio nazionale dei commercialisti è stato lanciato un nuovo allarme: “Rischio caos, il  sistema non è pronto!” “Molti passaggi della “e-fattura” sembrano decisi a tavolino seguendo le formule astratte della burocrazia, e non assecondando l’operatività quotidiana delle imprese.” Le problematiche, in particolare, sono riconducibili a significativi aspetti della procedura: la privacy, l’assenza di copertura internet in vaste aree del Paese, il disagio crescente delle piccole e micro imprese. Si chiede una modulazione graduale dell’adempimento, ma la risposta del Governo è quella dell’impossibilità di una proroga per evidenti esigenze di cassa, visto che dalla fatturazione elettronica si attende, quale risultato della lotta all’evasione, un maggior gettito tributario di circa due miliardi di euro.
Sulla epocale rivoluzione fiscale grava comunque lo stop del Garante della privacy che lo scorso novembre, con un inusuale provvedimento indirizzato all’Agenzia delle Entrate, ha rilevato forti criticità per la protezione dei dati personali. I rilievi riguardano la trasmissione e memorizzazione di una sproporzionata mole di informazioni non direttamente utili ai fini fiscali, con conseguenze per la tutela della riservatezza, sia personale che aziendale. Un perentorio invito a cambiare la procedura, adeguando tutto il sistema di trasmissione, conservazione e gestione della fatturazione elettronica al quadro normativo italiano ed europeo riguardo il trattamento dei dati. Ma al Mfe di Via XX Settembre, a Roma, tutto tace: non un buon segnale per assicurare all’operazione chiarezza e trasparenza, nel rispetto dei diritti del contribuente. Il solito zibaldone all’italiana!  

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